Sessanta metri e quattro campioni italiani (per ora): il mezzo miracolo della Boxe Lastra a Signa

https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/03/26/IMG-20250122-WA0003.jpg

In una piccola palestra di sessanta metri quadrati, in provincia di Firenze, si possono trovare in un giorno qualsiasi della settimana ben quattro campioni italiani di boxe. Succede a Lastra a Signa, quattordici chilometri dal capoluogo, in una stanza all'interno del palazzetto dello sport comunale, sotto la guida del giovane maestro MirkoRicci. Simone Rao, con un record di 11 vittorie su altrettanti incontri, è diventato campione italiano dei piuma nel 2023. Il peso mosca, un domenicano di Toscana, Joel Santos ha nello stesso anno conquistato il titolo dei pesi mosca. Il super piuma Catalin Ionescu (15-3-1), nato in Romania e residente proprio a Lastra a Signa, si era impossessato anche lui l'anno prima della cintura tricolore. Il poker è arrivato recentemente, nello scorso dicembre il super welter Paolo Bologna ha battuto il campione in carica Federico Schinina a Ferrara.

Bologna ha recentemente mantenuto la cintura pareggiando con Damiano Falcinelli a Milano. Sono quattro i campioni, e avrebbero potuto essere cinque, perché MohamedDiallo poche settimane prima era andato ko a Milano alla seconda ripresa con FrancescoPaparo. La lista potrà comunque aumentare già quest'anno, con Diallo se ha sete di rivincita e con altri pugili che frequentano la palestra di Ricci come Simone Vanni e AlessandroRuggiero. Mentre nel frattempo i magnifici quattro tenteranno la scalata europea, prima con l'Ebu Silver e poi eventualmente con il titolo continentale più importante.

La Boxe Lastra a Signa nasce negli anni cinquanta, Fernando Padariso la prende in mano nel 1987. È il 2011 quando diventa maestro un giovanissimo Mirko Ricci. Oggi ci sono 150 iscritti, amatori, dilettanti e undici professionisti che sono appena diventati 12 con il trasferimento nel team di MarvinDemollari (anche lui in passato campione d’Italia). Una vera squadra di pugili, insomma. Non tutti si trovano sempre in palestra allo stesso orario dello stesso giorno, ma quando succede è bello vedere tanti pugili professionisti lavorare in poco spazio e in perfettaarmonia. "Non avremmo neanche bisogno di andare in trasferta a fare sparring – dice Ricci a ilfattoquotidiano.it– ma lo facciamo comunque in prossimità di un match perché anche a livello mentale confrontarsi con altri pugili è una crescita. Diallo e Ionescu, stesso peso, avrebbero potuto scontrarsi per un titolo italiano, ma io non metterò mai sullo stesso ring due miei ragazzi". Oltre alla palestrina con il ring, in realtà c’è anche uno spazio per i pesi. Accanto inoltre c’è un campo sportivo con una pista da atletica che talvolta viene usata dalla Boxe Lastra a Signa.

"Certo mi piacerebbe avere una palestra ultra moderna – continua Ricci – ma mi faccio bastare questa che è rimasta abbastanza old school. Come maestro io cerco di aggiornarmi in continuazione, tra cinque anni non ci saranno sicuramente le stesse metodologie che ci sono oggi. I miei fanno anche il taglio del peso prima dei match. Fa male? Anche prendere cazzotti fa male. Infatti va fatto con professionistiseri, non con nutrizionisti improvvisati. All’estero sennò combatteresti contro gente che ha dieci chili più dei tuoi, anche questo può essere pericoloso". È difficile gestire così tanti professionisti in uno spazio limitato? "No, ho ragazzi in gamba e non ho mai spedito fuori dalla porta nessuno. Quella del rispetto al maestro come fosse un mammasantissima è una storia vecchia. Il gruppo deve passare sempre davanti all’individuo: in palestra da noi è tutto un prendersi in giro, compreso io, vengo preso scherzosamente di mira. Mi metto al loro livello, creando un rapportoparitetico. Per tutti sono Mirko, non voglio essere chiamato maestro“.

L'articolo Sessanta metri e quattro campioni italiani (per ora): il mezzo miracolo della Boxe Lastra a Signa proviene da Il Fatto Quotidiano.

img

Top 5 Serie A

×