IL COLUMNIST di Luca Russo / IL TOUR DEL PARMA IN A: INIZIO DIFFICILE, CHIUSURA CON IL GP DELLA MONTAGNA

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(Luca Russo) – Un inizio in salita, poi le pendenze che si fanno via via meno aspre, ma non affatto dolci, e in chiusura un gran premio della montagna che Giro d’Italia e Tour de France scansatevi proprio. Si tratta del calendario della Serie A stilato oggi dalla Dea Bendata, che in realtà come la sfiga ci vede benissimo e sa perfettamente a chi tendere la mano e a chi, invece, mollare un ceffone in pieno volto.

Al Parma, leggendo e rileggendo gli accoppiamenti che giornata per giornata gli sono stati apparecchiati dalla sorte, è toccato il secondo dei due trattamenti appena citati. A scanso di equivoci, e per fugare il campo da qualsiasi tentativo di cercare un alibi ed aggrapparvicisi esercitando la peggiore forma di maniavantismo, si richiama il concetto che quasi sempre finisce in tendenza quando si tratta di commentare calendari, fasce, sorteggi, teste di serie e affini: prima o dopo bisogna incontrarle tutte e se si è sufficientemente attrezzati, bravi e forti, non c’è calendario che possa condizionare o addirittura negare il raggiungimento del proprio obiettivo stagionale. Ribadito questo pensiero, non secondario né trascurabile in un’epoca calcistica in cui dilaga la cattiva abitudine di dare la colpa al Palazzo se le cose ci vanno male e attribuirci ogni merito possibile, ivi incluso quello di essere stati così abili da sopravvivere alle congiure dei potenti, se al contrario le cose ci vanno bene, non si può non notare come la calendarizzazione pescata dal Parma sia la meno agevole tra le possibili.

L’inizio è una salita ripida, da scalatori puri, con l’aggravante che nelle gambe dei Crociati, giocoforza, ci saranno ancora i carichi di lavoro, le fatiche e le tossine della preparazione estiva: Fiorentina e Milan al Tardini e Napoli al San Paolo nelle prime tre giornate, il Bologna al Dall’Ara alla settima e la Juventus allo Juventus Stadium in occasione della decima, per un totale di cinque gare proibitive su dieci tra agosto, settembre ed ottobre. Fino a metà novembre si tira un po’ il fiato, anche se almeno sulla carta gli impegni contro Genoa e Venezia dovrebbero tradursi in scontri diretti per la salvezza, quindi materiale pirotecnico da maneggiare con cura per non bruciarsi l’ambizione di conservare la categoria in largo anticipo rispetto al giro di boa.

Dall’Atalanta in avanti si riprende a usare i rapporti leggeri: dopo aver affrontato la formazione di Gasperini, arrivano in serie Lazio, Inter, Hellas Verona e Roma. Che fatica. Tra gennaio, febbraio e marzo il calendario ritorna ad essere abbastanza umano perché propone meno partite fuori categoria e più match dal sapore di traguardo intermedio al cospetto di squadre in teoria iscritte alla lotta per scappare dal pericolo della retrocessione, ma attenzione: è proprio qui e in questa fase che si capirà se la salvezza è un desiderio realizzabile o un sogno che si traveste da incubo, con annesso sudore e il brusco risveglio che ne conseguono. Superati i tre mesi di relativa pianura, ad inizio aprile il Parma si ritroverà ai piedi di qualcosa di molto simile all’Alpe d’Huez. Con Inter, Fiorentina, Juventus e Lazio in sequenza servirebbero un motorino nelle gambe e un altro nel telaio, mica maltodestrine e rifornimenti volanti. A maggio l’altimetria migliora, però di poco, anzi di pochissimo. Como ed Empoli per cominciare, Napoli e Atalanta per scollinare e concludere la Serie A 2024/2025.

Diciamocela tutta: speriamo di aver raccolto prima i famosi 40 punti necessari per salvarsi. Dopo, tra tornanti e strappi assortiti, potrebbe essere già troppo tardi. E sia chiaro che non è assolutamente pessimismo, ma il migliore servizio che si possa rendere al Parma, ovvero un sano esercizio di realismo. Coraggio, Crociati: non c’è montagna più dura di quella che si ha paura di scalare. Luca Russo

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