Veneto, Lombardia e Piemonte chiedono già l'Autonomia su 9 materie. Ma il ministro Musumeci frena: "Assolutamente precoce"

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Mentre le cinque Regioni del campo progressista si apprestano, nei prossimi giorni, a chiedere il referendum abrogativo sull'autonomia differenziata e mentre, in contemporanea, nasce il Comitato referendario formato da tutte le opposizioni (pronte al “piano b”, con l'eventuale raccolta delle 500mila firme necessarie), le Regioni di centrodestra del Nord Italia si muovono verso l'attuazione della legge Calderoli: i governatori di Veneto, Lombardia e Piemonte si dicono pronti a chiedere subito “il trasferimento delle competenze su 9 materie” che, sottolineano, “non prevedono la determinazione dei Lep“, i Livelli Essenziali delle Prestazioni. Una mossa che, però, crea imbarazzo anche all’interno dello stesso governo Meloni, con il ministro Nello Musumeci che frena: “Mi sembra assolutamente precoce“.

L’iniziativa di Zaia –A rompere gli indugi, a pochi giorni dall’approvazione della legge, è il presidente della Regione Veneto. Il leghista Luca Zaia ha firmato e inviato una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in cui chiede la riapertura del tavolo di confronto per l'attuazione dell'autonomia differenziata. “Questa firma ci consente di ricominciare a trattare sulle nove materie per cui non è prevista la definizione dei Lep – sottolinea il presidente del Veneto – alle quali si affiancano quelle previste nella preintesa siglata nel 2018. Siamo i primi a farlo: il Veneto è pronto“. Il riferimento è alle 9 materie che, per Zaia, possono essere trasferite alle Regioni senza bisogno di attendere la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni. Si tratta di: rapporti internazionali e con l'Unione europea della Regione; commercio con l'estero; professioni; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; organizzazione della giustizia di pace.

Pronti anche Lombardia e Piemonte –La mossa di Zaia è immediatamente condivisa anche da altre due Regioni. Attilio Fontana, fa eco al collega: “Anche la Lombardia è già pronta. Abbiamo fatto tutti i compiti e quindi abbiamo la possibilità di fare delle scelte. Dovrò parlare con il ministro e con il governo per concordare quali possano essere le materie”. Si fa avanti anche il Piemonte: “Dopo l'insediamento formale della nuova giunta, avvenuto ieri, l'assessore Enrico Bussalino, con delega all'Autonomia, questa mattina si è confrontato con la Regione Veneto, insieme al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, per proseguire il percorso comune e concordare i prossimi passi nell'iter di richiesta e ottenimento delle maggiori competenze che il Piemonte ha richiesto nell'ambito dell'autonomia differenziata”, si legge in una nota in cui si spiega che “venerdì mattina, in occasione della prima riunione della Giunta regionale, l'assessore Bussalino sottoporrà al presidente Cirio e ai membri della giunta la bozza della lettera da trasmettere al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie”. E l’assessore Bussalino conferma di essere “già al lavoro con gli uffici per predisporre il dossier con cui il Piemonte chiederà al governo il trasferimento delle competenze sulle 9 materie che non prevedono la determinazione dei Lep, in modo da passare il prima possibile alla definizione dell'accordo e alla fase operativa“.

Ma Musumeci frena: “In maggioranza perplessità” – Nel centrodestra, però, non tutti la pensano allo stesso modo, anche all’interno del governo Meloni. “La richiesta di Zaia mi sembra assolutamente precoce“, commenta a Sky Tg24 il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci. L’ex presidente della Regione Sicilia ricorda ai governatori che “in questo momento permangono delle perplessità anche all'interno della maggioranza di governo che ha votato quella riforma”. Musumeci conferma di essere “per l'autonomia differenziata”, ma “a patto che si mettano le regioni svantaggiate nelle condizioni di partire tutte dalla stessa linea“. Quindi “c’è un problema di opportunità e la politica deve obbedire a questa regola non scritta”, mette in guardia il ministro che invita Zaia, invece, ad “accelerare invece assieme al governo il processo che deve portare all'individuazione dei Lep, che sono una garanzia per quelle regioni che essendo svantaggiate guardano con diffidenza all'applicazione della riforma”. Le perplessità di Musumeci sono simili a quelle sollevate nei giorni scorsi dai governatori di Forza Italia,Occhiuto e Bardi, (oggi “corteggiati” dal Coordinamento regionale sull'autonomia, guidato da Alessandra Todde). “Sembra più una bandierina da dare ad una forza politica che invece una riforma capace di superare anche il divario fra le regioni del sud e quelle del nord”, aveva detto il presidente della Calabria e il governatore della Basilicata aveva sottolineato l'occasione persa di “migliorare ulteriormente il provvedimento”.

La replica di Zaia – Ma le critiche del ministro non scalfiscono Zaia che intanto tende una mano anche alle Regioni del Sud e suggerisce loro di farsi avanti, dicendosi anche disposto a gemellarsi con un territorio del meridione per testare la legge e far emergere eventuali disuguaglianze. “Ho chiesto semplicemente l’applicazione della legge. A me sembra che in un paese democratico, dove le leggi hanno ancora una validità, si possa appellarsi all'applicazione della legge. Lo facciamo con serenità, coscienti del fatto che è un percorso che dobbiamo fare assieme al governo. Non ci vedo alcun ingresso a gamba tesa“, replica il presidente del Veneto alle parole del ministro Musumeci. “Penso – ha aggiunto Zaia – che la legge sia stata approvata dalla maggioranza. Una legge che prevede che ogni Regione a statuto ordinario possa chiedere l'apertura di un tavolo di trattative, da subito su 9 materie e poi sulle altre 14 dopo 24 mesi“. Non solo. Zaia incalza: “In Sanità ci sono già i Lep che si chiamano Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr). Quindi non dobbiamo definire i Lep nella Sanità. Non si può giustificare l'inefficienza della sanità di alcune comunità del Sud dicendo che hanno avuto meno soldi. L'autonomia nella sanità c’è già. Noi abbiamo già gran parte delle competenze”.

La Lega contro Schlein –Nonostante le accelerazioni di Veneto, Piemonte e Lombardia, la strada per l'autonomia differenziata comunque non sarà breve visto che tra l'altro dovrà essere completato (entro 24 mesi) l'iter, complesso, per la determinazione dei Lep, che significa anche le risorse necessarie per garantire il livello minimo e uniforme sul territorio nazionale dei servizi, naturalmente nei limiti delle disponibilità del bilancio. Solo al termine di questo iter le funzioni potranno essere trasferite a ogni singola regione. Intanto continua lo scontro politico. Alla segretaria dem, Elly Schlein, che spinge per la mobilitazione dei partiti di opposizione e delle Regioni di centrosinistra per chiedere il referendum, arriva la risposta secca della Lega: “Il Pd contro il progresso, l’efficienza, la trasparenza e il taglio degli sprechi che l’Autonomia porterà. Non ci stupisce“, recita una nota del Carroccio.

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