Segre, le sorelle Bucci, Bauer, Modiano: chi sono gli "araldi della memoria", i sopravvissuti alla Shoah ancora in vita

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Mantenere viva la Memoria, quella che la giornata del 27 gennaio si propone di celebrare, è sempre più difficile. A 80 anni dall’Olocausto, per ragioni anagrafiche, i testimoni del genocidio nazista sono ormai pochi. Le voci di questi “araldi della memoria”, come li chiama la senatrice a vita Liliana Segre, sono sempre meno, eppure il loro impegno nel testimoniare non si è mai spento. C’è chi ha fatto del raccontare quasi una missione di vita, documentando pubblicamente quell’esperienza, spesso costretto a rivivere il dolore, ma c’è anche chi ha cercato di portarsi dentro quel macigno in silenzio. Difficile quindi avere numericerti su chi, in Italia, riuscì a uscire vivo dai campi di sterminio.

Accanto a chi non ha mai smesso di far sentire la propria voce, come Liliana Segre, Sami Modiano ed Edith Bruck, sopravvivono oggi pochi altri testimoni della Shoah. Secondo l'analisi dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane e dello scrittore e storico MarcelloPezzetti, che cura il museo di Roma, gli ebrei sopravvissuti sono ormai poco più di una decina. A loro si aggiungono i pochissimi ex deportati non ebrei, come ricorda Dario Venegoni presidente dell'Aned, l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, medaglia d'oro al merito civile nel 2024 e fonte importante. Ecco un elenco “parziale” delle voci ancora in vita, reso possibile anche dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Cdec Onlus, primaria fonte italiana sul tema che ha una libreria digitale da poter consultare.

Goti Bauer – 100 anni. Nome di battesimo Agata Herskovitz, straniera di nascita, italiana d'adozione, nata in Cecoslovacchia, detenuta a Fossoli, poi deportata ad Auschwitz-Birkenau. Matricola A-5372, è da quasi 30 anni infaticabile testimone della Shoah con gli studenti di Milano dove risiede.

Edith Bruck – 93 anni, scrittrice e regista di origine ungherese, è stata deportata a 13 anni prima ad Auschwitz e poi in altri campi di sterminio: Dachau, Christianstadt, infine Bergen Belsen.

Andra e Tatiana Bucci – rispettivamente 85 e 87 anni, sono state testimoni dell'orrore più assurdo, quello degli esperimenti di Mengele. Deportate insieme alla mamma, alla zia e al cuginetto quando avevano 4 e 6 anni, hanno vissuto l’orrore di Auschwitz, un ricordo che poi hanno trasformato in testimonianza quotidiana tra i più giovani.

Stella Dana – milanese, 87 anni, deportata nel campo di concentramento di Bergen Belsen.

Alberto Israel – Nato a Rodi quando l'isola era ancora italiana fu deportato all'età di 17 anni ad Auschwitz. Oggi a 97 anni vive in Belgio dedicando tutte le sue energie alle giovani generazioni.

Hanna Kluger Weiss – nata a Fiume, 96 anni, scrittrice, amica di Goti Bauer anche lei di Fiume. Dal ’68 si è fatta testimone attiva anche con viaggi della memoria in Polonia. Vive in Israele dove dirige un piccolo museo della Shoah a Nazareth Illi.

Stella Levi – Come Israel è proveniente dalla comunità italiana a Rodi. Nata nel 1923, è stata deportata nel campo di sterminio di Auschwitz al quale è sopravvissuta. Oggi ha 101 anni.

Sami Modiano – 94 anni, anche lui proveniente da Rodi. È stato deportato a Birkenau all'età di 13 anni. Oggi è un attivo testimone della Shoah. La sua storia è nel libro di Walter Veltroni, Tana libera tutti

Gilberto Salmoni – 97 anni, presidente onorario di Aned Genova, ultimo sopravvissuto genovese ai lager nazisti. Attivo testimone, ebreo ma deportato all'età di 16 anni a Buchenwald come cattolico e con il triangolo rosso dei dissidenti politici.

Liliana Segre – 94 anni. Senatrice a vita costretta a vivere sotto scorta per le minacce razziste. Sopravvive ad Auschwitz, numero di matricola 75190. Fu una dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento e tra i 25 sopravvissuti.

Arianna Szörénzyi – 91 anni anche lei di Fiume. Viene portata ad Auschwitz, numero di matricola 89219, e poi a Bergen Belsen dalla Risiera di San Sabba ad appena 11 anni, come racconta nel libro Una bambina ad Auschwitz, Mursia.

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