"Trattativa Meloni-Musk per Starlink è un'opportunità? Non bisogna perdere più tempo: ci sono due guerre e l'Europa è in ritardo su tutto"
Ieri alle 04:43 PM
“La trattativa tra il governo italiano e SpaceX per l’utilizzo della tecnologia Starlink è senza dubbio un’opportunità, specie in questo periodo di guerre e di mancanza di certezze per la sicurezza nazionale”. Ezio Bussoletti è professore di fisica e tecnologia spaziale ed anche di tecnologie spaziali per l’ambiente, è stato ex vice presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e attualmente dirige (ne è anche il fondatore) dell’unico master post universitario in Space Economy esistente in Italia, quello della Luiss Business School di Roma. In passato è stato anche consulente di vari governi, di tutti i colori politici, per le politiche aerospaziali. A tutti gli effetti è uno dei massimi conoscitori del sistema spazio europeo e sulla bontà dell’accordo tra Meloni e Musk ha una convinzione non scalfibile.
Utilizzo di Starlink per 5 anni per 1,5 miliardi di euro: e se fosse una cambiale?
Non può esserlo per la questione geopolitica a monte della questione. Ci troviamo fra due guerre, quelle in Ucraina e in Medio Oriente, bisogna arrivare il più rapidamente possibile ad ottenere un’infrastruttura come quella offerta da Musk: subito operativa, efficace e soprattutto rispondente alle necessità di salvaguardia la nostra sicurezza nazionale.
E siamo proprio sicuri che la nostra sicurezza nazionale sia davvero protetta nelle mani di Musk?
Ma davvero qualcuno può pensare che un qualsiasi premier prima di fare questo passo ed essendo ben conscio della rischiosissima situazione geopolitica, non si sia confrontato con i massimi vertici militari e dei servizi? Tra l’altro Meloni ha un ministro della Difesa con competenze tecniche e storiche specifiche come Guido Crosetto. È assolutamente scontato che si sia confrontata sia con lui, con i tre capi di Stato Maggiore e con tutti i rappresentanti del comparto.
Le opposizioni però parlano di rischio concreto.
Non sono d’accordo. E perché allora non forniscono proposte alternative? Semplice: non ce ne sono, non a quei costi e con quella efficacia.
Però l’Europa sta investendo molto nel progetto Iris2.
È solo sulla carta, non sono stati nemmeno chiariti ruoli e funzioni delle varie industrie europee perché i vari rappresentanti non si sono messi d’accordo. Sono in un ritardo mostruoso.
Quindi quello di Meloni sarà uno sgarbo agli altri Paesi europei?
In Europa nel settore spaziale continua ad esserci una frammentazione esasperante di interessi. In Italia abbiamo continuato a credere che si potesse procedere in Ue con vettori e lanciatori essenzialmente incastrati in un contesto di leadership francese. Si è perso troppo tempo e ora è urgente avere questo tipo di infrastruttura.
Ma è davvero così urgente?
Rispondo con una domanda: è urgente proteggerci con due guerre in corso a un passo da noi? Oppure ci crogioliamo nella convinzione che non succederà mai nulla. Mi domando: ma i sedicenti esperti la storia la hanno mai letta?
Quindi altro che eventi climatici avversi: è una questione squisitamente militare.
Direi piuttosto di sicurezza complessiva a favore del nostro Paese.
E bisognava per forza affidarsi al braccio destro di Trump?
Qui scontiamo un gap dell’imprenditoria europea: manca il coraggio di investire in proprio, siamo ancorati al concetto che per fare qualcosa di importante ci deve per forza essere il supporto statale. Significa essere schiavi di un’economia di sussidi. Musk invece ha rischiato quando non era nessuno, i primi quattro lanci sono stati un fallimento, solo al quinto tentativo tutto il mondo ha capito le potenzialità del suo Falcon, il primo lanciatore riutilizzabile della storia, che ha permesso un riduzione impensabile dei costi.
Resta lo sgarbo a Francia e Germania, i leader dello spazio europeo.
Pazienza. C’è un motivo storico alla base del mio giudizio: con i nostri politici siamo sempre andati a rimorchio di altri, in Europa e nel mondo. Questa volta siamo i primi a fare qualcosa di rivoluzionario in Ue. Non aspettiamo più gli altri, siamo noi i protagonisti, sappiamo prenderci delle responsabilità.
Non c’è il pericolo che l’Italia diventi per Musk una sorta di cavallo di Troia per dominare in Ue?
Da sempre in Europa l’asse franco-tedesco ha fatto il bello e il cattivo tempo, con l’Italia a fare da terzo incomodo e a raccogliere le briciole, nonostante una filiera di altissimo livello. Questa mossa ha di certo sparigliato le carte: eravamo accusati di essere servi e schiavi, ora potremmo avere un ruolo di primo piano. La storia dirà se questa mossa sarà giusta o meno. Di certo è la sconfessione di un equilibrio.
E non le sembra anche la sconfessione totale del concetto di Europa?
Su alcune cose l’Europa non c’è o è piuttosto labile, questo è il problema di fondo.
Se Trump e Musk si rivelassero un disastro quello di Meloni non passerebbe alla storia come un azzardo giocato sulla pelle e le tasche degli italiani?
Ma perché fino ad ora abbiamo fatto politiche equilibrate? Sbaglio o il nostro debito pubblico è il secondo o terzo più alto al mondo? Poi c’è da dire che non stiamo abbandonando una struttura funzionante, sia chiaro, perché al momento non c’è proprio nulla. E se per assurdo – ma mica tanto – Putin decidesse di attaccare la Polonia? Restiamo a guardare o aspettiamo i francesi e i tedeschi che ci dicano cosa fare?
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