Un miliardario in carcere: arrestato in Russia Vadim Moshkovich, fondatore del più potente colosso agricolo russo

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A Mosca, dietro il vetro della gabbia del tribunale Meshchanski, un oligarca russo in manette. Non uno qualunque: il 55esimo più ricco della Federazione. Accanto a lui solo una bottiglia d’acqua e una copia del libro del neuroscienziato David Eagleman. Vadim Moshkovich, magnate del settore agricolo, è stato arrestato due giorni fa e ora è in custodia cautelare perché accusato di frode su larga scala. Il miliardario che, secondo Forbes, in banca ha quasi tre miliardi di dollari, si è dichiarato non colpevole. Se i giudici procederanno a condannarlo, rimarrà in galera per dieci anni. Vietati domiciliari e libertà su cauzione (fissata a un miliardo di rubli, quasi 12 milioni di dollari).

Moshkovich è il fondatore di Rusagro, principale produttore di zucchero, olio, maiale della Federazione, il più grande colosso agricolo russo, i cui titoli sono ora in caduta libera sui mercati. Il quotidiano russo Kommersant ha riportato che l’Fsb, servizio sicurezza federale, con le pattuglie della polizia anticorruzione, ha requisito nelle filiali della società nella Capitale e in altre città computer, telefoni, documenti e server. Anche Maksim Basov, ex amministratore della società, è stato arrestato.

Nel giorno in cui è iniziato il conflitto contro l’Ucraina, Moshkovich era con il presidente Putin ad un incontro dove erano presenti altri businessman: da quel 2022 è sotto sanzione Ue e ha abbandonato la presidenza di Rusagro (anche se la società non è stata colpita dalle misure restrittive occidentali). Da quando è scoppiata la guerra, il tycoon è il primo che dalle liste dei super ricchi di Forbes finisce dritto dietro le sbarre di una prigione.

In passato Rusagro è finita in tribunale per una diatriba legale combattuta contro Solnechny Produkti, altra grossa società che rifornisce la Russia di olio; un’altra battaglia si è consumata tra il ministero dell’Agricoltura russo contro la società madre di Rusagro – che aveva sede a Cipro. Moshkovich era anche cittadino dell’isola, finché a novembre il passaporto non gli è stato requisito (per questa doppia cittadinanza, alcuni membri della Duma hanno chiesto perfino di designarlo come "agente straniero"). Secondo Novaya Gazeta Europe, il sequestro del colosso è prossimo come il trasferimento del suo controllo alla Banca dell’agricoltura russa, già al centro dei colloqui con il team Trump. La delegazione russa ha chiesto a quella americana la revoca delle sanzioni che colpiscono l’istituto finanziario che, in passato, ha già inglobato società alimentari ed è legato a Dmitry Patrushev, ex ministro dell’Agricoltura, figlio di Nikolay, potente alleato di Putin.

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