Roma-Lazio 2-0 LE PAGELLE: il Giubileo di Pellegrini. Ranieri vi porta solo carbone
01/05/2025 04:45 PM
Un quarto d'ora a godersi i cori della Sud, poi si tuffa bene su un tiro senza pretese di Isaksen. Di fatto l'unico vero intervento di un primo tempo in cui Hummels e gli altri gli coprono bene le spalle. La ripresa è tutta un'altra storia. Castellanos lo impegna subito sul primo palo, poi vola a deviare il tiro deviato di Guendouzi. Nemmeno le botte di Castellanos lo fanno cadere. L'anti-Lazio dell'ultimo derby si gode una serata da tifoso aggiunto. Ma oltre ad esultare per i compagni mette la garra che serve nei momenti in cui la Roma abbassa un po' il ritmo del derby. Ci pensa lui a suonare la sveglia e a impedire a Zaccagni di tramutarsi di nuovo da bestia nera. Giusto cinque minuti per capire dove tira il vento. Poi si prende la barca e tira dritto verso il porto, non gli interessa in che condizioni si arriva. Copre il perimetro dietro, imposta in avanti e rischia pure di trovare il gol nel primo tempo. Chiamatelo Dottor Hummels, per favore. C'è Isaksen che fa girare le gambe e impone attenzione. Lui ce la mette pure su Dele-Bashiru quando evita con un salvataggio la rete del 2-1 dopo venti minuti abbondanti. Una pezza che ripropone anche al 75' nel periodo forse di maggiore difficioltà. Il più sereno di un reparto che concede davvero poco nonostante la Lazio ci provi fino alla fine. C'è chi si preoccupava di Nuno Tavares. Ma dall'altra parte non avevano fatto i conti col belga che si prende fascia, raddoppio e ovazione dell'Olimpico con tanto di spallucce verso la curva Nord. Qualche apprensione difensiva era fisiologica, soprattutto nella ripresa. (66' El Shaarawy 6: lui fa la differenza quando c'è da andare dall'altra parte, ma il finale è tutto di sacrificio) ira fuori subito la spada da infilzata e per poco non sorprende Provedel. E' l'uomo in più di un reparto che si prende in mano il derby con cura e prepotenza, con stile ed arroganza. Gestisce bene strappi e pause in una sfida di fuoco tutta francese con Guendouzi e si prende pure qualche calpestata da Rovella. Il primo errorino arriva dopo oltre un'ora, tanto per rendere l'idea. Dove sta Leo? Da nessuna parte e ovunque. Si mette la tuta da Ninja, si nasconde dietro i ricci di Guendouzi e ripulisce palloni e situazioni senza urlare e senza fare troppo casino. A inizio ripresa si abbassa un po' troppo, poi riprende a combattere e a impedire a Rovella di accorciare le distanze. Nel finale decide di tornare ad alzare la voce e si attacca con tutti. Arrenditi o rinasci. Quale occasione più definitiva di un derby. Lorenzo scende in campo con la faccia concentrata, coi nervi tesi, coi capelli pronti a diventare biondi. Fa nascere, crescere e morire alle spalle di Provedel l'azione di un meraviglioso vantaggio. La notte per rinascere, per riprendere quello che si è perso. Dopo il gol Lorenzo non si ferma e continua a combattere anche se all'ultimo minuto del primo tempo si perde Castellanos. (66' Pisilli 6,5: esordio da brividi in un derby, ma lui paura non ne ha. Impatta subito bene rubando una palla a Marusic. Poi corre tanto a impedire guai) Movimenti semplici, essenziali e una pressione psicologica su Marusic che resta ben fuori da dinamiche pericolose per un tempo intero. Nel secondo tempo la Lazio mette da quella parte Tchaouna e bisogna riequilibrare ingredienti. Ci mette un po', ma poi fila tutto liscio e si permette pure un bel taglio a impedire l'infilata di Tavares. Alla ricerca della prima gioia da derby. Si piazza tra le due linee, con quei tocchi che mandano ai matti le difese di mezzo mondo. Si divide la tela del vantaggio con Pellegrini, se ne prende un altro pezzo sul raddoppio di Saelemaekers. Poi si diverte a far ammonire mezza Lazio, manco fosse il Vigile Celletti. Un piccolo, grande gigante. Ammazza il carbone che gli hai portato Paulo. Per il gol c'è tempo al ritorno no? (74' Baldanzi sv) Il colosso di Rodi, pure se è nato un po' più a nord. Svetta e spizza palloni preziosi, come quello che porta al 2-0. Ma anche palla a terra ha spesso la meglio su Romagnoli. Certo, se pensi al migliore nel derby non pensi a lui. Ma come battesimo può andare anche bene così. (74' Shomurodov sv: a cercare di dare profondità) Ci sono le categorie, nella vita e nel calcio. Claudio sta dove stanno in pochi. Cala il pokerissimo nei derby, azzecca la magia Pellegrini (coi capitani romani come lui se la intende in ogni caso) e porta la sua Roma fuori dalla crisi con un primo tempo di cinismo e tecnica, e una ripresa di vecchio sacrificio. E se fosse lui il top? E se l'attesa del piacere fosse già il piacere stesso?