Evasione Artem Uss, arrestato in Svizzera un altro complice. L'ordinanza segue quella per la custodia cautelare di sei persone

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Furono sei le persone ad aiutare il cittadino russo e presunta spia Artem Uss nella sua fuga, nel marzo 2023, da Basiglio alle porte di Milano, dove era detenuto ai domiciliari in attesa di estradizione negli Usa. Un russo, residente in Svizzera, è stato arrestato nell’inchiesta dei carabinieri del nucleo investigativo e del pm di Milano Giovanni Tarzia. L’arresto è la seconda tranche dell’indagine che aveva portato nei mesi scorsi ad un’altra ordinanza di custodia cautelare a carico di 6 persone.

L’arresto segue quelli dello scorso dicembre, di Boris Jovancic, catturato a Desenzano, e di un altro complice in Croazia, con le ricerche poi proseguite in Slovenia e nei Balcani. Tutti e sei gli identificati sono accusati di evasione e procurata evasione con l'aggravante del reato transnazionale. Poco prima dei due arresti gli Usa avevano offerto unataglia di 7 milionidi dollari per informazioni su Uss, fuggito a Mosca tramite una rete internazionale. Il piano di evasione di Uss, organizzato in quattro fasi, includeva sopralluoghi, prelevamento dall'appartamento di Basiglio, trasferimento al confine di Gorizia e fuga in Russia. Secondo le indagini, il gruppo ha usato un "interdittore di segnale" per ritardare l'allarme del braccialettoelettronico di Uss. L'indagine del pm Tarzia ha rilevato vari allarmi del braccialetto, inclusi problemi di rete e blackout. Uss, figlio di un politico russo vicino al presidente russo VladimirPutin, era stato arrestato il 17 ottobre 2022 a Malpensa, su mandato degli Usa per vari reati, con pene fino a 30 anni. Trasferito ai domiciliari un mese dopo, Uss è fuggito il 22 marzo, il giorno dopo l'approvazione della sua estradizione verso gli Usa.

La settimana scorsa il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva deciso di procedere con l’azione disciplinare contro i giudici d’appello milanesi per la fuga di Artem Uss, contrariamente alle conclusioni della Procura generale della Cassazione. Nordio ha imposto al Csm di processare i giudici Monica Fagnoni, Micaela Curami e Stefano Caramellino, che avevano concesso gli arresti domiciliari il 25 novembre 2022, mentre l’accusa aveva chiesto di confermare il carcere. La Procura generale, rappresentata dal Pg Luigi Salvato e dall’avvocato generale Fabio Fimiani, aveva chiesto il “non luogo a procedere”. L’Anm di Milano ha condannato fermamente la decisione di Nordio, definendola un tentativo di condizionamento dell’esecutivo sulla magistratura. La Procura generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare e rappresentante l’accusa davanti al Csm, ritiene però che l’incolpazione di “grave e inescusabile negligenza” non regga ed è plausibile che chieda l’assoluzione. Il processo partirà il prossimo 4 luglio. Quanto a Nordio, quando nel novembre 2022 gli Usa si allarmarono per i domiciliari a Uss, il ministro avrebbe potuto chiedere il ritorno in carcere ma non lo fece, rassicurando invece gli americani.

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