
Quella che stiamo costruendo non è l'Europa di Ventotene, ma un protettorato tedesco

Ieri alle 01:17 PM
di Pietro Francesco Maria de Sarlo
Cinquantamila a piazza del Popolo a Roma per riscoprire e chiedere l'Europa di Ventotene. E nelle altre piazze europee? A Madrid, Parigi, Berlino, Lisbona, Atene, Varsavia, Riga, Amsterdam, Stoccolma, Tallinn, Vilnius eccetera? La facciamo da soli noi italiani questa Europa delle meraviglie descritta da Serra?
Qualcuno ha sentito cosa ne pensano gli altri popoli europei di questa astrazione di Europa, venduta come reale dal gregge mainstream italiano? Siamo convinti che oggi i tedeschi o i francesi votino una Costituzione Unica Europea quando fino ad ora non l'hanno voluta, tanto che il suo atto fondante è il Trattato di Lisbona?
C'è stato un tempo in cui i principali leader europei, Mitterand, Andreotti e Thatcher, temevano la riunificazione della Germania. Furono poi convinti da Kohl che non ci sarebbe stata la temuta germanizzazione dell'Europa ma l'occidentalizzazione della Germania. Poi venne Prodi che favorì l'espansione dell'Europa verso Est. La nuova centralità acquisita dalla Germania ne ha fatto la prima potenza in assoluto sul piano economico e, con quelli che erano i satelliti della ex Urss ora diventati satelliti della Germania, il dominus della politica europea facendole disporre, nel Parlamento Europeo e nell'Eurogruppo, anche dei voti dei paesi dell'Est.
Ancora oggi Prodi è convinto che l'espansione ad Est sia stata un successo, di sicuro per la Germania lo è stato. Ma quanto è distante la sua idea di Europa a trazione franco-tedesca da quella disegnata a Ventotene e auspicata dai manifestanti?
Nel corso della ultima audizione al Parlamento europeo, Draghi ha affermato che "è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo un unico Stato." Il 'come se fossimo' ha almeno due implicazioni logiche. La prima, mi dispiace per Serra, è che nessuno sta lavorando per fare dell'Europa un unico Stato con istituzioni realmente democratiche e realmente rispondenti ai criteri di democraticità che solo il parlamentarismo può dare. La seconda è che i parlamenti, le costituzioni, le regole e gli ordinamenti dei singoli Stati, e che ad oggi sono nel bene e nel male le uniche sedi di discussione democratica esistenti, vanno superati da un consesso sovrannazionale di pochi che si mettono d'accordo per fare delle cose in modo rapido e veloce ma non democratico. Per fare cosa? Lo chiarisce lo stesso Draghi nella stessa sede, quando dopo aver ricordato che l'Europa ha detto no al debito pubblico, al mercato unico dei capitali e che non è capace di rispondere ai valori fondamentali per cui è stata creata, afferma che a chi gli chiedesse cosa fare oggi risponderebbe: 'Non lo so, ma fate qualcosa'.
Il modello 'come se fossimo' è stato immediatamente recepito da Von der Leyen, che ha subito fatto qualcosa: il Rearm Europe che prevede la possibilità per gli stati membri di indebitarsi per l'acquisto di armi fuori dai limiti del patto di stabilità. Ma c'è un solo Paese che può permetterselo e ha la convenienza per farlo. Si scrive Rearm Europe ma si legge Rearm Germany.
Tornando a Michele Serra e ai cinquantamila è evidente da queste premesse che la piazza si è mobilitata, unico esempio in Ue, su una idea di Europa che al momento è solo di Serra e della piazza e che nessuno si sta muovendo per una Europa dei popoli sulla base del parlamentarismo e della democrazia e dove, come in ogni Costituzione, sia previsto che i cittadini greci, per esempio, abbiano gli stessi diritti e doveri di quelli tedeschi.
Viste le premesse descritte da Draghi, qualcuno può sul serio credere che la Germania, che non ha voluto la costituzione europea e si oppone al debito comune con grande generosità, metta a disposizione di un fantomatico esercito europeo le proprie armi e senza chiedere nulla in cambio? Siamo seri! Quella che stiamo costruendo non è l'Europa di Ventotene ma un protettorato tedesco, se va bene. Chi dice che il riarmo sia un primo passo per l'esercito europeo o mente, sapendolo, o è Calenda.
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