Situazione molto pesante in casa Genoa: ma non deve trovare spazio la rassegnazione

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La prestazione del Genoa a Bergamo non è stata una partita, ma semplicemente un'allucinazione.

Inutile parlarne, si finirebbe a dire le solite, trite parole di questo periodo disgraziato.

Le tre reti di Retegui portano però alla realtà e rappresentano l'insipienza della società, così come i due gol (anche se su rigore) di Gudmundsson nella Fiorentina, ridimostrano la superficialità della stessa società.

Non era difficile prevedere l'arrivo di questo momento drammatico: ma nonostante tutto oggi non si può che dire di accettare supinamente questo momento, sperando che qualcosa cambi. L'unica parola che non bisognerà pronunciare è "rassegnazione", questa proprio no. Ci può stare la rabbia, la sorpresa, lo stupore, anche la disperazione o la critica violenta, ma la rassegnazione mai.

Questo va detto ai tifosi, unici a subire questa brutta realtà che è colpa di tanti, ma certamente non dei tifosi.

Inutile andare a cercare le cause: sarebbero le solite che da qualche tempo gli osservatori andavano annunciando. Per cui è tutto tempo sprecato. Le colpe sono di tutti, ma soprattutto della società che non ha intuito, dopo il mercato, quello che poteva succedere (e poi è successo) alla squadra.

Lo stesso Blasquez, parlando "a cuore aperto" ai tifosi, non li ha proprio rassicurati. Lo si può riassumere così: vedremo quello che si può fare, cioè comprare almeno due giocatori, vedremo cosa accadrà a 777 Partners che è ormai è in chiara difficoltà, vedremo se si troveranno altri finanziatori.

Nel frattempo ecco il povero Gilardino che è costretto a subire umiliazioni sul campo grazie al "niente" o quasi che ha oggi a disposizione. Contro l'Atalanta a Bergamo si voltava spesso verso la panchina, ma la vedeva tremendamente vuota. Solo con Ekhator, un ragazzino del 2005 che, comunque è stato l'unico a dare una piccola gioia con uno splendido gol: purtroppo l'unica e inutile realizzazione rossoblù.

Il tecnico è stato costretto a mandare in campo giocatori che nelle gambe avevano pochi minuti finora giocati, senza mai entrare negli schemi della squadra.

Quattro partite, 10 gol subiti, uno soltanto realizzato. In infermeria ci sono i migliori, qualitativamente parlando (Badelj, Messias, Frendrup, Ekuban a cui si è aggiunto ieri Bani), che sembra che non guariscano mai; strappi, stiramenti a iosa e non si capisce bene perché la lunghezza della sosta sia così di lunga durata.

L'unica speranza è che, almeno, il club rossoblù non prenda a capo espiatorio Gilardino e lo licenzi, magari per prendere un Ballardini qualsiasi.

Detto tutto questo, ripetiamo, non caschi nella "rassegnazione": i giocatori che per altro hanno dimostrato in passato di saper giocare, si stringano gli uni agli altri (almeno quei pochi sani che sono rimasti) e cerchino di ritrovare quello spirito, quel famoso triangolo "testa-cuore-gamba" che li fece applaudire all'inizio del campionato.

Speriamo che finalmente la società abbia capito gli errori commessi davvero clamorosi commessi ad inizio preparazione e provveda subito: in primis rianimare il gruppo e poi dar ad esso quello che è mancato nel mercato estivo a dir poco disastroso.

A questo punto ognuno preghi il suo Dio, che gli dia tanta speranza. Ma rassegnazione mai.

Vittorio Sirianni

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