Tren de Aragua, la gang venezuelana che per Rubio è "peggio di Al Qaeda"

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"I marines di Guantanamo hanno detto che queste sono alcune delle persone più dure che abbiano mai incontrato. Peggio dei membri di Al Qaeda che erano stati in quelle celle". Così il segretario di Stato americano, Marco Rubio, è tornato a parlare della deportazioni degli affiliati all’organizzazione criminale Tren de Aragua definendola “una delle più pericolose che il mondo abbia mai visto”. La storia di questo gruppo è più controversa di quel che appare al capo della diplomazia americana, essendo nato, in origine, come sindacato dei lavoratori venezuelani. Nel 2005, Tren de Aragua fu fondato per tutelare gli operai che erano stati assunti per costruire una ferrovia che doveva fungere da collegamento tra le regioni di Aragua e Carabobo. Il progetto, che aveva anche una partecipazione italiana, però non fu mai completato.

Il quotidiano El Carabobeno ricorda che il 12 dicembre 2013 il consorzio italiano Impregilo, Ghela Gibson e Astaldi avevano dovuto interrompere i lavori in corso per la costruzione della tratta Puerto Cabello-La Encrucijada della Rete Ferroviaria Nazionale: "Si ritiene che la causa della cessazione dei lavori sia un debito pari a 1,5 miliardi di dollari, lasciando senza lavoro circa 2.000 lavoratori". Secondo alcune fonti, già all’epoca il sindacato aveva preso una brutta strada, imponendo tangenti agli appaltatori e vendendo posti di lavoro nei cantieri.

Il salto definitivo arriva con l’ascesa di Héctor Rutherford Guerrero Flores, conosciuto come Niño Guerrero, che iniziò la sua scalata nell’organizzazione. Come spesso accade nelle vicende centro e sud americane, l’espansione di Tren de Aragua arrivò dopo la cattura di Guerrero, nel 2013. All’interno del carcere, il boss riuscì a consolidare la sua posizione. La prigione diventò così una roccaforte tanto che nel 2023 il presidente Maduro spedì 11.000 soldati per riprendere il controllo della struttura di Tocorón che, come racconta la Bbc, era stata trasformata in un luogo ameno “con tanto di zoo, ristoranti, night club, agenzia di scommesse e piscina”. In quella occasione, Niño Guerrero riuscì a fuggire.

Secondo un dossier della ong Transparencia Venezuela, citata da El Diario, Tren de Aragua sfruttando i migranti venezuelani in Colombia divenne una banda transnazionale, per poi avviare traffici illeciti – oro, droga e rifiuti metallici – da difendere e imporre con la violenza in “Bolivia, Cile, Perù, Ecuador e Costa Rica, e negli Stati Uniti in città come New York, Miami, Los Angeles e Washington”. Per quanto riguarda la presenza numerica negli Usa, la NBC News ha riferito che il Dipartimento della Sicurezza Interna stimava in 600 i venezuelani che avevano legami con la gang, e che 110 di loro fossero effettivamente affiliati. Nel 2023, il Migration Policy Institute riteneva che negli Stati Uniti vivessero 770.000 venezuelani.

In Ecuador si arriva alla definizione di “gruppo terroristico”, in base a un decreto firmato a gennaio di quest’anno dal presidente Daniel Noboa che ha identificato Tren de Aragua come una organizzazione criminale forte di almeno 4.000affiliati. La giornalista Ronna Rísquez, che al gruppo criminale ha dedicato il libro El Tren de Aragua: la banda que revolucionó el crimen organizado en América Latina è andata oltre, stimando che il gruppo sia forte di 5.000 membri con una capacità di profitti annuali tra i 10 e i 15 milioni di dollari. Il destino di Niño Guerrero è ancora incerto: su di lui c’è una taglia di 5 milioni di dollari, ma al momento se ne sono perse le tracce, mentre Colombia e Venezuela si accusano a vicenda di proteggere il suo impero criminale.

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