Sulle orme dell'Atalanta: lo Stoccarda, la sorpresa della Bundesliga con la forza delle idee

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Negli ultimi 15 anni sono state soltanto tre le squadre che nel campionato tedesco sono riuscite a piazzarsi in classifica davanti al Bayern Monaco: il Bayer Leverkusen e il Borussia Dortmund (due volte ciascuno) e poi, l'anno scorso, lo Stoccarda. Non serve stare a sottolineare quanto straordinario sia già di per sé il traguardo di mettere dietro il club più forte, ricco e prestigioso di tutta la Germania, specialmente in un momento storico come questo, con una serie di 11 titoli vinti in fila spezzato solo la scorsa stagione.

Ecco, l'avversaria europea dell'Atalanta è stata in grado di farcela dopo aver raggiunto per due volte di seguito la salvezza in extremis: nel 2022 con un colpo di testa di capitan Endo all'ultimo minuto dell'ultima giornata, contro il Colonia; nel 2023 allo spareggio salvezza, battendo l'Amburgo. Un anno dopo, è arrivato il secondo posto dietro soltanto al Leverkusen di Xabi Alonso, sconfitto in tutta la stagione solo dall'Atalanta, e appunto davanti al Bayern. Così è arrivata la qualificazione in Champions League, competizione in cui mancava dalla stagione 2009/10.

Una sorpresa in piena regola, per quanto inaspettato è stato il traguardo a inizio stagione, ma che non può certo dirsi frutto del caso o di una stagione fortunata. Dietro c'è molto di più.

Sulle orme della Dea

Ed è per questo che viene quasi spontaneo il paragone con l'Atalanta, quando nel giro di poco tempo all'inizio dell'era Gasperini si è ritrovata proiettata in Europa — senza poi essere una semplice comparsa, ma qualcosa in più. È stato l'inizio di un percorso che ha portato a un quarto di finale di Champions League, ad essere stabilmente nelle coppe, a Dublino e tutto quello che sappiamo.

 

 

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Quello dello Stoccarda è un progetto che non può essere raffrontato perché di fatto è appena partito, ma per certi versi ha più di una similitudine con quanto maturato a Bergamo. A partire dalla centralità delle idee dell'allenatore Sebastian Hoeness, arrivato in modo quasi rocambolesco, mentre la squadra era all'ultimo posto in classifica nella primavera del 2023. L'ha presa in mano, l'ha portata alla salvezza al playout di cui sopra, poi direttamente in Champions League.

La stagione 2023/24 era iniziata con un totale restyling delle fondamenta, perdendo tre pezzi pregiatissimi a fine agosto come Mavropanos (West Ham), Borna Sosa (Ajax, oggi al Torino) e Wataru Endo (Liverpool). 50 milioni incassati, ma squadra sulla carta indebolita. Sulla carta, appunto.

La forza delle idee

Hoeness porta un cognome che già di per sé implica pressioni: papà Dieter è stato dirigente e soprattutto giocatore del Bayern e della nazionale, come lo zio Uli, che negli ultimi quarant'anni dietro una scrivania ha reso grandissimo il Bayern da dirigente. "Raccomandato"? No, non stavolta. Nel 2020 ha portato il Bayern II a vincere il campionato di 3.Liga dopo che al termine del girone d'andata era sotto la soglia di metà classifica. Nel successivo biennio all'Hoffenheim, in massima serie, è rimasto nella mediocrità. Poi a Stoccarda, dove papà Dieter è stato dirigente, ha trovato la sua dimensione, affermandosi a 42 anni come uno dei migliori allenatori in prospettiva sul panorama europeo.

Anche alla luce di questo, è difficile dire se il suo futuro sarà a Stoccarda ancora a lungo (si parla già di interesse del Leverkusen per il dopo Xabi Alonso) e dunque se effettivamente il VfB diventerà un'Atalanta 2.0 anche per continuità di guida tecnica. Resta il fatto che il modo in cui ha cambiato la storia di un club che veniva da due retrocessioni negli ultimi sette anni e rischiava anche la terza, con un passato di campionati vinti (l'ultimo nel 2007) e finali europee disputate, è stato soprattutto basato sul gioco. Quello che ha permesso anche di espugnare l’Allianz Stadium per la prima vittoria stagionale in Europa, dopo aver fatto un figurone al Bernabéu al cospetto del Real Madrid (sconfitta 3-1 nel finale) e aver pareggiato 1-1 con lo Sparta Praga.

