La rivincita di Dimarco, dalla gavetta allo Scudetto con l'Inter: "Cerco di dare tutto per questa maglia"

https://www.ilnerazzurro.it/wp-content/uploads/2024/05/dimarco-scudetto.jpg

C’è chi diventa interista con il tempo e chi invece ci nasce. In pochi, invece, possono avere la possibilità di giocare con la maglia della propria squadra. Federico Dimarco è uno di quelli che l’interismo ce l’ha dentro e lo indossa in campo, diventando uno dei migliori al mondo nel suo ruolo.

Questa settimana, Federico Dimarco è uno dei due protagonisti – insieme a Riccardo Calafiori – della doppia cover di Rivista Undici, che ha voluto intervistare l’esterno mancino dell’Inter.

Una passione nerazzurra

Federico Dimarco è pienamente recuperato dall’infortunio che lo ha tenuto ai box dalla sfida contro il Napoli: una buona notizia per Simone Inzaghi che potrà riabbracciare l’esterno sinistro titolare. Una posizione che Dimarco si è conquistato col tempo: “Non so se sono una bandiera moderna e non me lo domando. Mi limito a dare tutto quello che ho per questa maglia, perché so che va trattata in modo speciale“.

Nell’intervista di Rivista Undici, il difensore della Nazionale italiana ha parlato anche della sua gavetta e del periodo dopo l’esperienza svizzera al Sion, che ha coinciso con un momento complicato: “È stato durissimo, sia sportivamente che personalmente. L’infortunio al metatarso e la perdita del bambino erano stati due colpi tremendi. Il merito è di mia moglie se ho trovato le motivazioni sommerse da tutto quello che ci stava capitando, devo ringraziare lei se ho trovato la forza di andare avanti“.

Dopo il Sion, il Parma e l’Hellas Verona, nel 2021 Dimarco ritorna all’Inter: squadra da cui è partito nelle giovanili e per cui ha sempre tifato. Una passione che lo ha reso sempre emotivamente coinvolto in campo. Lo si evince anche dal senso di rivincita che è arrivato al momento della vittoria del ventesimo Scudetto.

Quando abbiamo perso lo Scudetto contro il Milan, l’abbraccio dello stadio è stato bellissimo e commovente. Non so quale atto d’amore sia più importante di quello dell’unione nei momenti di dolore, quando anche nella sconfitta i nostri tifosi ci riconosceva dei meriti. Prima del derby dello Scudetto, l’anno scorso, ho fatto vedere il video di quel momento alla squadra, per ricordare da dove eravamo partiti e cosa dovevamo a noi stessi e alla nostra gente. Abbiamo avuto la possibilità di prenderci una rivincita e ce la siamo presa, forse in un modo che non accadrà più” racconta Dimarco.

Un mancino unico al mondo

Oltre alla sua forte passione nerazzurra, Dimarco si è contraddistinto – soprattutto – per le sue qualità in campo. Una di queste è sicuramente relativa al suo piede sinistro, con cui delizia i tifosi.

Una delle sue giocate, poi, è il controllo di controbalzo su un cambio campo: “Semplice, è una cosa che mi diverte fare e mi gasa. Saltare un avversario in corsa con uno stop al volo è eccitante, cerco di farlo quando mi si presenta l’opportunità, anche perché darebbe un vantaggio sul fronte offensivo“.

In questi anni all’Inter, Dimarco ha ottenuto sempre di più un prestigio internazionale, diventando uno dei migliori nel suo ruolo: “Bisogna saper mantenere il livello, è la parte più difficile. Anche in una stagione complicata come questa, cerco di lavorare al meglio per uscirne“.

Ma cosa lo rende unico al mondo? Dimarco risponde così: “Il modo in cui interpreto il ruolo, perché nonostante io sia un esterno, non mi piace molto stare sul binario. Infatti, a volte mi ritrovo in posizione di mezz’ala o punta. Questo grazie anche al nostro modo di giocare, che mi diverte tanto“.

×