23/11/1980 ,LA TERRA TREMA MENTRE L ITALIA GUARDA IN TV IL DERBY D ITALIA

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23/11/1980 ,LA TERRA TREMA MENTRE L ITALIA GUARDA IN TV IL DERBY D ITALIA.      (di Massimiliano Fantasia)

E come tutte le domeniche, alle 19.34, ero seduto alla tavola della cucina insieme a mio fratello per aspettare la cena e vedere il canonico tempo di una delle partite del campionato che erano state giocate al pomeriggio.
Quel pomeriggio a Torino andò in scena la più classica delle partite,il derby d Italia tra la Juventus di Giovanni Trapattoni e l Inter campione d Italia guidata da Eugenio Bersellini.
A quei tempi, infatti, le partite non venivano trasmesse in diretta alla televisione come succede oggi,non esisteva internet e non potevi usufruire di qualche piattaforma che ti permettesse la visione, si giocavano tutte nel primo pomeriggio e per saperne l andamento o andavi allo stadio oppure si ascoltavano alla radio, grazie a "Tutto il calcio minuto per minuto".
Per vedere i gol si doveva aspettare su Rai uno 90 minuto che andava in onda puntuale alle 18.00., a quell’ ora Paolo Valenti, come l amico della porta accanto, entrava con educazione nelle case degli italiani oppure nei bar dove a quei tempi ci si riuniva davanti al televisore indipendentemente dal tifo,era anche un modo per prendersi un po in giro,  alle 19.00,si passava sul secondo canale della Rai che trasmetteva in differita solo un tempo di quella che era stato l incontro di cartello di quella giornata.La Juve aveva superato l Inter per 2-1 al termine di una partita molto spigolosa,le due squadre si erano affrontate a testa alta senza tanti tatticismi e alla fine i bianconeri riuscirono a portarla a casa dando un segnale fortw al campionato.Trapattoni aveva mandato in campo Zoff Cuccureddu Cabrini Furino Osti Scirea Causio Tardelli Marocchino Brady e Fanna,l Inter era arrivata a Torino senza grossi problemi di formazione e Bersellini poté schierare la miglior formazione possibile,Bordon Canuti G.Baresi Marini Mozzini Bini Oriali Proaska Altobelli Beccalossi Muraro.. finì 2-1 per la Juventus segnò Liam Brady su calcio di rigore e Scirea,di Ambu subentrato a Muraro la rete nerazzurra..

In quel momento, esattamente alle 19.34 e 52 secondi mentre noi si stava guardando la partita al caldo, vicini alla stufa,un violento terremoto si abbatte’al Sud del paese finendo col distruggere tutta la zona di Avellino e dell’Irpinia, nella Campania centrale incluse  le province di Salerno e di Caserta  fino ad arrivare a colpire la Basilicata centro settentrionale più specificatamente nella zone intorno a Balvano Melfi e Muro Lucano e la provincia di Foggia.
Alla fine si contarono 2914 morti 8484 feriti oltre 280000 sfollati
Ci trovavamo di fronte ad una tragedia devastante, che sconvolse l'Italia di quarant'anni fa, lasciando un'impronta sull’ intero Paese.Tutti ci sentimmo coinvolti, in tutta l’Italia come successe qualche anno prima per il Friuli la gente cerco’ di fare arrivare il suo aiuto come poteva,soldi coperte,medicine, cibo , praticamente c era bisogno di tutto ,furono allestiti dei container dove chi era rimasto senza un tetto poteva trovare ospitalità,la disperazione era palpabile,quanti hanno preferito andare via dall Italia per ricominciare da un altra parte,molti hanno vissuto in quei container tutta una vita.
I giorni seguenti furono drammatici.Per chi si era salvato ,cominciava il calvario di dover riconoscere i propri cari una volta tirati fuori dalle macerie.
Il presidente della Repubblica Sandro Pertini andò nelle zone colpite e si scagliò contro i ritardi dei soccorsi.
Salvatore Di Somma, il capitano dell'Avellino, che era in Serie A e che quella domenica aveva battuto per 4-2 l'Ascoli  al Partenio, subito dopo la scossa, come tutti i suoi concittadini, scese per le strade della città per dare il suo contributo, scavando tra le macerie nella speranza di trovare qualcuno ancora vivo
In Piazza delle Libertà dove la Croce Rossa aveva allestito un ospedale da campo dove poter prestare i primi soccorsi,una donna, sconvolta, lo riconobbe, e fermandolo gli disse: "Salvatò, hai visto che disastro. Però oggi che bella vittoria che abbiamo fatto …".
Tanto per dire quanto il calcio, anche in quella occasione così terribile, fosse nella testa e nel cuore di quella gente.La risalita fu molto lenta, addirittura c è gente che tutt’ora vive nei container continuando a usufruire del contributo come terremotato. Anche nei mesi seguenti,i tifosi avrebbero continuato a riempire i gradoni del Partenio per seguire la squadra.,l’Avellino era diventato un po l orgoglio di una città ferita e del suo popolo che unito aveva sconfitto anche la paura di dover ricominciare dal niente facendo tesoro solo delle proprie forze e sugli aiuti della povera gente perché si sa, davanti a tragedie come queste le istituzioni fanno solo un sacco di promesse ma se non ci si rimbocca le maniche si finisce per essere dimenticati.

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