Macedonia, rivolte in strada a Kočani dopo il rogo alla discoteca: assaltato il municipio, vandalizzati i beni del proprietario del locale

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Esplode la rabbia dei cittadini a Kočani, in Macedonia del Nord, dove decine di giovani sono morti a causa di un incendio alla discoteca "Pulse" durante un concerto nella notte tra sabato e domenica. Centinaia di cittadini si sono radunati in una manifestazione di fronte al municipio della città. A un certo momento il raduno, inizialmente pacifico, è degenerato in violenza: alcuni partecipanti, dopo aver rimosso le telecamere di sorveglianza, hanno lanciato pietre e uova contro le finestre e hanno fatto irruzione nell’edificio. A quanto riferisce l’inviata di Repubblica sul posto, nel mirino della folla c’è il sindaco, "che per 31 ore è rimasto in silenzio" prima di dimettersi "senza neanche dare le condoglianze alle famiglie o far visita ai feriti". Al grido di “assassini”, i manifestanti hanno danneggiato anche un bar del proprietario del club dove è avvenuta la tragedia, arrestato ieri: la vetrina della sede della sua azienda è stata presa di mira e un’auto aziendale è stata ribaltata.

Secondo quanto riferito domenica dal ministro dell’Interno Pance Toshkovski, il locale operava con una licenza falsa rilasciata dalle passate autorità. Tra gli arrestati figurano tra gli altri un ex segretario di stato e un ex capo settore al ministero dell'Economia, l'ente che ha rilasciato il permesso. Il primo ministro Kristijan Mickoski ha promesso che “non ci sarà pietà” per i colpevoli: “Tutti voi che avete osato fare politica in questo modo sarete ritenuti responsabili, sulle spalle dei cittadini e delle vite che questi giovani hanno perso. Non ci sarà pietà, vi faremo uscire dalle vostre case”, ha detto. Stando ai media locali, da anni la discoteca operava in un vecchio stabile, del tutto inadeguato a tale tipo di attività e che in passato era stato adibito a magazzino per tappeti: il locale aveva una sola piccola uscita/ingresso, una finestra sbarrata ed era situato tra le case, in uno stretto vicolo senza parcheggio. "Questa azienda non ha una licenza legale per lavorare. Questa licenza, come molte altre cose in Macedonia nel passato, è legata alla corruzione", ha detto il ministro dell’Interno Toshkovski.

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