Idrogeno per i veicoli: un'ipotesi che può piacere solo a chi non vuole cambiare nulla

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Vi ricordate la scena dei dinosauri nel vecchio film di Disney, Fantasia? I poveri bestioni arrancavano alla disperata ricerca di cibo sotto il sole spietato e morivano tutti uno per uno, lasciando gli scheletri nella sabbia.

Questa scena mi è tornata in mente leggendo un articolo recente su Clean Technica, dove c'è una lista di tutti i tentativi di creare un trasporto urbano usando autobus a idrogeno a partire dagli anni 1990. Non ce n'è uno che abbia funzionato. Come i dinosauri, gli autobus a idrogeno hanno arrancato finché hanno potuto, per poi cadere morti e lasciare solo scheletri rugginosi.

Nonostante questa serie di fallimenti, è curioso come l'idrogeno rimanga popolare. Il comune di Bologna, per esempio, sta progettando di creare una nuova raccolta di scheletri di autobus a idrogeno per un futuro museo dei fallimenti tecnologici della civiltà occidentale. Ma lo si vede anche dai commenti a un post recente sui veicoli elettrici che ho pubblicato sul Fatto. A parte le solite fesserie dei troll, l'obiezione tecnica che è rimasta popolare fra gli oppositori ai veicoli elettrici è stata: "Eh, ma se avessimo l'idrogeno, allora sì!". Obiezione condita con varie teorie più o meno complottiste sul fatto che i poteri forti hanno spinto sulla tecnologia peggiore, le batterie, non è chiaro il perché, forse solo per farci un dispetto.

Questa faccenda dell'idrogeno per i veicoli è un po' tipo quegli zombie dei film che continuano a rispuntare fuori nonostante il numero di volte in cui i protagonisti se ne liberino a furia di fucilate o colpi d'ascia. Cosa avrebbe mai l'idrogeno di meglio delle batterie? E' più complicato, richiede più manutenzione, costa più caro, richiede materiali rari e esauribili, l'efficienza è molto inferiore a quella delle batterie, e inquina anche di più. E allora? Ma, si dice, l'idrogeno ti dà un'autonomia superiore a quella delle batterie e questo è un vantaggio fondamentale.

Curioso che sia venuto fuori soltanto ora che il pregio principale di un'automobile è poterla guidare per almeno 1000 km senza mai fermarsi nemmeno per i propri bisogni. Ma è vero che l'auto a idrogeno ha tanta autonomia? Chiedete alla vostra Ai preferita di comparare un'auto a idrogeno con una equivalente a batteria, e vedrete che l'autonomia non è molto diversa. Per non parlare poi del problema che, mentre l'auto elettrica ve la potete ricaricare nel cortile di casa, se volete un distributore di idrogeno ve lo dovete andare a cercare chissà dove – ammesso che ce ne sia uno nella vostra regione.

Dover fare una lunga deviazione per rifornirsi non è che sia cosa tanto positiva per l'autonomia. E non pensate di potervi installare un elettrolizzatore per produrre idrogeno in cantina. Costerebbe enormemente caro, per non parlare di tutte le beghe di avere a che fare con gas infiammabili ad alta pressione, non una cosa da farsi in casa propria.

In sostanza, il grande amore per l'idrogeno è un po' la stessa storia che vi raccontavo in un mio post precedente: di quando a Bertoldo fu concessa la grazia di scegliere l'albero al quale essere impiccato. Vi potete immaginare che gli andavano bene solo gli alberi che non esistevano. Allo stesso modo, le tecnologie che non esistono o che non funzionano (come l'idrogeno) sono le sole che vanno bene a quelli che non vogliono cambiare nulla.

L'articolo Idrogeno per i veicoli: un’ipotesi che può piacere solo a chi non vuole cambiare nulla proviene da Il Fatto Quotidiano.

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