Roma, dad al liceo Virgilio "per riparare ai danni dell'occupazione". La lettera degli studenti: "Narrazione tragica"

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È scontro al liceo "Virgilio" di Roma tra gli studenti che per tredici giorni lo hanno occupato e la dirigenza della scuola che ha scelto di attuare la didattica a distanza durante il tempo che servirà a ripristinare l'istituto. L'obiettivo è evitare di non raggiungere i giorni necessari a rendere valido l'anno scolastico.

A schierarsi con la dirigente Isabella Pelagi sono anche alcuni docenti che nei giorni scorsi avevano manifestato contro l'occupazione messa in atto dal "Collettivo Virgilio". Professori e preside, terminata la protesta e rientrati a scuola sono rimasti allibiti dei danni fatti: "Abbiamo trovato – spiega a ilfattoquotidiano.it Valerio Gigante, docente di lettere da sei anni al liceo romano – una cattedra bruciata, bagni otturati, residui di fuochi accesi in più parti della scuola, chiusini bloccati con il relativo effetto piscina, l'impianto anti-incendio rotto ad ogni ingresso e persino del sangue umano su un banco di un laboratorio e sul pavimento. E' una terribile partita a scacchi. Loro cercano di mostrare all'opinione pubblica una narrazione diversa da quella che è la realtà dicendo che le condizioni della scuola erano così già da prima, ma basta fare un giro tra le aule per comprendere in che stato pietoso hanno lasciato la nostra scuola". Pelagi farà una relazione dettagliata a Città Metropolitana che, nel frattempo, è intervenuta per fare una conta dei danni, ridare decoro alle aule e compiere una disinfestazione.

A non accettare questa versione dei fatti, invece, sono proprio gli studenti che attraverso Instagram hanno diffuso una loro lettera: "In attesa della pubblicazione di un inventario dei danni provocati dall'occupazione sentiamo la necessità di esprimerci sulla questione anche perché la narrazione degli esiti" della nostra manifestazione "sta circolando incontrollata e ha stranamente già raggiunto gli organi di stampa ancor prima di qualsiasi resoconto ufficiale interno. La dirigente ha organizzato il 12 dicembre una serie di tour nella sede centrale del Virgilio per mostrare a tutti gli studenti lo stato della scuola. Avendo partecipato alla visita abbiamo constatato che, sebbene sia sporca in alcune sue parti, le condizioni del plesso non rispecchiano la narrazione tragica che è prevalsa finora". A detta dei ragazzi tutti i corridoi e le classi del primo, secondo e terzo piano sono state lasciate in ordine e puliti; il cortile e l'androne dell'entrata, seppur sporchi non presentano danni; alcune porte dei bagni che prima erano rotte sono ora riparate con pannelli di compensato e alcuni muri sono stati dipinti. Non solo. Gli studenti postano delle foto di bagni otturati e rotti che secondo loro erano così già prima dell'iniziativa. Parole smentite da Gigante: "E' tutto falso. Persino un prete che abita accanto alla nostra scuola ci ha scritto descrivendoci una situazione delirante: banchi gettati dalle finestre, grigliate in cortile e sporcizia ovunque. Non se ne può più".

La polemica tra le due parti in causa è anche sulla didattica a distanza. Secondo il collettivo "la responsabilità della dilatazione dei tempi della dad viene addossata alle condizioni in cui l'edificio è stato lasciato dagli occupanti mentre è chiaramente conseguenza di altre dinamiche". Molto più pragmatica la versione dei docenti che riporta Gigante: "Quest'anno hanno fatto tredici giorni di occupazione e se avessimo dovuto garantire l'anno scolastico senza attuare la dad in queste ore in cui la scuola è chiusa per il ripristino saremmo stati costretti a fare lezione di domenica o turni pomeridiani o a saltare i ponti già fissati. Noi lavoratori non ci stiamo a pagare sulla nostra pelle le scelte degli studenti".

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