Meloni contro i giudici che hanno rinviato alla Corte Ue il decreto migranti: "Decisione più vicina a un volantino propagandistico"
Ieri alle 02:49 PM
Definisce una decisione dei giudici come un “volantino propagandistico”. Giorgia Meloni torna ad attaccare i giudici per la questione dei migranti. Lo fa solo 24 ore dopo che il tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia dell'Unione europea il nuovo decreto legge con la lista dei Paesi sicuri con cui il governo contava di far ripartire i centri in Albania. Una decisione che non è piaciuta alla premier. “Le argomentazioni con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia europea l’autorizzazione a disapplicare l'ennesima legge italiana da molti è stata vista come un'argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale”, sostiene la premier, intervenendo a Porta a Porta.
All’inquilina di Palazzo Chigi non è piaciuta soprattutto una parte di quella sentenza: “L’argomento della Germania nazista è efficace sul piano della propaganda, sul piano giuridico è più debole”, dice. Il riferimento è al passaggio con cui i giudici sostengono che applicando il principio seguito dal governo Meloni, tra i Paesi d'origine sicuri potremmo metterci anche la Germania nazista e l'Italia fascista. Meloni, invece, è convinta che sulla questione migranti non si stia applicando solo la legge. “Sono convinta che la ragione per cui si sta facendo qualsiasi cosa possibile per bloccare il protocollo con l'Albania, è che tutti capiscono che è la chiave di volta per bloccare le migrazioni irregolari”, ha detto ai microfondi di Rai uno. “Se lo scafista si ritrova fuori dai confini europei – ha aggiunto -, è il più grande deterrente che puoi mettere in campo. È la prima volta che i trafficanti di esseri umani mi hanno minacciato di morte”.
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