Incendi Los Angeles, l'ipotesi di problemi alla rete elettrica alla base dei roghi come nel 2023 nelle Hawaii

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Mentre la California del sud brucia – un’area grande quanto San Francisco è andata in fumo – e non si riesce ancora a domare le fiamme, c’è un’ipotesi che viene offerta da una società provata sull’innesco dei cinque incendi in corso. Come i devastanti incendi dell'anno scorso a Maui, nelle Hawaii, anche i roghi di Los Angeles potrebbero esser stati provocati da problemi nella rete elettrica secondo la Whisker Lab, una società che raccoglie dati da sensori in grado di monitorare problemi sulla griglia delle forniture energetiche. La società sostiene che il suo sistema ha rilevato segni di stress sulle linee elettriche vicino ai luoghi da cui sono partiti i roghi prima che divampassero le fiamme. Nel 2023 i sensori della società avevano fornito alcune delle prime prove che l'incendio a Maui era stato causato da linee elettriche.

Gli incendi sono cinque: quello di Palisades che mandato in fumo oltre 8mila ettari, tante case e aziende a Pacific Palisades e a ovest lungo la Pacific Coast Highway, verso Malibu: l’incendio di Eaton (oltre 5mila ettari) che ha distrutto molte strutture ad Altadena e Pasadena; l’incendio Kenneth al confine tra le contee di Los Angeles e Ventura e l’incendio di Sunset che ha fatto scattare l’ordine di evacuazione obbligatoria a Hollywood e sulle colline di Hollywood; l’incendio Hurst nella zona di Sylmar.

All’ipotesi rete elettrica si sommano dati certi come la siccità che rende il suolo arido e la vegetazione sempre più assetata e disidratata, più i venti forti che soffiano dal deserto come i Santa Ana Winds come spiega Michele Salis, dell'Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Sassari. “La situazione nella zona di Los Angeles nasce dalla combinazione di una serie di elementi, il principale dei quali sono i venti forti e caldi che soffiano da zone desertiche verso la costa”, ha osservato. “Un altro elemento chiave è la siccità, che comporta la disidratazione della vegetazione sulla quale il fuoco va a propagarsi”. Bisogna poi considerare la tendenza, diffusa in California, a costruire case sempre più ai margini delle città, in aree vicino a foreste o comunque a zone rischio di incendio. Spesso, inoltre, sono case costruite con materiali facilmente infiammabili, come il legno.

Il regista di questa situazione complessa è il riscaldamento globale: “Tanti studi – dice l'esperto – mettono in guardia sul fatto che il surriscaldamento del pianeta e il calo delle precipitazioni hanno ripercussioni importanti per il rischio di incendi”, così come per la loro durata e la frequenza. L'unico mezzo efficace per contrastare il pericolo degli incendi, che incombe sempre di più su tutto l'emisfero Nord, è la prevezione. Questa, osserva Salis, consiste nella gestione del territorio con la manutenzione dei boschi, nel contrasto dell'abbandono delle aree rurali, nella preparazione di mappe delle zone più a rischio e nel costruire in modo più sicuro.

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