Ancora problemi per Agrigento capitale della Cultura: si è dimesso anche il direttore della Fondazione

https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/03/28/Imagoeconomica_2350376-1200x630.jpg

Doveva essere un anno storico per Agrigento, ma sta per passare alla storia come quello delle dimissioni e delle polemiche. L'anno di capitale della Cultura miete infatti la terza “vittima”: è il direttoregenerale della Fondazione, colui che aveva pianificato il documento che ha conquistato il titolo. RobertoAlbergoni si è dimesso, lasciando la barca in mezzo a un mare in tempesta. La sua decisione è arrivata dopo l'approvazione del bilancio.

Esautorato prima il fautore dell'idea della candidatura, Nené Mangiacavallo, in seguito si è dimesso anche il presidente della Fondazione, Giacomo Minio, fatto fuori dopo le polemiche all'inaugurazione dell'anno. Poi è arrivato quello che sembra a tutti gli effetti un "commissario" imposto dalla Regione, l'ex prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, oggi a capo della Fondazione in qualità di presidente. Ma il percorso sembra ancora accidentato. L'ex prefetto, insediatasi da poche settimane, non ha trovato neanche un ufficio per la sede della Fondazione Agrigento 2025. Mentre volano gli stracci, però, sono già trascorsi tre mesi dell'anno di capitale.

La costante di quella che è la prima capitale della cultura italiana a guida centrodestra, infatti, è quella dei ritardi e dei problemi: dalla pianificazione degli eventi alle cose più banali, come i tombiniasfaltati prima dell'arrivo del presidente della Repubblica SergioMattarella per l’inaugurazione a gennaio. Sul titolo di Agrigento 2025 pesano di più le polemiche che le vere iniziative, alcune delle quali sono state rinviate se non addirittura annullate, a causa del mancato sblocco dei soldi arrivato soltanto adesso. Un esempio è l'evento Sphairos, programmato per la prossima settimana (e ancora ufficialmente nel programma) nonostante i relatori, inizialmente contattati, non sanno neanche che dovranno intervenire.

Mentre aprile incombe e le dimissioni di Albergoni fanno sgretolare di nuovo il fragile castello di carte, si aspetta un nuovo direttore, quindi ancora attese e ritardi per i progetti già in programma. In sospeso restano anche gli altri sindaci della provincia, il coinvolgimento dei quali era stato dichiarato all'inizio come carta vincente del progetto, poi abbandonata. Gli amministratori dei Comuni, infatti, erano stati contattati solo a gennaio per proporre dei progetti (rigorosamente già finanziati) da inserire nel programma ufficiale senza poi ricevere alcuna risposta.

Un disastro che provoca anche la reazione delle opposizioni: dal Movimento5 stelle al Pd, sia alla Regione che in Parlamento, criticano l'ennesimo colpo inferto alla provincia, per un titolo che sembra essersi trasformato in un vero e proprio boomerang per la stessa città. Così, mentre si riparte da zero (o quasi), ancora una volta l'unico a predicare calma – come se l'anno di Agrigento Capitale della cultura fosse nel 2026 – è il presidente della Regione Siciliana RenatoSchifani, già irato per la questione dei tombini asfaltati la notte prima dell'inaugurazione della manifestazione e ritrovati solo nei giorni successivi con l'utilizzo del metaldetector: secondo il governatore è il momento, per la presidente Cucinotta, di mettere "ordine nel disordinetrovato garantendo l'efficace realizzazione degli obiettivi prefissati". Mentre ad Agrigento ancora si cerca l'ordine, la clessidra scorre inesorabile e per il passaggio del testimone a "L'Aquila 2026" mancano solo 9 mesi.

L'articolo Ancora problemi per Agrigento capitale della Cultura: si è dimesso anche il direttore della Fondazione proviene da Il Fatto Quotidiano.

img

Top 5 Serie A

×