Oliviero Toscani e l'amicizia con don Milani: quelle foto del 1963 a Barbiana diventate celebri: "Plagiò anche me, in senso positivo"
Ieri alle 01:00 PM
Nevio Santini è un omone grosso dal cuore tenero. Soprattutto per il suo priore, don Lorenzo Milani. E tutti quelli che parlano bene del priore di Barbiana lui, Santini, quasi li venera, li considera come dei fratelli. Così, appresa la notizia della morte di Oliviero Toscani, si è affrettato a ricordarlo così sui social, senza virgole, tutto di un fiato: "Uomo libero del suo pensiero un ricordo positivo condoglianze". Non è stato l'unico: molti degli ex allievi di don Milani hanno espresso dolore per la morte del fotografo. Barbiana chiama Casale Marittimo, il borgo dove il fotografo abitava in Toscana. Nel segno di una singolareamicizia. Sbocciata nel lontano 1963, mese di ottobre, quando Toscani, poco più che ventenne, salì a Barbiana, accompagnato dal cognato GiorgioPecorini, giornalista allora dell'Europeo, vi rimase due giorni scattando un rullino di foto con la sua Rolleiflex e tenendo lezione ai ragazzi sull'arte di fotografare.
Foto, quelle scattate dal giovane Toscani, che spiccano nell'album di don Milani. Eccolo ad esempio ritratto su una sedia, sorridente, mentre legge il giornale e alcuni ragazzi attorno lo ascoltano attenti, in silenzio. Come tutti quelli che arrivavano a Barbiana: "Lui era una personalità così carismatica che per forza lasciava tracce. In un certo senso anch'io sono plagiato nel senso positivo del termine da don Milani. Sicuramente non l'avessi conosciuto non sarei così come sono", ha raccontato Toscani in un'intervista pubblicata nel libro Il segreto di don Milani, scritto da Mario Lancisi e pubblicato da Piemme nel 2002.
In un'altra foto si vede il priore-maestro e attorno alcuni suoi allievi con il libro in mano. Altra foto: la scuola all'aperto sotto il pergolato, lui al centro e i ragazzi disposti ai lati. In un'altra don Milani è come in posa e colpisce la sua centralità pensosa, una mano sul mento, l'altra sulle ginocchia. Pensoso e sacrale. E, nel rigore delle linee e dei volti, si intuisce la disciplina talentuosa del fotografo. Quale fu il rapporto del priore con la macchina fotografica? Toscani così risponde nel Segreto di don Milani: "Quando penso a don Milani mi viene naturale paragonarlo a una prima donna. Non era particolarmente simpatico, come d'altra parte tutti quelli che possiedono carisma. Proprio perché don Milani era una prima donna non ebbi alcun problema con lui. Davanti alla macchina fotografica si muoveva a suo agio. Le grandi personalità sono capaci persino di portarti le valigie. Uno che fa il mio mestiere i problemi li incontra con i mediocri, le piccole star televisive, per intenderci, quelle che hanno sempre da ridire, convinte che ci dovrebbe essere sempre un modo migliore per fotografarle".
Alla fine dei due giorni, Toscani inviò le sue foto al priore e alla sua mamma Alice Weiss "come ricordo familiare privato". Don Milani morirà quattro anni più tardi e tra i due non ci furono più incontri, ma quelle foto scattate in quell'autunno del 1963 molto raccontano del priore di Barbiana ma anche di Toscani. Don Milani è stato tradito?, chiede infine l'autore del libro e il fotografo risponde: "Uomini come don Milani finiscono sempre per essere traditi, perché sono troppo avanti e alternativi rispetto al pensiero dominante", risponde Toscani. A voce bassa, pensoso, dando quasi l'impressione di parlare di se stesso.
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