Scalvini rivede la luce: oggi è tornato in campo

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Nove giorni di lavoro a secco senza palla possono bastare. Al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, nella sessione pomeridiana all’indomani della Champions, tra l’allenamento completo per chi non ha giocato o giocato poco col Celtic e lo scarico per titolari e precocemente subentrati, Giorgio Scalvini ha fatto la sua ricomparsa in campo a quasi cinque mesi dalla rottura del legamento crociato anteriore sinistro il 2 giugno scorso con la Fiorentina nel recupero casalingo in chiusura di stagione.

Il suo rientro era inizialmente previsto per dicembre, quando il giorno 11 il braccetto di Palazzolo sull’Oglio soffierà su ventuno candelone, ma a questo punto è lecito pensare a un accorciamento delle tempistiche per il recupero completo e il rientro in squadra a pieno titolo. L’Atalanta, comunque, non l’ha inserito in lista UEFA per la prima metà di stagione, quindi fino a fine gennaio in Champions il difensore azzurro non potrà giocare.

Stesso discorso per il lungodegente da agosto Gianluca Scamacca, tuttora sotto terapie per lo stesso infortunio di Scalvini. La squadra, intanto, verso l’anticipo casalingo di sabato sera col Verona non avrà nemmeno i lungodegenti Toloi, che pure si è allenato da solo, Kossounou e Brescianini, tutti lesionati al bicipite femorale.

Ruggeri, terzo di difesa da subentrato anche a Venezia, dovrebbe tornare a fare il laterale sinistro con ballottaggio a destra in cui Zappacosta è l’ovvio favorito rispetto a Bellanova, sotto tono contro gli scozzesi. Dietro, invece, possibile defezione o riposo di Kolasinac che ha giocato sul dolore alla caviglia trascinato da lunedì. Ciò potrebbe comportare il nuovo arretramento di De Roon e quello consequenziale in mediana di Pasalic a fianco di Ederson. Davanti la scelta è per il ritorno al tridente De Ketelaere-Retegui-Lookman o Samardzic trequartista dietro due punte concedendo al nazionale azzurro un po’ di requie dopo 12 partite da titolare tra Club Italia e Dea.

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