Terremoto in Myanmar, la terra continua a tremare: nuove scosse, una di magnitudo 5.1. Si scava tra le macerie: una donna estratta viva dopo 30 ore

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La terra non smette di tremare in Myanmar. Dopo le due violentissime scosse di magnitudo 7.7 e 6.4 che hanno devastato il Paese venerdì 28 marzo, una serie di repliche, tra cui una di magnitudo 5.1 registrata oggi vicino alla capitale Naypyidaw e una di 4.2 ieri sera a nord di Mandalay, continuano a seminare paura tra una popolazione già stremata.

Corsa contro il tempo per salvare i sopravvissuti sotto le macerie
Il conteggio ufficiale delle vittime, fornito dalla giunta militare al potere, è salito a 1.644 morti, oltre 3.400 feriti e almeno 139 dispersi solo in Myanmar. A questi si aggiungono i 17 morti e 32 feriti di Bangkok, dove il crollo di una torre di 30 piani in costruzione ha intrappolato decine di persone (83 ancora disperse). Ma le stime degli esperti sono ben più catastrofiche: lo United States Geological Survey (USGS) ipotizza un bilancio finale che potrebbe oscillare tra i 10.000 e i 100.000 morti. Funzionari USA citati dalla CNN parlano di un timore concreto per oltre 10.000 vittime.

La disperata ricerca di sopravvissuti prosegue senza sosta tra le macerie, soprattutto a Mandalay, la seconda città del Paese (1,7 milioni di abitanti), vicina all’epicentro e colpita da distruzioni massicce. Qui, all’alba, Win Lwin si fa strada tra le rovine di una sala da tè, spostando mattoni a mani nude: “Circa sette persone sono morte qui”, dice all’Afp. “Sto cercando altri corpi, ma so che non ci possono essere sopravvissuti. Non sappiamo quanti corpi potrebbero esserci, ma stiamo cercando”. Piccole scosse di assestamento continuano a far fuggire la gente dagli edifici rimasti in piedi. Ma tra le macerie, a volte, si compie un miracolo. Ieri sera, i soccorritori hanno estratto viva una donna dalle rovine di un condominio crollato a Mandalay, lo Sky Villa Condominium. Un applauso scrosciante ha accolto Phyu Lay Khaing, 30 anni, mentre veniva adagiata su una barella, 30 ore dopo il sisma. Ad attenderla, il marito Ye Aung: “All’inizio, non pensavo che fosse viva“, ha detto l’uomo, commerciante e padre di due bambini piccoli. “Sono molto felice di aver ricevuto buone notizie”. Una gioia immensa, offuscata però dal dramma: secondo un funzionario della Croce Rossa, oltre 90 persone potrebbero essere ancora intrappolate sotto le macerie di quel solo edificio.

La crisi umanitaria
La situazione umanitaria è resa ancora più drammatica dalla guerra civile in corso dal golpe militare del febbraio 2021. I combattimenti proseguono anche dopo il terremoto – ieri si sono registrati raid dell’esercito contro i ribelli non lontano dall’epicentro – e il sistema sanitario è al collasso. Si segnala penuria di cibo e medicine, mentre la giunta militare ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale per l’invio di aiuti.

Il rischio di nuove forti scosse
Il potente terremoto, generato dalla Faglia di Sagaing (una struttura geologica lunga 1200 km, paragonabile alla San Andreas californiana), ha avuto una forza “300 volte superiore a quella del sisma di Amatrice del 2016”, come sottolinea il geologo Mario Tozzi. L’epicentro superficiale (tra 15 e 24 km di profondità) ha amplificato la distruzione. Gli esperti, intanto, avvertono sul rischio di nuove, forti scosse: “In questo momento non si può abbassare la guardia, sussiste un rischio concreto di repliche che si potranno presentare anche a giorni se non a settimane di distanza”, ha detto all’Agi Andrea Billi, geologo del CNR. Una minaccia costante, legata alla natura stessa della Faglia di Sagaing, destinata, secondo gli scienziati, a generare eventi simili anche in futuro.

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