Brunori Sas in concerto, una carezza contro l'emergenza sociale: "Il mondo è peggiorato e l'artista deve decidere cosa fare. Io più televotato di Tony

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Puntuale come un orologio svizzero, anzi qualche minuto prima delle 21 previste, Brunori Sas sale sul palco per la prima data del suo tour nei palazzetti, a Vigevano, da solo con la chitarra e intona il primo brano della scaletta del suo tour nei palazzetti "Il pugile". E non a caso, uno dei primissimi pezzi che ha scritto e ad evidenziare le sue origini "quando ho iniziato la mia gavetta accadeva proprio questo, luci accese e lì sul palco da solo".

Il concerto di Brunori Sas ti riconnette alla musica suonata, alla bellezza delle parole, all’essenzialità del palco e ad una band che trasuda complicità da tutti i pori. E poi c’è lui Brunori Sas, terzo classificato all’ultimo Festival di Sanremo con "L’albero delle noci" e outsider del podio dietro Lucio Corsi e Olly, il vincitore. In tutto 23 brani per un’ora e cinquanta di concerto (una durata ‘umana’ e ormai rarità), in cui il cantautore calabrese mostra la sua anima di cantautore suonando la chitarra e il pianoforte, ma anche quella hard rock heavy metal delle sue origini. Essenziale il palco con gli 8 musicisti, posizionati su una grande pedana a quattro livelli: una struttura semicircolare di legno scuro, ispirata alla forma di una noce, a richiamare una sezione de "L'Albero delle Noci".

Quello di Brunori Sas è un concerto da non perdere, da ascoltare, da ballare, una carezza affettuosa in tempi difficili, dove il mondo fuori dal palazzetto è funestato dalla crisi climatica e mondiale. Riuscire nell’impresa non è cosa da poco.

"Mi sono emozionato subito e non l’avrei mai detto" – È un concerto che rimette proprio in posizione centrale l’aspetto musicale, il suonare, perché ci sembrava la cosa più giusta visto che la band è sempre quella che mi segue ormai da anni. I pezzi li sappiamo praticamente a memoria e quindi abbiamo anche optato per una scrematura e di tutti quelli che possono essere gli artifici che si utilizzano ultimamente. Ovviamente tutto questo rende molto più divertente il Live, molto più vivo, mi dà la possibilità di essere libero anche di cazzeggiare nel senso bello del termine, sia come faccio con le chiacchiere sia con l’improvvisazione. Ci serviamo un canovaccio però c’è anche il desiderio di provare a rendere ogni concerto un concerto unico. E poi è giusto, secondo me, che uno venga a vedere uno spettacolo in cui c ‘è della vitalità e del dinamismo. Penso che questo sia accaduto e mi sono anche molto emozionato, cosa che non è scontata in una prima data, perché stai sempre a pensare ‘ora succede questo, ora succede quest ‘altro’, invece evidentemente andiamo dentro alla musica. Volevo che ci fossero diversi momenti, quelli un po’ più concitati, ma anche quelli più intensi, mi fa sempre piacere vedere che anche in un contesto come il palazzetto riusciamo a creare una certa intimità perché a volte addirittura nel palazzetto sembrano funzionare dei pezzi anziché altri. I pezzi solo chitarra e voce piacciono ed è un bel segnale.

"A Sanremo mi sono divertito"– Sanremo? Ho avuto la fortuna che le cose sono andate in una direzione inaspettata e quindi ogni cosa che arrivava era una sorpresa. È stato molto divertente quando ero sul podio, mi sembrava di essere in ‘The Truman Show’, Mi sembrava surreale che mi stesse accadendo tutto questo perché non avevo quel tipo di aspettativa lì. Mi sono divertito anche a fare tutte le fesserie collaterali, che erano le cose che mi spaventavano.

"Ho voluto omaggiare i miei genitori" – In ‘Per non perdere noi’ abbiamo proiettato il filmino del matrimonio dei miei genitori. Avevo in mente questa idea da un po’, poi però, avendo fatto già il video de ‘L’albero delle noci’ con la mia famiglia, mi sembrava di esagerare, sembrava un po’ un l’effetto di ‘La vita in diretta’. Non sono uno che vuole vincere facile.

