
Atalanta

Ieri alle 10:22 AM
Di Flavio Verzola.
Racconta il mito greco di Atalanta, che fu abbandonata dal padre, perché avrebbe voluto un figlio maschio, fu allattata da un orsa, mandata in suo soccorso da Artemide, e poi cresciuta da una famiglia di cacciatori. Divenne così una formidabile cacciatrice, imbattibile nell'arco e nella corsa, rappresenta il prototipo della donna forte, indipendente e coraggiosa…. Chissà se coloro che a Bergamo hanno pensato di dare questo splendido nome alla squadra che li rappresenta, sanno di queste sue peculiarità.
Sicuramente il nome incarna coraggio e ambizione. Tanti fatti e poche parole, rispecchiando il carattere chiuso e indipendente dei bergamaschi. Città meravigliosa, soprattutto nella parte cosiddetta alta. Gli Orobici soffrono della vicinanza della metropoli lombarda, come tutte le cittadine vicine, che rimangono fagocitate dalla ingombrante presenza della sorella maggiore.
Non resta che differenziarsi, sia in un dialetto gutturale e incomprensibile, sia in un carattere schivo e chiuso, tipico delle vicine montagne. Anche dal punto di vista gastronomico, la divisione è marcata, tra trionfi di polenta taragna, formaggi e salami tipici, casoncelli e umidi di selvaggina, che ben si abbinano con la polenta. Bergamo è a poco più di cinquanta chilometri da Milano, giustamente e coraggiosamente, i bergamaschi fanno di tutto per mantenere la loro indipendenza.
Sarà per questo che il derby lombardo, soprattutto con Noi, ha per loro sempre un gusto particolare. Ad un attento osservatore non può sfuggire che il loro azzurro è più blù rispetto al nostro, tra motorini e minacce tra le curve, la trasferta in terra bergamasca è proibitiva, e il Gewiss Stadium è sempre un palcoscenico complicato. Insomma gli ingredienti per una seratina frizzi e lazzi ci sono tutti in questo antipasto primaverile.
Noi arriviamo da una notte stellata alla Van Gogh in terra d’Olanda, con annessa qualificazione ai quarti di Champions. Essere tra le prime otto, con in assoluto il budget minore, è qualcosa di assolutamente enorme, che viene esaltato in tutta Europa tranne che in Italia, patria della stampa sportiva più faziosa e rosicona del mondo! Come al solito i giorni prepartita sono un susseguirsi ormai risaputo di ipotesi catastrofiche.
I pulcinella faranno polpette dei gondolieri, in trasferta a Venezia, presentata come la gita scolastica per eccellenza. Mentre noi, stanchi e incerottati, ci frantumeremo contro le ondate orobiche e la furia di Gasp. Ovviamente le sette sconfitte precedenti, non fanno che avvalorare la tesi della legge dei grandi numeri. Alla popolazione gufesca non sembra vero di bubolare alla luna, sperando un una sonora batosta stile recente trasferta in terra Sabauda! Ma noi non siamo la vecchia meretrice, più siamo accerchiati, più troviamo energie nascoste. Il Demone di Piacenza, a differenza di altri allenatori, ha una ferrea comunione di intenti con il resto della squadra, che ci rende impermeabili alle critiche, ed estremamente compatti nelle risposte sul campo.
Andiamo in casa della Dea, con rispetto assoluto, ma con la granitica consapevolezza, di avere tutte le carte in regola per il colpaccio. I Pulcinella pareggiano al Penzo di Sant’Elena, con il nostro Radu sugli scudi…. tranquillo, ti abbiamo già ampiamente perdonato, e poi francamente non avevi nulla da farti perdonare. Un errore così determinante in un campionato, ti segna per tutta la vita, e tu sei stato più che bravo ad uscirne a testa altissima!
