Cittadinanza, leghisti contro Tajani: "Si preoccupa dei nostri bisnonni ma vuole regalarla agli islamici. Il dl va cambiato"

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“L’idea di limitare ai discendenti italiani emigrati all'estero l'accesso alla cittadinanza lascia perplessi. Affronteremo e modificheremo in Aula questa proposta”. Dalla maggioranza si alzano le prime voci contrarie al decreto approvato venerdì in Consiglio dei ministri, che introduce una stretta sulla concessione della cittadinanza agli oriundi di discendenza italiana, limitandola al massimo a chi ha i nonni cittadini del nostro Paese. “Nel corso degli anni ci sono stati abusi, la riforma punta a tutelare i veri cittadini italiani all’estero”, ha spiegato in conferenza stampa il promotore del provvedimento, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ma ora due deputati della Lega, il veneto Dimitri Coin e il friulano Graziano Pizzimenti, incrinano l’unità di facciata della coalizione attaccando (senza nominarlo) proprio il leader di Forza Italia, rinfacciandogli il fatto di essere allo stesso tempo favorevole alloius scholae, la concessione della cittadinanza agli stranieri nati in Italia che abbiano completato un ciclo scolastico.

Singolare che nel governo qualcuno abbia deciso di dare una stretta ai discendenti di chi è emigrato all'estero, in larga parte di origine veneta, lombarda, piemontese o friulana, e quindi di cultura cattolica, ma poi pensi di regalare la cittadinanza a giovani immigrati che spesso sono islamici. Incredibile ci si preoccupi più dei nostri bisnonni: in aula saranno doverosi dei correttivi”, affonda Coin. Quasi in fotocopia Pizzimenti: “Si parla di nostri nonni, bisnonni, che vengono da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, e delle loro origini tramandante nelle loro discendenze, anche se nate e cresciute all'estero. Però, e questo stupisce ancora di più, si vorrebbe regalare la cittadinanza a giovani immigrati, spesso islamici“, dichiara. Nelle stesse ore, a dimostrare il clima tutt’altro che sereno tra leghisti e azzurri, il segretario del Carroccio Matteo Salvini da un comizio a Padova attacca “una classe politica e burocratica che al sud ruba da cinquant’anni e a Roma è burocraticamente ben rappresentata”. Al sud quattro Regioni su sei (Calabria, Sicilia, Molise e Basilicata) sono governate da un esponente di Forza Italia.

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