Musiala come Carmelo Anthony è solo l'ultimo esempio di un'esultanza "rubata" al mondo Nba: da Kvaratskhelia al Tucu Correa

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“Il tre alla testa? La mia esultanza deriva dal basket, mi ispiro a Carmelo Anthony“. Ancora una volta, il mondo Nba è una fonte d’ispirazione per i calciatori. L’ultimo esempio è quello di Jamal Musiala che a Euro 2024 ha celebrato i suoi tre gol (l’ultimo contro la Danimarca negli ottavi di finale) esultando come l’ex cestista dei New York Knicks. Dalla “freddezza” di Trae Young, al “sangue nelle vene” di D’Angelo Russell: marchi di fabbrica diventati veri e propri cult.

Jorginho come Trae Young, Beto è Lebron
Ricordate quando la nazionale italiana faceva paura all’Europa intera e batteva la Spagna in una semifinale? Beh, dopo il tracollo contro la Svizzera a Euro 2024 sembrerebbe essere passata un’eternità. Eppure, era il 2021: Jorginho segnava il rigore decisivo contro la Roja. La sua esultanza? Mani verso gli avambracci mimando il gesto di doversi scaldare, lo stesso utilizzato da Trae Young in maglia Atlanta Hawks che, proprio in quella stagione, aveva zittito il pubblico del Madison Square Garden. Una freddezza che il centrocampista azzurro ha smarrito negli ultimi tre anni.

Ricordate il centravanti Beto dell’Udinese? Non il primo, ma uno dei tanti a riprendere il “The Silencer”, l’esultanza iconica di Lebron James manifestata dal cestista americano per la prima volta all’Oracle Arena, contro i Golden State Warriors – con la maglia dei Miami Heat – dopo una tripla decisiva allo scadere. Ginocchia alte e palmi delle mani bassi: l’esultanza per rispondere ai fischi avversari.

Kvara manda a letto tutti, Correa ha il ghiaccio nelle vene come D-Lo
“Night, night. Buonanotte a tutti e alla prossima”. Il colpo del ko rappresentato da un’esultanza irrisoria contro il pubblico. Steph Curry ha esultato per la prima volta in questo modo nella serie playoff contro i Denver Nuggets, nel 2021. Canestro che chiude la partita e gesto della testa del cuscino che rispedisce a casa gli avversari. Anche Kvaratskhelia si era presentato così all’Italia intera dopo la rete contro l’Hellas Verona, nella prima gara dello scorso campionato.

Joaquin Correa ha il “ghiaccio nelle vene”. O meglio, ha illuso tutti i tifosi interisti di avercelo. Letteralmente, essere decisivi nei momenti che contano. L’esultanza di “avere il ghiaccio al posto del sangue” è stata ideata da D’Angelo Russell ai tempi della sua prima esperienza in maglia Lakers quando aveva segnato il canestro della vittoria contro i Brooklyn Nets. Lo stesse fece il Tucu nell’unica partita in cui è risultato determinante. Doppietta contro il Verona e vittoria sul finale.

Gnabry cucina come Harden
“Cucinare gli avversari” nel senso di dominarli: un’esultanza iconica – quella di James Harden – ripresa anche sul videogioco Fifa. Dalle arene americane al campo da calcio, più precisamente all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Esegue Serge Gnabry che ha preso l’abitudine di girare in aria la mano come se stesse montando la panna montata.

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