Narcotraffico Italia-Sud America: 15 arresti, anche il genero di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli

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Quindici arresti, 26 indagati, perquisizioni e sequestri per smantellare un’organizzazione criminale italo-albanese dedita al traffico internazionale di droga. E’ l’operazione firmata da Guardia di finanza e Polizia, su richiesta della Dda di Bologna, nelle province di Reggio Emilia, Roma, Venezia, Brescia, Parma, Modena, Piacenza, Lucca e Ravenna. Dal 2020 il gruppo avrebbe importato e acquistato (da Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi) nonché detenuto e venduto sull’intero territorio nazionale 23 chili di cocaina, sei chili di eroina, 80 chili di hashish e 240 chili di marijuana per un controvalore stimato in 8 milioni. Tra gli arrestati figurano anche Daniele Gatta, 40enne romano genero di Fabrizio Piscitelli detto ‘Diabolik’, e Domenico Bolognino, figlio di Michele Bolognino (considerato uno dei vertici della cosca al centro delle inchieste “Aemilia”): 13 sono finiti in carcere, due ai domiciliari. Oggetto della misura cautelare anche alcuni cittadini albanesi, oltre a diversi calabresi ritenuti contigui alla ‘ndrangheta.

Nella primavera 2021, secondo le accuse, Gatta avrebbe investito denaro nell’acquisto di una partita di 8 chili di cocaina proveniente dall'Ecuador. Una sorta di prova in vista di un futuro maggiore coinvolgimento. In alcuni dialoghi intercettati, gli altri indagati parlano di Gatta come di una persona con grande disponibilità economica, con cinque milioni di euro pronti per essere investiti. L'operazione prevedeva che la droga dal Sud America dovesse arrivare a Rotterdam e poi in Italia. Ci fu un incontro a Bibbiano (Reggio Emilia), dove secondo gli inquirenti l’organizzazione aveva la sua base logistica, a cui partecipò anche Gatta, che avrebbe cofinanziato l'operazione con circa quindicimila euro. Ma a giugno ci furono problemi e l'importazione non sarebbe avvenuta.

Le indagini hanno permesso di individuare un'organizzazione criminale italo-albanese che, di base nella provincia di Reggio Emilia – dal 2020, ha importato e acquistato droga dall'Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi. E' stata accertata l’introduzione, dalla Spagna, nel territorio nazionale di 75mila euro in banconote da 500 falsificate. Fondamentale, nelle ricostruzioni investigative, l’acquisizione di conversazioni telematiche che i narcotrafficanti avevano scambiato tramite smartphone criptati e l’utilizzo dell'applicazione Sky-Ecc: grazie ad un'attività condotta dalle forze di polizia francesi, olandesi e belghe sulla piattaforma criptata sono stati trovati milioni di messaggi scambiati dai narcotrafficanti in diversi Paesi dell'Unione Europea.

In Emilia c’era la sede direzionale ed operativa (oltre che di dimora della maggior parte degli associati) di Bibbiano e ulteriori basi logistiche (Sassuolo e Polinago); dalla Calabria arrivava parte della cocaina e venivano distribuite eroina, hashish e marijuana. Gli inquirenti hanno sottolineato “l’elevata pericolosità sociale” degli indagati, anche per legami di natura familiare con esponenti della ‘ndrina calabrese riconducibile alla famiglia Grande Aracri, da anni radicata nel territorio emiliano.

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