Le pagelle di Barcellona: Pasalic, il Super Mario ritrovato

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Il migliore è colui che ha battagliato col franfiglutti De Jong, regista basso di grande valore, incollatoglisi addosso a mo’ di mignatta, trovando poi la forza di segnare il 2-2 definitivo. Un mix di due fasi alle soglie della perfezione, per Mario Pasalic, il più bravo di una grande Atalanta che a Barcellona ha pagato a caro prezzo il non aver saputo mettere la pezza su un paio di azioni comunque da magia pura dei mostri sacri di casa a Montjuic.

Carnesecchi 7: salva il nono posto al quarto di recupero mentre forse si stava ancora rimproverando l’uscita del primo svantaggio. Ma lì non avevano funzionato nemmeno gli altri anelli dell’intera catena.

Djimsiti 6: sotto di un gol regala una palla sanguinosa all’assistman del primo gol locale, meno male che Yamal non ne approfitta sbattendo contro i guantoni dell’uomo nella riga sopra.
Hien 6: teoricamente l’errore di marcatura non sarebbe il suo, sul 2-1. Però quando Lewandowski scende in rifinitura perde il riferimento di cui ha bisogno per rendersi intoccabile. Non lo becca e nessuno recupera più. Il Barcellona può così rompere il ghiaccio.
Kolasinac 6: Yamal alla lunga lo manda ai matti, ma il problema è parso più di efficienza fisica. Scavigliato, quasi meglio nelle discese in catena (10′ st Scalvini 6,5: dallo scorso giugno a oggi, crociato, sublussazione alla spalla sinistra ante Real, spalla sinistra uscita a Montjuic. L’oscar della sfiga dopo una prova gagliarda).

Bellanova 7: energia duracell e tantissimo lavoro scodellato a quelli là davanti (32′ st Cuadrado 7: in corso d’opera è devastante, perché aggiunge le forze fresche da trentaseienne alla corsia che ne riceve linfa nuova. L’olandese qui sotto si allarga sovrapponendoglisi ed ecco il 2-2).
De Roon 6,5: non fa filtro sull’apertura del polacco altrui di movimento, o meglio non rientra sulla traiettoria non proprio trascendentale di Balde, e non centra lo specchio di quello tra i pali, ma nel suo remigare gagliardo sgancia il pallone che Super Mario Bros trasforma nel punticino del nono posto.
Ederson 7,5: il primo pari è una magia, ma quanto ha lavorato prima e dopo? Una dinamo umana che cancella spesso e volentieri Gavi, l’accoppiamento in marcatura a uomo nella zona saltato in occasione del gol, con un tratto di penna del suo multiforme calamaio.
Zappacosta 7: partita da ricordare per le estreme come lui, anche se da chiodi sul piano difensivo. Di là c’erano i nuovi fenomeni, sono dei razzi ma lui spesso non è da meno da Over 30 dall’orgoglio smisurato. Il primo riacciuffo è anche merito suo (32′ st Ruggeri 6,5: è l’opzione freno a mano al riparo da avventure e avventurismi, non rischia niente e il Barcellona non è dalla sua zolla che ci prova).

Pasalic 8: De Jong al dunque non lo becca nemmeno a cercarlo col lanternino, lui rientra, avanza, fa l’elastico, cerca i duetti, spazia, dà una mano davanti, sbuca una prima volta grazie al suo pendolino destro e alla seconda trova l’imbucata sinistro-destro per un eurogol.

De Ketelaere 6: l’unico a non convincere per continuità, anche perché Araujo gli spunta alle spalle da corner e rieccoci a inseguire. Davanti, pochi lampi, ma se non altro tiene la retroguardia di casa sul pezzo di suo quasi autogol di Balde, o per interposta persona, col filtrante per il primo inserimento di Pasalic (42′ st Brescianini sv).
Retegui 6: il rammarico più grande non è Szczesny che gliela prende stavolta, ma David Raia che il 19 settembre gli aveva parato il rigore sotto la Curva Nord. Ora sòta coi fèr nei playoff: rientra Scamacca, non avrà più alibi, ma fin qui a parte quell’errore è stato semplicemente mostruoso (32′ st Zaniolo 6: palla gol mangiata in velocità a rimorchio di Zaniolo, anche se forse il Var gliel’avrebbe annullato).

All. Gasperini 8: se i suoi sanno tenere testa al Barcellona senza porgergli il fianco, significa che il suo verbo calcistico ormai si respira nell’aria. A conti fatti sta facendo qualche miracolo di sicuro, perché la coperta diventa sempre più corta. Nessuna scusa per il club per non intervenire sul mercato: serve tirar fuori qualcosa di tasca, altrimenti si fa dura con soli 4 difensori e senza una delle quattro punte, Lookman, per tre settimane.
Simone Fornoni

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