Daniele Orsato a caccia di nuovi arbitri di talento: "Faremo di tutto per reagire alla crisi che c'è oggi. Ecco che cosa cerco nei giovani"

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Impegno, sacrificio, lavoro“. Ma anche l’umiltà di saper ascoltare: ” I ragazzi devono mettersiin discussione ogni giorno”. È questo l’identikit del giovane arbitro tracciato da DanieleOrsato, l’ex fischietto 49enne che da oggi ha assunto la vesta di commissario per lo sviluppo del talento arbitrale all'interno dell'Aia, l’Associazione italiana arbitri. Dopo aver diretto match di Mondiali, Europei e Champions League, oltre a una decennale esperienza in Serie A, è stato chiamato dal nuovo presidente AntonioZappi per cercare nuovi fischietti di talento: “Faremo di tutto per reagire alla crisi di vocazione che c’è oggi”, ha assicurato Orsato ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1.

L’Aia ha tanti problemi, la classe arbitrale italiana è spaccata e continuamente messa in discussione. Uno dei nodi però è certamente la carenza di giovani arbitri su cui fare affidamento per il presente e per il futuro. Una lacuna a cui Orsato tenterà di rimediare: “Cercheremo di fare il nostro meglio. Zappi mi ha voluto fortemente. Ho avuto grandi maestri, da Claudio Pieri a Maurizio Mattei, da Stefano Farina e Stefano Braschi fino a Pierluigi Collina. Mi hanno insegnato questa mentalità del lavoro e del sacrificio. Questi valori volgo trasmettere agli arbitri del futuro”.

L'ex arbitro nazionale e internazionale ha raccontato cosa sta cercando: “Un giovane arbitro non deve pensare di aver già imparato tutto. A 47 anni Collina mi ha messo in discussione per poter partecipare ai Mondiali, lo stesso Roberto Rosetti per arbitrare all'Europeo”, ha ricordato. “I ragazzi devono mettersi in discussione ogni giorno, solo così si avranno grandi soddisfazioni”. Sul primo consiglio che darebbe a uno di loro, Orsato non ha dubbi: “Dico sempre ai ragazzi che l'Orsato arbitro ha migliorato l'Orsato uomo, padre e genitore. Non la chiamo carriera, la chiamo esperienza. Un mio maestro come Natalino Tagliapietra mi diceva che l'arbitraggio è correre e fischiare. Gli arbitri si devono divertire. La Serie A deve essere il sogno. Poi ci sono vari aspetti: spirito di sacrificio, far convivere lavoro, studio e famiglia. Ci vuole l'umiltà di imparare“.

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