Identità offensiva: l’undici tipo

Pressing offensivo, baricentro alto a costo di rischiare di lasciare spazio alle spalle dei centrali – e infatti il ritmo è di quasi due gol subiti a partita – e marcatura aggressiva con alcuni principi che ricordano anche il calcio di Gian Piero Gasperini, pur giocando con una difesa a quattro con i terzini che spingono molto. Così lo Stoccarda ha trovato la quadra per esaltare tutte le sue giovani stelle di cui dispone. Un modulo che è disegnabile come un 4-4-2 o un 4-2-3-1 a seconda di come le due punte si dispongono: ciò è possibile grazie alla duttilità del classe 1996 DenizUndav, in grado di agire sia da attaccante centrale che come rifinitore partendo più dietro.

 

 

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Il ruolo di ‘9’ è stato soprattutto di ErmedinDemirovic, l’anno scorso stella dell’Augsburg, chiamato a prendere l’eredità di Guirassy dopo i 30 gol in altrettante partite, ma adesso anche il grande ex di serata El Bilal Touré sta imponendosi, sull’onda positiva del gol segnato in casa della Juventus. Sulle corsie le alternative non mancano: nonostante l’infortunio del classe 2001 Jamie Leweling, fresco di esordio in nazionale con gol e giocatore tra i più in forma, c’è il 2002 francese EnzoMillot, numero 10 della Francia Under 21, il suo coetaneo Fabian Rieder, che a Euro 2024 con la Svizzera ha fatto malissimo all’Italia negli ottavi, e Chris Führich, genio e sregolatezza, 26 anni, nazionale tedesco, ala sinistra che ha cambio di passo e creatività quando rientra sul destro.

 

El Bilal esulta dopo la rete in Champions contro la Juventus

 

Le fondamenta della squadra sono a centrocampo, con la coppia composta da Stiller e Karazor, diga collaudatissima, come del resto è anche Mittelstädt sulla sinistra e Nübel tra i pali (altri due nazionali, come anche Stiller), quest’ultimo in prestito dal Bayern Monaco fino al 2026 e per molti erede designato di Neuer. Grandi dubbi sul reparto arretrato, dove l’unica certezza sembrava essere Chabot (vecchia conoscenza della Serie A con Spezia e Sampdoria), ma un problema muscolare potrebbe escluderlo dal match.

La probabile formazione

(4-2-3-1) – Nübel; Vagnoman, Chase, Rouault, Mittelstädt; Stiller, Karazor; Millot, Undav, Rieder/Führich; Demirovic/Touré.

Dovrebbe essere lo statunitense Chase, classe 2004 con origini giapponesi, a prendere il posto di Chabot, mentre in avanti è ballottaggio aperto, con Rieder che potrebbe giocare dal primo minuto con Führich pronto a subentrare dalla panchina.

Lo stadio

Un nuovo nome commercialmente parlando, MHP-Arena, una controllata di Porsche, ma la stessa sostanza per tutti coloro che vivono la città: Neckarstadion, detto anche Gottlieb Daimler Stadion. Il fatto che il nome del fondatore della Mercedes sia stato per un periodo anche il nome dello stadio lascia chiaramente intendere quale sia il centro di gravità intorno a cui ruota la città.

60mila spettatori, uno stadio che ha quasi cent’anni di storia ed è stato appena rinnovato per Euro 2024. Con una curva caldissima guidata dal Commando Cannstatt, che prende il nome dal distretto di Bad Cannstatt, quello dove si trova lo stadio. L’atmosfera che la Dea troverà sarà bollente, con un entusiasmo contagioso che ricorderà in qualche modo l’aria che tira a Bergamo.

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