PER ME KRAUSE, SU X, NON HA RISPOSTO ALLO STRISCIONE DELLA NORD
01/20/2025 08:00 AM
(Gmajo) – L’attenzione della comunità Crociata, stamani, è virata dai commenti post Parma-Venezia – con l’ennesimo scontro diretto non vinto stagionale, anche se come argomentavo stanotte, l’importante era non perderlo –, dai possibili sviluppi del calcio-mercato (gli espertoni sostengono che il Parma abbia rifiutato l’offerta monstre della Fiorentina, pari a 20 milioni per Man) ad un altro argomento che magari possiamo considerare più frivolo, ossia quella che la Gazzetta di Parma (versione on line) ha interpretato come una risposta di Kyle Krause su X allo striscione della Nord di ieri a tema “silenzio” (suo e della Società, specie lato sportivo, ove, tutt’ora, malgrado la complessa governance, manca il leader, da quando si è risolto il contratto con il Managing Director Sport Roel Vaeyens, per un secondo mercato consecutivo apparentemente acefalo, se non fosse che, in realtà, sebbene mai ufficializzati, la linea pare venga dettata dal potentissimo duo Lacome-Pettinà).
Orbene, magari prendendo spunto dalla dissertazioni tra il serio ed il faceto di una nota piazza virtuale, sovente fucina di idee per gli addetti ai lavori e non solo, ossia Parma Fans, la redazione virtuale del più antico quotidiano italiano si è intestardita a credere che il post presidenziale, dedicato alla ricorrenza del ricordo di Martin Luther King, molto sentita nel suo Paese, fosse, per l’appunto, una risposta indiretta alla tifoseria gialloblù più calda che lo accusa di mutismo.
Già, il tema del silenzio è quello che potrebbe aver tratto in inganno gli autorevoli colleghi on line del quotidiano confindustriale, visto che il testo cinguettato da KK era, appunto, un profondo pensiero del leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, che recita così: “Le nostre vite finiscono il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano”. Silenzio, stiamo zitti: forse solo una banale coincidenza, ma tanto è bastato per montare un putiferio, anche perché la notizia ha campeggiato per lunghe ore come apertura della edizione on line, collezionando chissà quanti clic e suscitando dibattito nello spazio commenti sulla pagina FB del giornale, con risposte piccate della redattrice in servizio, Paolo Guatelli, che ha replicato con una certa (inusuale, dato il luogo) ubris a chi li sfotteva per questa interpretazione.
Ma quale perentorietà e sicumera! Per essere così certi dell’assunto – soprattutto gli specialisti in dietrologie, si sono subito allertati (“la GdP non pesta bucce di banane”) – significa che avranno avuto gli opportuni riscontri di caso. Beati loro: StadioTardini.it, sia per le vie brevi che per quelli ufficiali, ha provato chiedere lumi alla complessa struttura comunicazionale di Krause Group e Parma Calcio 1913, senza ottenere, in tempo utile con l’uscita di questo articolo, alcun ragguaglio, lasciandoci così nel dubbio: avremo ragione noi a credere che la Gazza abbia preso un granchio, oppure loro ad associare con estrema sicurezza il lancio social di Krause quale risposta (mai fatto niente del genere in ormai cinque anni) allo sprone dei Boys?
Come potete leggere sopra, però, in via Mantova sostengono che “dalla presidenza hanno confermato che quella frase presa in prestito da MLK era per dare una risposta allo striscione”. Ma della presidenza (e quale presidenza?) chi glielo avrà confermato? Krause in persona? Lo hanno incontrato al Bar Giulia di Via XXII Luglio ove suole andare a colazionare durante i (rari) soggiorni parmigiani e dove ha fatto tappa anche stamani?. Ad ogni buon conto lo stesso tag finale #MLKday postato su X da KK o dal suo SMM, dovrebbe togliere ogni ragionevole dubbio.
Ieri, peraltro, per tutta la durata della lenzuolata, il presidente manco l’ha guardata, mantenendo lo sguardo fisso sul terreno di gioco: sia pure tirato per la giacca, dunque, penso abbia tirato oltre e non abbia risposto allo sprone. Ma se mi dovessi sbagliare, come sempre, sono pronto a chiedere scusa agli interessati e a correggere. Sperando basti, of course… Gabriele Majo