"Se vuoi fare il manager tua moglie deve stare a casa, curare i figli e non rompere i coglio**": lo sfogo di un uomo discriminato al colloquio di lavo

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“Discriminazione e domande inopportune ai colloqui di lavoro. Non è una cosa che succede solo alle donne o alle mamme”. È questa la didascalia che accompagna il video pubblicato da “@ilsabbatico” su Tik Tok nella giornata di ieri 4 ottobre. L’uomo, 68.000 ‘mi piace’ e poco più di 5.600 follower, nella biografia della piattaforma cinese ha scritto: “Mi prendo una pausa dal lavoro per stare con i miei figli e crescere con loro“.

Già si intuisce quale sia la tematica maggiormente presente nei suoi contenuti. Non fa eccezione questo filmato che, nel giro di 24 ore, ha superato 340mila visualizzazioni. “Vi racconto una cosa che mi è successa a un colloquio di lavoro. Scenario: azienda della concorrenza abbastanza grande, opportunità interessantissima. Siamo al colloquio finale della selezione e ho già davanti la proposta di assunzione per una posizione prestigiosa con job title altisonante, aumento di stipendio, macchina aziendale figa e tutta una serie di benefit”, esordisce l’uomo nel TikTok.

Poi racconta esattamente cos’è accaduto: “Questo personaggio, premetto, non è un imprenditorino con la ditta sotto casa. È una persona di livello, che si presenta molto bene, imprenditore da 8 zeri all’anno, con un’istruzione universitaria di alto livello, inserito in ambiente di spicco e con un’ottima reputazione accademica”. Durante il colloquio, dunque, il “capo” gli racconta quali saranno le sue mansioni, di cosa dovrà occuparsi prevalentemente e, a un certo punto, si lascia sfuggire un dettaglio che non passa inosservato. L’uomo spiega: “Lui dice che la persona che sarei andato a sostituire non se ne stava andando di sua spontanea volontà, ma che era stata l’azienda a decidere di non proseguire il rapporto di collaborazione a causa di incompatibilità familiari”.

A quel punto @ilsabbatico chiede dei chiarimenti e il responsabile che gli stava facendo il colloquio risponde: “Eh sì, questo qua ogni volta che la bambina sta male mi sta a casa. Io ho i miei uomini di fiducia perché questa è una posizione mia, di fiducia e io ce ne ho bisogno qua, in azienda e vicino a me. E poi fai stare a casa tua moglie, non ce l’ha una mamma ‘sta bambina?”.

Di nuovo @ilsabbatico riprende il discorso in prima persona: “Io, cercando di stare tranquillo, gli spiego che anche io ho un bambino piccolo, di un paio d’anni, e che può capitare che io e mia moglie ci alterniamo nella cura del piccolo perché entrambi lavoriamo e che mi sembrava una cosa normale. Lui, per tutta risposta, mi guarda negli occhi e mi fa: ‘Michele, senti, adesso io ti insegno una cosa che ti sarà utile per tutta la tua carriera. Se vuoi fare il manager e avere anche una famiglia, tua moglie deve stare a casa, curare i figli e non romperti i cogli*ni’. Io, zitto, senza saper bene cosa dire, pensando a mia moglie che in quel momento lavorava in Svizzera e guadagnava il triplo di me e lui, non contento, rincara la dose e fa: ‘Guarda me, io c’ho i figli, che spero siano i miei, non li vedo mai, non so neanche che classe fanno. Mia moglie è impeccabile, pensa a tutto lei. Io pago e basta, non mi interessa’. In due frasi è riuscito a insultare me, sua moglie, se stesso e i suoi figli”.

Quindi @ilsabbatico ha deciso di non accettare il lavoro: “In quel posto di mer*a non mi hanno visto mai più. Questo è per raccontare è che a volte anche noi uomini siamo vittime di discriminazioni ai danni delle nostre famiglie perché questo episodio mi ha precluso un importante step di carriera. Ma io a queste condizioni ho detto di no”. Dulcis in fundo, al termine del colloquio, @ilsabbatico ha chiamato la selezionatrice del lavoro, lamentandosi e spiegando tutto nei dettagli: “Ma lei non ha capito. Mi ha detto che dovevo fregarmene perché quella persona lì è fatta così ma poi tutti si trovano bene a lavorare. Mi ha detto che sono un perdente a ragionare così e che avrei dovuto ripensarci perché così avrei distrutto la mia carriera”.

Infine conclude: “Io dico solo una cosa, ancora a distanza di anni: ‘Vergognati'”. Tra i vari commenti sotto al video, ce n’è uno a cui ha risposto lo stesso creator, davvero incredibile (nell’accezione negativa del termine). Una signora ha scritto: “A me a un colloquio hanno chiesto se anche mio marito facesse lo stesso lavoro, che in tal caso assumevano lui. Se ci penso mi arrabbio ancora, se la ridevano pure. Una grossa multinazionale, non ditta piccola che va in crisi in caso di maternità”.

@ilsabbatico Discriminazione e domande inopportune ai colloqui di lavoro non è una cosa che succede solo alle donne o alle mamme. #colloquio#carriera#headhunter#genitori#discriminazione#paritadigenere#selezione#contratto#stipendio♬ suono originale – il sabbatico

L'articolo “Se vuoi fare il manager tua moglie deve stare a casa, curare i figli e non rompere i coglio**”: lo sfogo di un uomo discriminato al colloquio di lavoro perché padre proviene da Il Fatto Quotidiano.

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