Inter, Marotta svela i piani di Oaktree: i tifosi possono esultare

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Beppe Marotta ha messo le cose in chiaro sui piani futuri: Oaktree ha un progetto ben preciso per l'Inter.

Dopo Inter-Como, il presidente Beppe Marotta è tornato a parlare in occasione dell'intervista concessa in esclusiva ai microfoni di Sky Sport. Il patron del club nerazzurro ha toccato diversi argomenti riguardanti il mondo nerazzurro, facendo chiarezza su delle tematiche ben precise.

Marotta a tutto tondo: il patron nerazzurro svela i piani di Oaktree

Beppe Marotta ha parlato di tutto a Sky Sport, dalla seconda stella conquistata, passando dal rapporto con Inzaghi fino ad arrivare al suo prossimo futuro al comando del club nerazzurro: "Se è il mio anno considerata la seconda stella e la nomina di presidente? E’ l’anno dell’Inter, nella quale c’è l’operatività di Giuseppe Marotta. Si coniugano due situazioni, ho ricevuto molto dall’Inter e dato la mia esperienza all’interno di certi obiettivi”.

Sulla competitività europea dell'Inter, Marotta non ha dubbi: "Devo dire che è ritornata a essere una delle protagoniste più autorevoli. Nel senso che la storia e il palmares di questa società ci dice che i trofei vinti sono tanti, quindi siamo tornati nel palcoscenico più consono alla storia. In questo momento, con la nuova proprietà, stiamo dando continuità a questa situazione”.

Sul ruolo del presidente, Marotta ha tenuto a ringraziare prima Oaktree per l'opportunità concessagli: "Intanto devo ringraziare la proprietà che mi ha dato fiducia da subito, una maggiore responsabilità avendomi nominato presidente di una società come l’Inter. E’ qualcosa di straordinario per la mia carriera, sempre nell’ottica di far sì che il cammino dell’Inter sia vincente e pieno di risultati. Non è cambiato molto, se non la dedizione e l’impegno che sono ancora maggiori. Nel mio cammino ho vissuto esperienze di tanti presidenti e modelli di gestione di club. Mi sono adattato, ho tratto tantissimo dai miei presidenti, che mi hanno arricchito”.

Marotta a tutto tondo: svelati i piani di Oaktree – (LaPresse) SpazioInter.it

Il presidente nerazzurro ha speso delle belle parole anche per Simone Inzaghi: "Ha dimostrato di essere un grande professionista e una persona intelligente. E’ arrivato in punta di piedi all’Inter, senza fare proclami. E’ cresciuto man mano che otteneva risultati, acquisendo consapevolezza nelle proprie capacità. E’ un leader del gruppo, sa inculcare la cultura del lavoro, la passione e il senso di appartenenza. Tutte queste componenti, supportate dal management, hanno creato quella simbiosi che ci ha portato abbastanza lontani. Come mi confronti con lui? La prima cosa è il rispetto dei ruoli, in primis devo fare questo. Ausilio, da ds, è quello che si confronta di più con Inzaghi, ma siccome il nostro è un gioco di squadra il confronto di noi è quotidiano. Ogni giorno parliamo delle varie dinamiche, con ognuno che porta la sua competenza”.

Per Marotta, l'età media della squadra non è affatto un limite: "Se tu hai 11 talenti non vinci in nessuna competizione, bisogna mixare giovani e meno giovani. Noi abbiamo trovato un equilibrio, sapete che il più vecchio è Acerbi che ha 36 anni. L’esperienza non la si mette in pratica solo in campo ma anche nello spogliatoio. La squadra ha entrambe le componenti: il dinamismo del giovane e la saggezza del meno giovane”.

Inoltre, secondo Marotta avere un blocco di giocatori italiani è un vantaggio: "Credo che i risultati conseguiti lo dimostrino. In Italia il campionato è unico e particolare, non c’è da nessuna altra parte questa pressione. Gli italiani sono cosa vuol dire andare a Empoli, Cagliari o a Lecce e trovare difficoltà. Poi è un orgoglio mettere a disposizione della Nazionale i nostri giocatori”.

In seguito, Marotta ha svelato quelle che sono le ambizioni di Oaktree: "È arrivata in punta di piedi, in silenzio, ma in modo concreto e partecipe nel club. Il rapporto è positivo e quotidiano, tutto volto a garantire la ricerca della sostenibilità economico-finanziaria. Questa sostenibilità avviene attraverso linee guida concordate, ovvero comporre una rosa che risponda a limiti economici dal punto di vista del costo del lavoro, a un’età media che possa garantire il fatto di investire in giovani che rappresentano un patrimonio, un elemento che contribuisce a dare sostenibilità. Nella prossima stagione garantiremo la massima competitività attraverso giocatori meno vecchi di quelli di oggi, ma che rappresentino anche qualità, professionalità e patrimonio”.

Marotta ha specificato anche sulla sua posizione tra Lega e FIGC: "Sono la persona più potente del calcio italiano? No, io sono una persona che ha raggiunto il pieno della propria esperienza calcistica, conosco bene questo settore avendo iniziato da ragazzino. L’aspetto che dobbiamo combattere è la litigiosità e dei personalismi esasperati. Dobbiamo essere tutti uniti per portare avanti un fenomeno che a tratti traballa nel confronto alle altre nazioni europee. Dobbiamo rivolgerci al Governo, i grandi problemi sono il Decreto Crescita che non ci dà la possibilità di utilizzare gli stranieri con agevolazioni che un manager ha. Guarda caso, nel momento in cui è stato attuato il Decreto, le nostre squadre sono arrivate tutte in fondo nelle Coppe. Ci siamo ritornati anche, l’Atalanta ha vinto”.

Marotta è contento della sua attuale carica, tenendo alla larga le voci di una possibile candidatura da presidente della FIGC o da Ministro dello Sport: "Grazie, ma io sono un amante del mondo del calcio e dello sport. Sono contento della mia carriera, sono contentissimo di fare il presidente dell’Inter, un ruolo che mi occupa molto. Poi mi dedico a osservare a ciò che avviene attorno a noi. Una delle grosse pecche del nostro sistema è che non può garantire lo sport in modo gratuito ai nostri bambini. Abodi è un ministro moderno, acuto, insieme a Valditara devono creare il connubio tra attività scolastica e sportiva”.

Sul futuro, Marotta non ha esitato a dichiarare:Se resteremo all’Inter ancora a lungo? Sì, all’Inter sto bene per cui spero di dare risultati, contribuire ad ottenerli”.

Sulle tre finali di Champions reggiunte tra Juventus e Inter, Marotta ha detto: "Credo che bisogna sempre garantire l’occasione di essere lì, dopodiché si vince o si perde. Noi dobbiamo perseguire di essere lì al momento giusto, è un atto non di arroganza, ma di ambizione sportiva. Nello sport bisogna esser ambiziosi altrimenti non si vince. Quando alcuni miei colleghi dicono ‘bisogna arrivare tra le prime 4’, io non sono molto d’accordo. Bisogna avere la sfacciataggine anche di avere obiettivi utopistici, credere in questo”.

Sul metodo Marotta: "Il mio metodo è quello di aver ascoltato per grande parte della mia vita tutti quelli che erano più anziani di me. Dopodiché nella seconda parte della mia vita sto cercando di dare gli insegnamenti che ho ricevuto. Mi diverto ancora moltissimo, altrimenti non farei questo mestiere. La passione è quella che mi stimola, l’adrenalina della partita non te la dà niente e nessuno”.

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