
La riforma della medicina di base fa perdere il rapporto col paziente: il mio dottore non è contento di ciò che accadrà

03/28/2025 09:37 AM
"Se io diventassi dipendente, i più contenti sarebbero mia moglie e mio figlio", mi dice il mio medico di medicina generale – d'ora in poi Mmg – che vado ad interrogare per capire un po' meglio un tema che oggi sta finalmente uscendo dalle discussioni nella categoria per interessare anche i comuni cittadini come me.
I Mmg sono liberi professionisti che operano in convenzione con l'Asl. Questa stabilisce obblighi formativi, orari, reperibilità e tutte le condizioni del servizio offerto, inclusi i compensi, tarati sul numero di mutuati e sull'anzianità di servizio. Per farsi un'idea conviene fare riferimento ai dati forniti da Doctolib, una piattaforma di grande successo per gestione appuntamenti, prescrizioni e molto altro in tema di rapporto coi pazienti: 5 ore settimanali di ambulatorio fino a 500 pazienti, 10 ore fra i 500 e i 1000, 15 ore oltre i 1000. Altro sono gli orari reali: un Mmg massimalista non lavora meno di 8-10 ore al giorno, fra ambulatorio, back office e visite domiciliari. Il compenso va dai 71.500 euro lordi all'anno per i nuovi Mmg agli oltre 160.000 per chi ha più di vent'anni di anzianità, cifre lorde. A loro carico le spese per la gestione dell'attività, gli oneri del personale assistente, lo stipendio dei sostituti, la formazione.
La riforma della medicina di base, avviata dal Ministro Speranza e rilanciata dall'attuale ministro Schillaci con l'appoggio delle Regioni, prevede infatti un progressivo passaggio dei Mmg dal rapporto convenzionato al rapporto di dipendenza: vengono assunti dalle Asl con un rapporto di lavoro simile a quello dei medici ospedalieri. Opereranno in Case di Comunità, ambulatori in grado di ospitare più medici e di fornire una copertura oraria illimitata, feste comprese, limitando così il ricorso ai Pronto Soccorso, ricondotti alla loro funzione propria. Il progetto a cui lavorano al Ministero prevede un passaggio graduale al nuovo regime: i nuovi Mmg tutti dipendenti, i "vecchi" possono continuare con il regime di convenzione dedicando alle Case di Comunità 12-14 ore settimanali. Per i medici dipendenti saranno le Asl a predisporre le strutture e il personale necessario al buon funzionamento dei nuovi studi medici.
Le Case di Comunità previste sono 1717, attualmente ve ne sono 485 già nominalmente "funzionanti", ma di questi solo 46 con la presenza del personale medico e infermieristico previsto (dati Agenas riferiti al II semestre del 2024). Le altre sono scatole vuote.
Il mio Mmg opera in una Casa della Salute, libera associazione di Mmg costituitisi in cooperativa e ospitati in una struttura dell'Asl a cui pagano l'affitto – dunque una situazione che si avvicinerebbe agli indirizzi della riforma -, ma non è contento di ciò che si profila all'orizzonte: "La dipendenza non si coniuga con la medicina territoriale, si perde il rapporto col paziente, aumentano le prescrizioni di esami perché aumenta la medicina difensiva. Il Mmg soppesa il paziente perché lo conosce e perciò prescrive meno esami, solo quelli che reputa davvero necessari. Così si fa largo il servizio privato (a pagamento) di medicina di base, in Veneto e Lombardia già abbastanza diffuso". Espone considerazioni importanti e fondate che i principali sindacati dei medici stanno sviluppando per contrastare la riforma annunciata, che fortunatamente non elimina la figura del Mmg scelto dall'utente.
Di recente il segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti – siede anche nel cda di Enpam, la cassa mutua di medici e dentisti – si getta nella mischia con un "Non siamo degli impiegati", di dubbia efficacia comunicativa. Infatti perfino nella nostra Asl trovare un pediatra non è cosa semplice, specie in orari scomodi. Chi può ricorre alla medicina di base a pagamento perché fatica a trovare risposta in tempi ragionevoli. A meno di non ricorrere al Pronto Soccorso.
I Mmg l'aggiornamento lo fanno sul serio e pagandoselo, lui è reduce da un incontro sull'uso dell'ecografo che utilizzerà come strumento diagnostico nel suo ambulatorio, per evitare di spedire al Pronto Soccorso i pazienti che necessitano di approfondimenti diagnostici strumentali: "I nostri servizi hanno bisogno di essere al passo coi tempi e coi bisogni dei pazienti".
I medici della Casa della Salute si sono organizzati in cooperativa perché è lo strumento che più si adatta alle esigenze del territorio rispettandone le caratteristiche e intervenendo per risolverne le criticità. Permette la razionalizzazione delle presenze, così da servire adeguatamente aree meno popolate o più difficili da raggiungere. "La dipendenza – mi dice – rischia di sperare che sia il territorio, i cittadini, ad adattarsi all'organizzazione del lavoro". Resta il problema dei controlli poco efficaci che le Asl fanno circa comportamento e prestazione dei Mmg convenzionati, dal rispetto degli orari all'appropriatezza del servizio, alla formazione dei medici.
Il mio Mmg è credibile, come persona e come professionista, il servizio di medicina di base che coordina funziona bene: copre tutti i giorni feriali dalle 8 alle 19, garantisce assistenza medica per tutti i mutuati dei 10 medici che vi lavorano. Spero che i tecnici del Ministero che lavorano alla riforma privilegino l'efficienza facendo tesoro delle esperienze che funzionano. Vedremo.
Chi non è per niente contento della riforma che si profila all'orizzonte è l'Enpam, la cassa dei medici governata da una casta ben pasciuta e inamovibile: più medici diventano "dipendenti", quindi in gestione all'Inps, più cala il tesoretto con cui operano come investitori. Forse è giunto il momento di trasferire all'Inps la gestione delle pensioni di medici e dentisti tutti: il dibattito sulla riforma della medicina di base ne trarrebbe grande giovamento.
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