Vacanze di Natale a Todos Santos, la "La La Land" della Baja California: storia di un paradiso incontaminato diventato il "buen retiro" dei radical ch

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Ha fatto la fotografa di moda a New York per Vogue per 25 anni, e, alla ricerca di un paradiso incontaminato, è approdata a Todos Santos. Emanuela Marchetti Gardner ha comprato un fazzoletto di terra, allora costava 20 dollari al metro quadrato e si misuravano con i piedi. Oggi costa dai 250 dollari in su. Ma non fate la mia stessa figuraccia, Todos non è America ma Messico. Todos Santos, classificato dal ministero come pueblo magico, è stata fondata dai gesuiti missionari nel 1733: la leggenda dice che, avendo esaurito la scorta di nomi di santi, l'avessero battezzata con un nome omni/comprensivo di tutti i beati. Todos o Nada (tutto o niente), Todos Santos ha tutto: kilometri di spiaggia e tramonti unici, è come entrare in una cartolina dove l'oceano incontra la Sierra, in mezzo, palmeti e sculture di cactus centenari e rancheri a cavallo. Perfino Puerto Escondido, paradiso dei surfisti, è stato sostituito da Todos Santos: muri d'acqua cristallina per andare su e giù sulla cresta dell'onda. E dite addio anche alla Tulum caraibica, troppo americanizzata. Emanuela è arrivata qui prima degli altri e si è affidata a una coppia di giovane architetti e interior designer, Gaddo e Elisa Piazzesi, fiorentino lui, bolognese lei, si sono conosciuti all’Università e così è cominciata la favola di Todos Santos.

Prima di loro, Todos Santos, buen retiro per surfisti e artisti squattrinati, era fatta di case semplici, per di più baracche con palape, caratteristica tettoia dal fogliame polposo fatte palme e bambù essiccate. A Todos Santos, un po’ Ibiza anni '70, senza gli psichedelici Pink Floyd, si respira la stessa aria di libertà e spensieratezza. Gaddo ed Elisa sono diventati la massima autorità in materia e insieme hanno costruito le ville più belle di Todos, fotografate su i magazine di design, i più prestigiosi al mondo: Ville su promontori solitari e spruzzi di balena all'orizzonte, fra dune di sabbia, aperte al sole, al vento, alla voce dell'oceano, come un tempio greco. Solo che, tra le colonne, hanno immaginato un gioco di vetrate e luce ovunque. Hanno dato un imprimatur al design local, il loro design minimalista/nomad/chic è stato copiato da tutti, ma almeno hanno dato un carattere identitario all'architettura del luogo che prima era solo un'accozzaglia di pietre e palo de arco. Hanno rivisitato alla loro maniera il ciemento pulido, attraverso una paletta di colori aranciati (che qui si chiama rojo oaxaca) tra mille sfumature di grigio. Il loro studio di progettazione (anche in 3 D), La Lucertola, che è anche il loro brand, è una factory di working progress, hanno terminato una guest house e hanno cominciato i lavori per un open space di fianco alla piscina. Una lastra di marmo con venature gialle, sembra ambra, è appena arrivata da una cava del Brasile, è stato il regalo di Natale di Gaddo per Elisa e sarà il tavolo della loro lounge all'ombra di un palmeto.

Felicità quando Thomas Gardner, figlio di Emanuela, l'ha raggiunta per abbracciare il sempre più vivace mercato immobiliare e si è costruito una casa con acquario e pista d'atterraggio per elicottero sul tetto. Nel frattempo, però, a Todos Santos sono arrivati anche i gringos con il loro carico di dollaroni. E i prezzi sono lievitati. Adesso con Trump e per il Capo/danno si attende un'altra marea di americani. Pro e contro. La disoccupazione giovanile in Europa è in picchiata, a Todos Santos basta avere fiuto. Caio Castellini, erede di una famiglia di interior designer milanesi, (Piero, Nicolò e Piero Portaluppi, nonno, padre e bis/bisnonno), tra i più apprezzati in Italia (e non solo), Kamalei von Meister e Dimitri d’Hendecourt, tre compagni di college in Svizzera e tre lauree nel cassetto, tutti under-thirty, stufi di anticamere da ‘le faremo sapere noi…’ a Todos si sono fatti imprenditori di se stessi, sono partiti da zero, e hanno messo su una società di progettazione immobiliare, costruiscono in maniera più sostenibile, con attenzione all'ambiente e utilizzando solo materia prima local. Il loro brand si chiama Mattera BC (mattera.bc.com) è già diventato un punto di riferimento per chi vuol investire sul mattone che tira come una locomotiva.

Todos Santos, una sinfonia di tradizioni, gallerie d'arte, artisti, artigianato, e cucina tradizionale di tacos e burritos buonissima. Nessuna nota è fuori posto nella Tierra Madre. Dove Francesca Dvorak, erede del compositore ceco, raccoglie fondi e volontari per il "Gruppo Tortughero" di cui è cofondatrice e hanno messo sotto protezione le tartarughe, per la conservazione delle uova. Per poi restituire i bebè all'oceano dove appartengono. Speriamo che Todos resti così. E che il nostro distru/turisimo fuori controllo, incolto e basso spendente, si tenga alla larga.

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