Quella tournée del Genoa nel 1950 nelle Americhe
Ieri alle 02:00 AM
Prima di entrare nel merito del contenuto di questo libro, “1950, CALCIO AL TEATRO DELLE AMERICHE: la tournée del Genoa e il mondiale brasiliano”, di Pierpaolo Viaggi, penso possa essere utile fare un paio di precisazioni.
Questo lavoro sulla tournée americana del Genoa nel 1950, fa seguito ad una pregevole ricerca, del 2017, che l'autore aveva pubblicato sulla prima tournée genoana del 1923, in Argentina e in Uruguay: "1923-1925. Il Genoa alla scoperta del calcio sudamericano".
Tra i tanti meriti in cui si era distinto Pierpaolo in quella ricerca, credo che vadano segnalati l’onestà intellettuale e la capacità di lavorare su fonti originali di non facile reperibilità. Per ciò che riguarda il primo punto, mi riferisco in particolare al fatto di confutare, o perlomeno interrogarsi sulla veridicità di un presunto torto arbitrale subito dal Genoa in occasione del gol subito nel match contro l’Argentina. Questa versione del torto subito, nel corso di un secolo, si è consolidata nella pubblicistica genoana, e metterla in discussione -come ha fatto Pierpaolo- richiede comunque la capacità di sapere andare controcorrente.
Per quanto riguarda il pregio di lavorare su fonti originali di non facile reperibilità, mi riferisco al fatto che la ricerca sulla tournée del 1923, oltre che sulla pubblicistica nazionale e genovese in particolare, si basava sulla consultazione e sullo studio della stampa argentina dell’epoca, ovviamente con un occhio di riguardo per quella di Buenos Aires.
La seconda premessa riguarda il rapporto di stima e amicizia tra me e Pierpaolo. Un rapporto in parte intuibile dalla presenza del mio nome nella copertina di questo suo nuovo libro. In effetti, quando Pierpaolo mi ha parlato di questo progetto editoriale, mi sono permesso di dargli qualche suggerimento riguardante il piano dell'opera, gli ho suggerito qualche fonte giornalistica e, in un paio di casi, indicato del materiale fotografico. Tutto sommato, il mio è stato un contributo modesto. Ma Pierpaolo ha voluto onorarmi inserendo nella copertina il mio nome vicino al suo.
Fatte queste premesse, possiamo passare al contenuto di questa seconda fatica letteraria di Pierpaolo Viaggi.
Nel 1950, il Genoa non era più la squadra leggendaria che, nel 1923, aveva fatto una mitica tournée in Uruguay e Argentina, per sfidare le nazionali di quei due paesi.
Anzi, possiamo dire che, di lì a poco, sarebbe iniziato il suo lungo declino. L'anno prima aveva ancora lottato per il primo posto, per tutto il girone di andata, finendo a due soli punti dal Grande Torino, "campione d'inverno" e, in seguito, vincitore dello Scudetto (titolo assegnato nelle settimane successive alla tragedia di Superga). Ma, l'anno seguente, nel 1951, il Genoa sarebbe retrocesso per la seconda volta nella sua storia e, dopo di allora, sarebbero passati quattro decenni prima che il Grifo riuscisse a tornare ai vertici del campionato italiano.
Tuttavia, nel 1950, il Genoa restava pur sempre una società blasonata e, nell'estate di quell'anno, fece la sua seconda tournée in America Latina, questa volta nell'America Centrale. I paesi toccati da quella seconda tournée furono il Messico, il Costa Rica e il Salvador (credo che il Messico in realtà andrebbe considerato parte del Nord America, ma per lingua, tradizioni e cultura è popolarmente associato al Centro America).
Una ventina di anni prima che nello stadio della Azteca si giocasse la "partita del secolo", tra Italia e Germania, a Città del Messico, il Genoa, davanti a circa 35.000 spettatori, giocava contro la nazionale messicana, su un altro terreno di gioco, più precisamente all'Estadio Olímpico Ciudad de los Deportes.
Di queste vicende, intrecciandole con quelle del concomitante Campionato del Mondo in Brasile, tratta il libro del caro amico Pierpaolo Viaggi.
