Le pagelle contro la Juventus: una bella manciata di sette (più)
Ieri alle 06:12 PM
Pari positivo soprattutto per il morale nel recupero dell’ultima di andata contro la Juventus. L’Atalanta ha sciorinato un grande spirito e una voglia di mordere l’avversario, più pimpante e pericoloso a cavallo dell’intervallo, che fanno ben sperare per la striscia positiva da qui a fine mese sui due fronti con Napoli e Sturm Graz in casa il 18 e il 21 prossimo più la doppia trasferta Como-Barcellona il 25-29. Una bella manciata di sette, non oltre, ma anche più sufficienze e più consistenza rispetto agli occhiali un po’ appannati a Udine.
Carnesecchi 7,5: non è che lo bombardino, ma lui a parte lo svantaggio temporaneo le prende comunque tutte, da Koopmeiners fino a Gatti passando per Kalulu prima del gol e per McKennie sul possibile raddoppio.
Scalvini 6 (36′ st Hien sv): avanza sempre a sostegno, pazienza se poi lo 0-1 arriva sulla sua zolla.
Djimsiti 6,5: gladiatorio nel salire in cielo col cerottone sui dieci punti di sutura di Udine, non ha un avversario ma esce bene anche palla al piede. Oddio, diciamo benino. Rispetto allo svedese, non essendo un perno d’origine, ha meno bisogno di un riferimento, di un avversario fisso in carne e ossa, per rendere.
Kolasinac 6,5: spreca su Nico Gonzales il quinto cartellino che lo lascia fuori dalla febbre del sabato sera col Napoli. Sorpresa l’intera catena su Locatelli-McKennie-Kalulu, a lui non riesce la diagonale.
Zappacosta 5,5: passettino indietro rispetto a Udine, anche perché non rientra in copertura a dovere per aiutare il terzetto arretrato al cospetto di troppe schegge impazzite e soprattutto avvezze a scambiarsi di posizione (20′ st Bellanova 7: la verve e l’impeto che mancavano al sorano, più la sponda per il pareggio. Potenzialmente sulla fascia non serve alcunché, se si attesta su questi livelli).
Ederson 7: ci prova due volte di suo tenendo la tensione altissima nelle due fasi. Il Real Madrid pare abbia pronti sessanta milioni sull’unghia. Ma le ambizioni nerazzurre si giocano anche sulla sua permanenza, perché un altro così non si trova. Pure quando non è proprio il solito duracell.
De Roon 7: basterebbe l’apertura geniale per il punto conquistato a illustrarne l’importanza nell’economia del gioco. Non avendo un avversario fisso ondeggia tra Thuram e Koopmeiners e alla fine di pericoloso c’è solo il secondo quando avanza a punta.
Ruggeri 6,5: tiene botta senza avventure, caratteristica che potrebbe smussare dalla cintola in su perché quando fa catena con Lookman piazza sempre pallonesse interessanti in mezzo.
Pasalic 6: un’occasione in contropiede prima del gol di Kalulu che vale una superiorità numerica sprecata. Per il resto, non è che incida tantissimo, e in più c’è Locatelli che gli ricaccia in gola la gioia del vantaggio già nel finale di primo tempo (10′ st Samardzic 6,5: secondo il Gasp riaccende l’Atalanta, ma a parte averlo fatto col duo Ederson-Scalvini secondo chi scrive non lascia un timbro così nitido, pur essendo più in vista e incisivo del sostituito. Per gli altri, non per sé).
De Ketelaere 5,5: meglio di Udine, ma se non va oltre due corse sbarrate dalla diga altrui, un colpo di tempia e un appoggio per il mancato gol del compagno di linea frustrato da Gatti la sufficienza resta lontana (21′ st Retegui 7: nessuno come lui in area di rigore. Quindicesima, di cui tredici sul fronte interno, infilandosi come un serpente a sonagli tra la diagonale di Savona, Gatti e Locatelli che gli rimane alle spalle. Non se ne può fare a meno. A febbraio ci sarà anche Scamacca, ma fino agli ottavi di Champions da conquistare la carta da calare è lui).
Lookman 6: si arresta sulle chances mancate, una e mezza nel primo tempo e una che solo il riflesso salva-Di Gregorio di Gatti poteva sventare. Si può fare (molto) di più (35′ st Zaniolo 6: una ripartenza secca con 2-1 mancato solo perché controsterza sul preferito mancino. Ma il portiere altrui, nella circostanza, cuce una pezza enorme).
All. Gasperini 7: mette benissimo in campo una squadra vogliosa di dimostrare che Udine è stato un mezzo incidente. Missione compiuta, vincere stavolta sarebbe stato comunque troppo al cospetto della Juve più propositiva dell’ultimo mese abbondante. Perché gli ospiti hanno avuto le occasioni più nitide.
Simone Fornoni