Ci sono due modi in cui le persone vivono l'inverno: qual è il tuo e cosa puoi fare per godertelo al meglio

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Lei si chiama Kari Lebowitz ed è autrice di ‘Come affrontare l’inverno‘ ma anche colei che sta per smontare le certezze di tanti sul fatto di avere quello che viene chiamato Disturbo Affettivo Stagionale. La psicologa ha parlato con il Guardian e il New York Post, ora che è arrivato novembre e il tempo per parlarne pare quello giusto, riprende la faccenda. In poche parole – e questo pare adattarsi ad altre autodiagnosi simili – il disturbo comunemente conosciuto come SAD (Seasonal Affective Disorder) non è qualcosa che puoi autodiagnosticarti per fare magari dei post social.

Il disturbo affettivo stagionale, o SAD, è una sottocategoria della depressione clinica e “la diagnosi si basa sul soddisfacimento dei criteri specifici” e Lebowitz approfondisce: “Le persone rientrano in due categorie: coloro che si sentono più giù in inverno, con un umore peggiorato in risposta alla mancanza di luce; e coloro che hanno una reazione molto normale e sana al cambiamento di luce, ma non la interpretano in questo modo”. Per dirla in parole più chiare: “Sentirsi letargici e meno socievoli (o comunque meno del solito) è una reazione assolutamente normale alla differenza di 10 ore di luce tra il solstizio d'estate e quello d'inverno”, spiega Lebowitz.

Secondo la psicologa affrontare tutto questo si può semplicemente “rallentando”, dedicandosi a serate per guardare un film con gli amici e “concedendosi il lusso di stare a casa”. Sul Guardian aggiunge che è importante “continuare a fare esercizio fisico” e “uscire all'aperto ed esporsi alla luce”.

Immagine realizzata con l’Intelligenza Artificiale

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