Entrando nel dettaglio, la narrazione prende le mosse partendo dai preparativi della tournée rossoblù con riferimenti ad articoli usciti su “La Gazzetta dello Sport” e su “Il Corriere Mercantile”. Questi articoli risalenti all’aprile del 1950 attestano che in quel periodo era stata già deciso che la tournée del Genoa si sarebbe effettuata in aereo. La sottolineatura del mezzo di trasporto scelto dipendeva probabilmente -come ci spiega l’autore- dal fatto che esso non era scontato, visto che la tragedia di Superga era recente e la traversata in nave, quantunque più lunga non era da escludere, tanto che anche per il viaggio degli azzuri in Brasile c’era stata una viva discussione sulle modalità di viaggio e alla fine si era deciso che il viaggio di andata sarebbe stato in nave mentre per il ritorno la scelta sarebbe stata facoltativa.
Alla fine il Genoa giocherà in Messico, Costa Rica e Salvador ma negli articoli del maggio 1950 si parlava anche della possibilità di partite da tenersi negli Stati Uniti (New York) e in Venezuela.
Proseguendo nella lettura scopriamo che dopo le questioni logistico-organizzative la stampa inizia dare spazio a quelle tecniche mettendo in risalto la convocazione di Verdeal, dopo un lungo periodo di assenza per problemi fisici. Convocazione che aveva lasciato pensare a un suo reintegro definitivo (anche se in realtà la questione si rivelerà più complicata: il giocatore parteciperà alla tournée ma alla fine di essa sarà esonerato).
Insieme al primo piano su Verdeal gli articoli forniscono l’elenco dettagliato della comitiva rossoblù: cinque dirigenti e diciassette giocatori (ovviamente tutti indicati nel libro).
Continuando in questo intreccio tournée del Genoa/Mondiali 1950, la narrazione prosegue con il capitolo dal titolo “Arrivo a Rio” dedicato alle vicende azzurre in Brasile, seguito dal capitolo intitolato “Viaggio e arrivo in Messico: la partita di esordio”, con la ricostruzione dei match del Genoa in Messico.
Arrivati più o meno a metà libro, la narrazione testuale è montaneamente interrotta per lasciare spazio a una lunga e interessante galleria d’immagini: poco meno di una ventina di foto sulla tournée rossoblù e oltre venti dedicate al campionato del mondo in Brasile.
Dopo, il filo narrativo riprende con l’analisi e il commento dei risultati. Per quanto riguarda il Mondiale si parte rievocando la sconfitta storica dell’Inghilterra ad opera degli Stati Uniti. Inutile dire che la stampa inglese prende quella sconfitta come un lutto nazionale e come la fine di un senso di superiorità calcistica. Quanto al Genoa, vincendo con l’Atlas, dopo avere perso con la nazionale, con il Veracruz e con il Leon, finalmente ottiene la prima vittoria in terra messicana.
Continuando nel’alternanza narrativa arriviamo al capitolo dal titolo “Verso l’epilogo a Rio”. Nel frattempo, l’Italia era stata eliminata dalla Svezia. Restavano in lizza Brasile, Uruguay, Spagna e la stessa Svezia. Com'è noto in questo girone finale alla fine sono Brasile e Uruguay che si contendono il titolo.
Ma prima di affrontare questo storico evento, l’autore ci porta dapprima in Costa Rica e in seguito in Salvador, ultime tappe della tournée rossoblù. In Costa Rica il Genoa ottiene una vittoria con l’Herediano e una sonora sconfitta dall’Alajuela. Quest’ultima sconfitta è in parte mitigata da due vittorie nelle ultime due partite in Salvador.
Siamo ormai in dirittura d’arrivo è il penultimo capitolo del libro è dedicato alla giornata conclusiva del campionato del mondo. L’esito finale, con la vittoria dell’Uruguay, è raccontato con dovizia di particolari e suggestivi dettagli.
Si giunge così all’ultimo capitolo che conclude l’alternanza del filo narrativo ricostruendo il ritorno dei rossoblù a Genova: atterraggio a Roma, viaggio in treno fino a Genova e festa alla Stazione Brignole dove la squadra è accolta dai tifosi rossoblù.
Chiude il libro un’appendice con i profili biografici dei membri della rosa genoana convocati per la tournée.
Concludo dicendo che il libro di Pierpaolo Viaggi è una gradevole e curata pubblicazione che non può mancare nella biblioteca degli appassionati della Storia del Genoa e, più in generale, degli appassionati della Storia del Calcio.
L'articolo Quella tournée del Genoa nel 1950 nelle Americhe proviene da PianetaGenoa1893.