A novembre l'inflazione rialza la testa: +1,4% anno su anno, rincarano i beni alimentari. "Il Natale rischia di essere un salasso"
Oggi alle 06:28 AM
L’inflazione a novembre rialza la testa. Secondo le stime preliminari dell’Istat è salita a +1,4% anno su anno da +0,9% del mese precedente, mentre la variazione mensile è nulla. A salire sono soprattutto i prezzi dei beni alimentari (+2,4% quelli lavorati, +4,1% i non lavorati) e di quelli energetici, che hanno smesso di contribuire alla deflazione: quelli regolamentati accelerano a +7,5% e quelli non regolamentati flettono solo del 6,6% contro il -10,2% del mese prima. Tendono di nuovo all’aumento anche i prezzi dei servizi di trasporto (+3,5%). Il tasso di crescita dei prezzi del ‘carrello della spesa‘ sale a +2,6% dal +2% del mese prima e quello dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto da +1% a +1,8%. L’inflazione di fondo si attesta a +1,9%.
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra un'inversione di tendenza portandosi su valori positivi (da -0,5% a +0,4%) e quella dei servizi accelera lievemente (da +2,7% a +2,8%). L’inflazione acquisita per il 2024 è di +1% per l'indice generale e +2% per la componente di fondo.
Alla luce dei dati Istat si preannuncia “un autunno rovente sul fronte dei prezzi”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. “È gravissimo che l’inflazione, dopo essere scesa da marzo a settembre, abbia invertito la rotta con un aumento esponenziale, ma ancor più allarmante è l’impennata del carrello della spesa e dei prodotti alimentari, che dopo un andamento positivo durato, per entrambe le voci, da febbraio 2023 ad agosto 2024, ossia per 18 mesi, ora sono decollati, con il carrello che passa da +0,6% di agosto a +2,6 di novembre, ossia più che quadruplicato in appena 3 mesi, e i prodotti alimentari saliti da +0,9 a +3,2%, ossia 3 volte e mezzo”.
Assoutenti chiede “misure ad hoc per evitare che il Natale degli italiani si trasformi in un salasso“. Per il presidente Gabriele Melluso “i rialzi che stanno interessando il comparto alimentare meritano la massima attenzione. La conseguenza è che le famiglie tagliano i consumi alimentari, calati in volume complessivamente per 1,6 miliardi di euro nel 2024, al netto dell'inflazione”.
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