E comunque gli interisti pragmatici, già pensano ad accettare anche un pareggio! Nemmeno per sogno, il Demone vuole vincere! Come dire ad uno squalo che sente l’odore del sangue, di lasciar stare per stavolta. Nel corso degli anni, il Killer instinct si è radicato in profondità nell’animus pugnandi della squadra. A volte vinci, qualche volta non basta, ma di sicuro questa squadra, anche e soprattutto nelle difficoltà, non molla mai, o meglio “Mola Mia” per usare una espressione cara ai bergamaschi.
Partiamo fortissimo, belli concentrati e carichi, loro ci prendono uomo a uomo, in Gasp style, ma noi siamo talmente mobili da negare agli avversari, ogni punto di riferimento. Entusiasta del gioco nerazzurro, mi sembra di vedere l’onda di un oceano, maestosa e inarrestabile, si ritira giusto il tempo di ricaricarsi ed esplodere in tutta la sua fragorosa potenza! Forse sto bausciando troppo?
Sono straconvinto che se fosse entrato quel palo interno al minuto sei, il loro portiere, per altro bravissimo, avrebbe raccolto ben più di due polentine nella sua rete! La partita rimane in bilico, di certo loro non sono uno sparring partner, sentono la partita e l’occasione di sedersi a tavola con i grandi è ghiottissima. Unico loro squillo tuttavia, è un colpo di testa di Pasalic ben controllato da Sommer, il resto poca roba, anche perché Acerbi e compagnia sono praticamente spietati su Retegui e Lookman. Non ho più parole per il nostro centralone, sull’uomo ha una concentrazione tale, da renderlo nel ruolo uno dei più forti al mondo!
Secondo tempo, mentre si batte un corner Chala vede qualcosa che non va sugli spalti e richiama l’attenzione. Un tifoso non sta bene e viene soccorso, temo che prima o poi toccherà anche a me, visto come vivo le partite! Qualche minuto per riprendere il gioco, che verrà comunque recuperato alla fine, corner pennellato e la testa capelluta di Augusto sbuca e buca l’involpevole Carnesecchi! Vantaggio meritatissimo! Timida reazione orobica ben controllata dai nostri, al 71 contatto di spalla tra Lauti e Djimsiti che crolla come se fosse stato colpito da Hulk, Lauti segna ma il gol viene annullato per il presunto fallo precedente. Interpretazione fiscale di Massa, che all’80, fiscalmente sventola un giallo in faccia ad Ederson per un contrasto con Thuram non fischiato, e relative proteste.
Il brasiliano non contento, applaude l’arbitro, che da regolamento, estrae il rosso, Atalanta in dieci a otto dalla fine più recupero! Da notare che De Roon, che dimostra assai più cervello del Gasp, e ci vuole poco in effetti, dopo il primo giallo tenta invano di spingere via Ederson, ma ormai era troppo tardi. Lo squalo nasa ancora il sangue, bisteccone, subentrato ad un Denzel eroico, passa a Bare che imbecca Lauti in area, destro cattivissimo che fulmina Carnesecchi e virtualmente archivia la pratica! Gasp perde il controllo e si fa buttar fuori, noi sprechiamo un paio di occasioni colossali per segnare, dopo un recupero eterno, si esulta, consapevoli di aver dato una bella spallata al campionato. Di sicuro non decisiva, visto le insidie delle prossime partite, ma sicuramente importante e significativa.
Di ciò se ne sono ampiamente resi conto anche i soliti commentatori da operetta, che, nelle interviste post, hanno indegnamente ruffianato il Gasp, avvelenato con l’arbitro, per aver estratto un rosso, a termini di regolamento esemplare. Arriva il coro che il Massa avrebbe dovuto aver maggiore comprensione, visto l’importanza della partita, un rodimento a livelli stratosferici. Da segnalare un doppio giallo per Bastoni nel finale, non fiscale ma stra fiscalissimo, salterà Udine al Meazza, e visto che avremo un aprile campale, forse non tutti i mali vengono per nuocere. Ora recuperiamo, pausa nazionali, da primi in classifica, pronti per il rush finale. MARCIA AVANTI.