I ricercatori precari protestano contro la riforma Bernini a Milano: "Non abbiamo futuro, ma senza di noi l'Università non va avanti"

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"Siamo in stato di agitazione contro la riforma Bernini perché precarizza ancora di più il lavoro di ricerca in un contesto di tagli trentennali all'università da parte di governi di centrosinistra e centrodestra". Lo dicono i dottorandi, le assegniste di ricerca e le studentesse dell'assemblea precaria universitaria che questo pomeriggio hanno manifestato dentro l'Università Statale di Milano contro il ddl Bernini. "Una misura che peggiora una situazione già tragica" racconta Sara, assegnista di ricerca in sociologia. "Lo stipendio base per un ricercatore è di 1400 euro – aggiunge – significa non potersi permettere di programmare un futuro". Una cifra che per i dottorandi scende a 1200 euro. Eppure senza di loro "l'università si blocca" come spiega Sergio, dottorando. Il rischio con la riforma Bernini è che la situazione diventi sempre più precaria. "Servono più fondi per l'università – conclude Silvia- soprattuto se compariamo a quanto è stato stanziato in manovra per le spese belliche".

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