PARMA, TOTAL BLACK: 6 PUNTI SU 24 IN 8 SCONTRI DIRETTI

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(Vincenzo Bellino) – La quarta maglia nera del Parma riassume simbolicamente il grigiore del pomeriggio domenicale vissuto dalla squadra di Pecchia. Il brillante successo contro la Lazio di due settimane fa, che aveva galvanizzato l’ambiente, è stato vanificato dalla sconfitta contro il Verona di Paolo Zanetti. Gli scaligeri, come già accaduto a Cagliari e Genoa, altre due dirette concorrenti nella lotta salvezza, hanno trovato nuova linfa al Tardini e inflitto ai crociati la settima sconfitta stagionale.

Total Black

È nelle vittorie che bisogna cercare gli errori. Un’impresa non deve mai far perdere l’umiltà, specialmente quando, oltre ai propri meriti, gli episodi favorevoli giocano un ruolo decisivo (vedi Lazio). Contro il Verona, invece, il Parma è stato protagonista di una brutta prestazione e vittima di un destino avverso. Il gol-lampo di Rovella, annullato correttamente dal VAR contro la Lazio, questa volta è stato assegnato al Verona, premiato per un approccio alla gara nettamente migliore rispetto a quello dei crociati.

Il colpo di testa vincente di Coppola ha mandato all’aria i piani di Pecchia, costringendo il Parma a rincorrere, come era già accaduto contro Genoa, Empoli e Cagliari al Tardini. Questa volta, il pareggio è arrivato nella prima frazione di gioco, ma nella ripresa non c’è stata alcuna riscossa.

Di fronte alle incursioni degli esterni scaligeri, con un centrocampo indebolito dall’infortunio di Estevez e dalla sostituzione forzata di Hernani al 45′ (ammonito e protagonista di una prestazione opaca), la difesa del Parma ha mostrato tutte le sue fragilità. Valeri è apparso impreciso, Balogh, probabilmente non ancora al 100% dopo il guaio muscolare rimediato nei primi minuti contro l’Inter, ha firmato la sua peggior prova stagionale; a completar l’opera i segnali di cedimento mostrati anche da capitan Del Prato e dal promettente Leoni.

L’ultimo a mollare è stato Sohm, autore di una doppietta e unico giocatore ad aver incarnato quel senso di responsabilità tanto invocato da mister Pecchia, che lo ha elogiato in conferenza stampa. Continua invece il momento no di Bonny, in ombra sia Cancellieri che Man. Proprio sui piedi di quest’ultimo e del neo-entrato Almqvist sono capitate le occasioni più ghiotte, non sfruttate quando il risultato era ancora in bilico sull’1-1.

Parma, quando il gioco si fa duro…

Quando il gioco si fa duro e gli episodi girano le spalle, il Parma crolla, e le ragioni sono molteplici: la giovane età della rosa, che fatica a reggere mentalmente nelle sfide decisive, ne consegue una serie di errori tecnici che si ripetono di partita in partita. A ciò si aggiunge un mercato estivo orchestrato senza tener conto delle reali necessità di un allenatore che, senza Bernabè, stenta a trovare il bandolo della matassa, pur continuando a procedere ostinatamente sulla propria strada, nonostante i risultati raccontino una storia ben diversa.

6 punti su 24 in 8 scontri diretti

Lo “strano percorso” del Parma, per dirla alla Max Pezzali, continua a sorprendere e a deludere al tempo stesso: grande con le grandi, piccolo con le piccole. La squadra di Fabio Pecchia ha dimostrato il proprio valore contro le big del campionato: ha battuto Milan e Lazio, tenuto testa all’Inter per un tempo, complici le imprecisioni sotto porta dei nerazzurri; contro Fiorentina, Napoli e Juventus avrebbe meritato addirittura il successo, ma negli scontri diretti il trend è preoccupante.

I numeri parlano chiaro: su sette sconfitte stagionali, quattro sono arrivate contro squadre della zona bassa della classifica, tutte al Tardini. Cagliari, Genoa, Udinese e ora Verona hanno banchettato sul terreno di casa del Parma, annullando quel fattore campo che dovrebbe essere un punto di forza per chi lotta per rimanere in Serie A. L’unico sussulto positivo nelle sfide salvezza è arrivato al Penzo, contro il Venezia di Di Francesco. Un successo pesante, ma isolato se si considera che su 24 punti disponibili (Empoli, Como, Lecce, oltre alle già citate) i ducali ne hanno totalizzati appena 6 (1 vittoria, 3 pareggi).

A scherzare col fuoco…

Il bilancio negativo negli scontri salvezza non è l’unico campanello d’allarme. La classifica, che fino a poche settimane fa pareva solida, inizia a destare un po’ di preoccupazione: i punti di vantaggio sul terzultimo posto, che significa Serie B, da quattro sono diventati appena uno. Lecce e Genoa, rigenerate dopo gli arrivi in panchina di Giampaolo e Vieira, grazie alle ottime performance fornite contro Monza (successo per 2-1 al Via del Mare) e Milan (0-0 a San Siro) hanno scavalcato il Parma in classifica, agganciato da Verona e Como, quest’ultimo vittorioso 2-0 sulla Roma, prossima avversaria del Parma.

La trasferta dell’Olimpico rappresenta un banco di prova complicatissimo, ma sarà fondamentale per ritrovare fiducia e solidità. Subito dopo, al Tardini, arriverà il Monza, un avversario abbordabile ma visto quanto successo con Cagliari, Genoa e Verona, il rischio che possa arrivare l’ennesima beffa stagionale è dietro l’angolo.

Quella contro i brianzoli sarà l’ultima del 2024, poi le due trasferte di fila contro la Torino granata e la Genova rossoblu inaugureranno il 2025. Chiudere l’anno e iniziare il prossimo in modo positivo è vitale per scacciare l’incubo della retrocessione e per non lasciare che i passi falsi contro le piccole trasformino la stagione in un calvario. Perché, a scherzar col fuoco, si rischia di bruciarsi. E in una Serie A sempre più competitiva ed equilibrata, le fiamme della lotta salvezza potrebbero consumare anche chi, come il Parma, sembrava destinato a tutt’altra corsa. Vincenzo Bellino

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