Quattro anni dopo Capitol Hill, l'eversore Trump torna alla Casa Bianca: chi l'avrebbe mai detto?
Ieri alle 03:00 AM
Quattro anni fa oggi, il 6 gennaio 2021, alzi la mano chi avrebbe scommesso un dollaro, o solo un cent, sul fatto che Donald Trump sarebbe stato di nuovo eletto presidente degli Stati Uniti, mentre le tv di tutto il mondo diffondevano le immagini dell’assalto al Campidoglio lanciato da migliaia di facinorosi arringati e sobillati proprio dall’allora presidente per costringere il Congresso a rovesciare l’esito del voto e a proclamarlo vincitore ignorando la volontà degli elettori che avevano scelto Joe Biden.
Per quella sommossa, che fece cinque vittime e centinaia di feriti e contusi, sono in carcere centinaia di facinorosi, che Trump chiama patrioti e ‘ostaggi’ e che promette di mettere in libertà il primo giorno che sarà di nuovo presidente, il 20 gennaio. Io, quel giorno di quattro anni or sono, avrei scommesso che in prigione ci sarebbe finito pure Trump, che di quell’insurrezione era l’istigatore e che stette a guardare in tv quanto succedeva, non conscio della gravità degli eventi e, anzi, almeno all’inizio, compiaciuto, nonostante il suo staff e persino sua figlia Ivanka gli chiedessero di richiamare i suoi sostenitori.
Tutte le storie che si sono poi raccontate, quelle vere – l’inadeguato apparato di sicurezza, come se non ci fossero state avvisaglie di quanto sarebbe poi avvenuto – e quelle false – la rivolta che sarebbe stata istigata da agenti dell’Fbi sotto copertura – non incidono sulla sostanza della responsabilità di Trump negli eventi di quel giorno.
Quest’anno, non succederà nulla del genere, quando il Congresso, in questo 6 gennaio, si riunirà per ratificare l’esito delle elezioni: Biden ha perso, ritirandosi dalla corsa prima del voto; Kamala Harris ha perso, raccogliendo il testimone della candidatura democratica in modo anomalo e frettoloso; i democratici hanno perso, gestendo malissimo la partita dal momento dell’avallo a Biden nell’estate del 2023. Ma nessuno, per giustificare la sconfitta, ha evocato brogli, che non ci sono stati quest’anno, come non ci furono nel 2020.
C’è una normalità della democrazia; e c’è una normalità trumpiana, che sovverte le regole, ma che la maggioranza dei cittadini statunitensi non solo accetta, ma esalta, con la rielezione a presidente. La normalità di chi già pensa, come scrive l’Ap, che la sua dimora di Mar-a-lago in Florida sia "il centro dell’universo": un magnete per quanti, leader o imprenditori, vogliono esercitare o acquisire influenza; il posto dove essere e, soprattutto, dove farsi vedere se si vuole entrare nell’inner circle del 47° presidente degli Stati Uniti.
Il fatto che oggi non accada nulla di anomalo nel Congresso riunito in sessione plenaria non significa che tutto sia stato rose e fiori nella transizione 2024: tra Biden e Trump, "Non c’è un briciolo d’amore", constata la Cnn. Nelle ultime settimane, Biden ha preso diverse decisioni che sono un dito nell’occhio al suo successore: alcune condivisibili, come le pene di morte commutate in ergastolo a 37 dei 40 detenuti nei bracci della morte federali; altre comprensibili ma discutibili, come la grazia paterna al figlio Hunter; altre, infine, nel segno di una continuità politica dell’Amministrazione democratica, che non sarà però mantenuta da Trump, come gli aiuti all’Ucraina, in particolare l’autorizzazione all’impiego di missili Usa sul territorio russo e la fornitura di mine anti-uomo.
Anche negli ultimi giorni Biden ha fatto due dispetti al suo successore, che, con il pretesto dell’attentato di New Orleans e dell’esplosione a Las Vegas, rispolvera un concetto mantra della sua campagna, “Joe Biden è il peggior presidente nella storia americana, un disastro totale e completo”.
Biden replica con un doppio gesto ostile: blocca l’acquisizione della US Steel da parte della Nippon Steel, lasciando la patata bollente al Trump 2; e conferisce alla ex deputata repubblicana Liz Cheney, bestia nera del presidente eletto, la ‘Presidential Citizens Medal’, la seconda più alta onorificenza civile statunitense, attribuita a coloro che hanno compiuto atti esemplari di servizio per il loro Paese o per i loro concittadini.
Cheney, che era la ‘numero due’ dei deputati repubblicani fino al 2022, è stata la vice-presidente della commissione d’inchiesta della Camera sull’assalto al Campidoglio ed è poi rimasta una fiera oppositrice del magnate, tanto da fare campagna per Kamala Harris. Trump, ora, minaccia di perseguirla insieme ad altri suoi “nemici interni”.
Oltre che a Cheney, Biden assegna l’onorificenza al deputato Bennie G. Thompson, che fu presidente della stessa commissione, e ad altre 18 persone, tra cui l’avvocato Mary Bonauto, impegnata a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, e l’avvocato Evan Wolfson, leader del movimento per l’uguaglianza dei matrimoni. Nella lista figurano anche veterani, ex legislatori e sostenitori dell’assistenza sanitaria, alcuni legati a Biden da decenni. C’è pure il due volte campione Nba ed ex senatore Bill Bradley, già nella Hall of Fame del basket, che ha giocato per i New York Knicks – e per la Simmenthal di Milano -, prima di dedicarsi alla politica.
Dopo l’attentato di Capodanno a New Orleans, il Washington Post vede "l’ombra dell’Isis allungarsi sulla presidenza Trump". Mentre, in vista del 20 gennaio, Politico constata che "l’Europa fa il conto alla rovescia verso una guerra commerciale". Le roboanti affermazioni in politica estera del presidente eletto fanno uscire allo scoperto piccoli Dottor Stranamore anche fra analisti ed accademici.
Sull’ultimo numero di Foreign Affairs, prestigiosa rivista del Cfr, il Center for Foreign Relations, due professori di università sud-coreane, Robert E. Kelly e Min-Hyung Kim, scrivono che Seul dovrebbe dotarsi dell’arma atomica come migliore strumento per contenere la minaccia nucleare della Corea del Nord. "Per molto tempo – scrivono Kelòly e Kim -, la Corea del Sud ha contato sugli Stati Uniti per neutralizzare la minaccia nucleare nord-coreana… Per decenni, ciò è bastato a fornire alla Corea del Sud garanzie di sicurezza sufficienti… Ma oggi, questa garanzia appare sempre più fragile".
Era il segreto di Pulcinella. La ricetta per un mondo più sicuro? Trump alla Casa Bianca e atomiche a gogò.
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