
"Sono finito in depressione a causa de 'La Passione di Cristo': ore appeso alla croce, c'era chi vedeva la Madonna". La surreale esperienza di Sergio

03/30/2025 09:00 AM
In occasione del Bif&st di Bari, dove ha ricevuto il premio alla carriera, Sergio Rubini ha parlato del mestiere dell’attore. In particolare, si è concentrato su un’esperienza che ha segnato la sua carriera: le riprese de “La Passione di Cristo”, il film di Mel Gibson in cui l’attore pugliese è stato protagonista nel 2004. Rubini ha definito quel periodo come un vero e proprio inferno: “Con quel film andai in depressione”, ha dichiarato.
Nel film, Rubini interpretava il “ladrone buono”. Scene estremamente difficili, freddo pungente e lunghe ore appeso alla croce. L’attore ha ricordato l’atmosfera surreale sul set: “Era pieno di preti, ma preti veri, lefebvriani, quelli con l'abito rosso, dogmatici, severi, con in mano l'ostia consacrata da distribuire al cast”. Per compiacere il regista, infatti, le apparizioni divine sembravano non finire mai, tanto che “ad alcuni di notte sembrava di aver visto la Madonna. Anche Giuda lo disse e lì Mel Gibson, che considerava quel film un destino, una folgorazione, si arrabbiò”.
“Se volevi entrare nel cerchio magico di Mel Gibson, dovevi essere invitato al rito che si officiava alla sua presenza”, ha ricordato l’attore. Poi ha aggiunto: “Per il realismo anglosassone dovevo restare appeso alla croce per ore. Nei tempi morti potevo appoggiarmi a un sellino da ciclista di una bici da corsa, molto piccolo, dal quale mi sfilavo appena Gibson, che, uscito di senno, camminava con la frusta in mano, esclamava azione. E in più avevo una guaina con dei tubicini per fingere il sangue che scendeva copioso. Doveva sembrare tutto vero, mi lanciavano addosso perfino il fango, e accanto avevo un manichino identico a me, con la guaina: sembrava più vivo il manichino di me”.
Nonostante il clima estremamente difficile, il film ha avuto un successo strepitoso, incassando 612 milioni di dollari e ottenendo tre nomination agli Oscar. “Pensai che sarebbe stato un fiasco. Niente di più sbagliato”, ha ammesso Rubini. Dopo questo successo, l'attore ha ricevuto una busta con un pagamento extra da parte di Gibson. Inizialmente ha rifiutato l'offerta: “Non volli accettarlo, poi si ruppe il cambio alla Smart e lo incassai. Dopo questo racconto, non penso che mi richiamerà per il sequel”.
L'articolo “Sono finito in depressione a causa de ‘La Passione di Cristo’: ore appeso alla croce, c’era chi vedeva la Madonna”. La surreale esperienza di Sergio Rubini proviene da Il Fatto Quotidiano.