Fair Play Finanziario, alcune squadre rischiano grosso: la situazione delle italiane

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La quarta fase del Fair Play Finanziario UEFA sta per entrare nel vivo. Scopriamo insieme la situazione dei club italiani

Se parliamo di Fair Play Finanziario, spesso la conversazione si sposta sui grandi colossi europei. Ma attenzione: il panorama è tutt'altro che tranquillo, e le ombre del regolamento UEFA si allungano su club che sembravano intoccabili.

FPF, i Friedkin sono quelli che rischiano di più in Italia (AnsaFoto) – serieanews.com

Eppure, per una volta, le italiane sembrano respirare. Dopo anni di occhi puntati e sanzioni che hanno fatto tremare tifosi e dirigenti, oggi la Serie A è in una posizione più solida.

Partiamo dalle buone notizie. Squadre come Milan e Napoli hanno imparato a camminare sul filo del bilancio senza perdere l'equilibrio. I rossoneri, dopo l’era Elliott, sono diventati un esempio di gestione oculata: conti in ordine, ricavi in crescita e nessuna paura di infrangere i paletti UEFA. I partenopei, invece, pur avendo dovuto fare i conti con un anno fuori dalle coppe, hanno tutte le carte in regola per rientrare sulla scena europea senza scossoni.

La Juventus, dopo le recenti turbolenze, sta cercando di imitare il modello Milan: il piano è ambizioso, con l'obiettivo di un bilancio in pareggio entro il 2025. E poi c'è l'Inter, che grazie al supporto di Oaktree sembra finalmente aver trovato stabilità. Più dietro troviamo club come Lazio, Fiorentina e Atalanta, che non mostrano segnali d'allarme. Insomma, se si parla di pericoli immediati, la Serie A sembra al sicuro. O quasi.

FPF: il caos Roma e le squadre che rischiano in Europa

L'eccezione alla regola è la Roma. I Friedkin stanno lottando contro un mostro a tre teste: un debito monstre da oltre 600 milioni, un deficit annuale di 81 milioni e le rigide regole del settlement agreement. Se i giallorossi non riescono a riportare i conti in equilibrio entro il 2025, potrebbero dire addio alle competizioni europee per la stagione 2026/27. Un rischio concreto, e un segnale d'allarme per chi pensa che il Fair Play Finanziario sia solo una formalità.

La Roma di Claudio Ranieri fa i conti anche col Fair Play Finanziario (AnsaFoto) – serieanews.com

E fuori dall'Italia? Il quadro cambia radicalmente. In Germania, i club di Bundesliga continuano a essere il modello da seguire: bilanci solidi e nessun rischio all'orizzonte. Ma in Francia e Inghilterra la musica è diversa. Il PSG ha ridimensionato le spese dopo l'era Neymar-Mbappé-Messi, ma il Lione rischia grosso: con un debito che supera i 500 milioni, la DNCG francese ha persino chiesto la retrocessione in Ligue 2. Uno scenario impensabile fino a qualche anno fa.

Poi c'è l'Inghilterra, dove il Chelsea e l'Aston Villa sono già sotto il radar UEFA per spese folli, e il Manchester City si trova invischiato in oltre 130 presunte violazioni del regolamento economico-finanziario. E non dimentichiamo il Manchester United, che senza Champions League vedrebbe crollare drasticamente i ricavi, aprendo la strada a scenari preoccupanti.

Il Fair Play Finanziario si sta evolvendo, e le sue regole diventano sempre più stringenti. Le italiane sembrano aver imparato la lezione, ma il vero test sarà quello di mantenere questa stabilità nel lungo termine. E mentre in Europa il castello di carte inizia a vacillare, una domanda rimane aperta: quanto ancora potranno resistere i grandi club alle pressioni finanziarie senza compromettere la loro competitività?

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