"Il mondo è peggiorato e l’artista deve prendere una decisione" – In scaletta c’è ‘Canzone contro la paura’ è stata scritta nel 2017 ed è vero che cantavo e mi auguravo che arrivasse un mondo migliore. Dopo otto anni questo mondo è cambiato in peggio. Quando ho scritto questo brano e in quegli anni si percepiva come stava montando il fenomeno dei social e dei leoni da tastiera. All’inizio c ‘è lo sdegno, ma poi quello sconfinare sposta l’asticella sempre un po’ più avanti. C’era gente che sotto alcuni post, cominciava a commentare dicendo delle cose feroci e lì ti domandavi se si rendessero conto. Adesso quella roba lì è entrata nel mondo reale. Prima era difficile che queste cose si dicessero o scrivessero in maniera pubblica. Prima gli insulti arrivavano da utenti anonimi ora c’è chi ci mette la faccia. Tutto sdoganato. È un momento difficile per chi scrive secondo me, perché siamo in quella fase di emergenza e di urgenza. C’è un bellissimo carteggio fra Pasolini e Moravia, che parlano proprio del ruolo del ‘autore in momenti di emergenza. E allora arrivano a dire che il libro e la scrittura possono avere una funzione sociale. Quando la situazione si fa più urgente invece bisogna passare anche al comizio e alle barricate. Ecco, mi sembra un momento storico in cui chi scrive, forse si deve chiedere se quello che fa può rimanere solo nell ‘ambito della scrittura creativa e quindi la creatività è sempre un po’ ambigua, o invece essere molto netto e dritto, a cominciare a dire delle cose vere. Su questo mi sto molto interrogando, sono contento di averlo fatto anche in passato e quindi di poterlo riproporre di fronte a migliaia di persone.

"La semplicità è rivoluzionaria"– “Cerco di raccontare la gioia ma anche la fatica nel portare avanti delle relazioni, penso che sia una cosa in cui si possono di conoscere tante persone della mia età e che spesso non è cantata. Più che altro ho deciso di farlo perché mi rappresenta, perché sono queste le cose che mi emozionano perché penso che sia bello cantare determinate cose che, invece, sono spesso considerate noiose e normali. Invece ci può essere anche una bellezza, in questo e proprio il ritorno alla semplicità può essere rivoluzionaria dal punto di vista sociale e politico”.

"Io più televotato di Tony Effe a Sanremo 2025? Uno smacco per i miei nipoti"– Eh si sono stato il più televotato a Sanremo e anche più di Tony Effe, questo è stato uno smacco per i miei nipoti che non credevano in me. Scherzi a parte secondo me dipende proprio da come vanno alcune dinamiche del momento. Credo che a Sanremo, in generale, abbia vinto un altro modo di porsi…Io sono andato lì pulito, vestito elegante a cantare la canzone, ho cantato probabilmente anche con un certo tipo di sentimento, di emozione e questa cosa è arrivata. Poi c’è la componente calabrese abbiamo tolto un sacco di voti a tutti (ride, ndr), eravamo tutti e sei milioni ad essere mobilitati. Mannaggia! Mancavano i numeri della campagna".

Dopo la partenza di Vigevano, la traversata live di Brunori Sas proseguirà a Firenze con l'appuntamento del 16 marzo al Mandela Forum (sold out), per poi fare tappa a Roma il 19 marzo al Palazzo dello Sport (sold out), passando per l’Inalpi Arena di Torino il 22 marzo, il PalaPartenope di Napoli il 26 marzo, l'Unipol Arena di Bologna il 28 marzo, e gran finale con la doppia data di Milano il 30 marzo (sold out) e il 31 marzo all'Unipol Forum.

(Foto di Luca Marenda)

L'articolo Brunori Sas in concerto, una carezza contro l’emergenza sociale: "Il mondo è peggiorato e l’artista deve decidere cosa fare. Io più televotato di Tony Effe a Sanremo? È stato uno smacco per i miei nipoti" proviene da Il Fatto Quotidiano.

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