
Qualche appunto tecnico-tattico su Pineto-SPAL 3-2

03/24/2025 05:55 AM
Anche il Pineto batte la SPAL: finisce 3-2 una partita rocambolesca, che gli uomini di Baldini come consuetudine approcciano con l’attitudine di chi gioca un’amichevole agostana piuttosto che una partita fondamentale per salvezza.
Come annunciato da Baldini nella conferenza stampa del sabato il tecnico opta per la conferma del 3-5-2: davanti a Meneghetti viene schierata la difesa a tre composta da Fiordaliso, Nador e Bassoli, in mediana ci sono Calapai, Zammarini, Radrezza, D’Orazio e Mignanelli, Parigini affianca Molina in attacco.
Dopo diciassette minuti la SPAL è già sotto 2-0: la prima rete arriva su un cross lento e leggibile a centro area sul quale Germinario colpisce completamente solo, mentre il raddoppio è una triangolazione lenta e scolastica tra Gambale e Bruzzaniti al limite dell’area che porta quest’ultimo a calciare dai venti metri, una conclusione tutt’altro che irresistibile che basta per il raddoppio abruzzese. Come consuetudine, quando la partita è ormai compromessa la SPAL inizia a giocare.
In fase di non possesso, complice il doppio svantaggio, Molina e Parigini hanno lavorato per oscurare le linee di passaggio verticali del Pineto. Sulle corsie esterne Mignanelli, coadiuvato da D’Orazio, e Calapai da Zammarini hanno raddoppiato gli appoggi: ne è scaturito un possesso tutto sommato sterile da parte degli abruzzesi, con una difficoltà costante del centrocampo spallino a leggere correttamente i passaggi centrali per gli accentramenti di Germinario che hanno spesso consentito al Pineto di trovarsi in superiorità numerica sulla trequarti. Il lavoro della linea difensiva, dopo il doppio passivo, si è basato sulla ricerca dell’anticipo sulle palle lunghe giocate dalla linea difensiva abruzzese, piuttosto che sui raddoppi di marcatura al limite dell’area di rigore, in un generale contesto di scarsa pericolosità del Pineto. In fase di marcatura ancora una volta gli errori sono stati evidenti: sul primo gol è stato portato un raddoppio di marcatura esterno su Bruzzaniti lasciando però palla scoperta per il cross, sul quale l’inserimento di Germinario non è stato letto e la linea tutta è risultata eccessivamente schiacciata sul portatore di palla. Sul raddoppio il passaggio centrale su Bruzzaniti non è stato letto e sulla triangolazione tutt’altro che rapida è mancato sia l’anticipo sul centravanti, sia la marcatura e l’eventuale raddoppio sul giocatore che ha attaccato lo spazio.
Alla mezz’ora Baldini ha sostituito Bassoli (che era sembrato il più lucido del pacchetto difensivo) con Rao, schierando la squadra con un 4-2-3-1. In fase di possesso, a gara abbondantemente compromessa e con un avversario che è entrato in gestione, la SPAL ha anche mostrato delle trame interessanti. Con il nuovo schieramento la squadra ha iniziato a sfruttare con costanza le corsie esterne, riuscendo soprattutto sulla corsia mancina a creare pericoli alla retroguardia abruzzese. La mobilità di Parigini, libero di svariare alle spalle di Molina, è stato un fattore che ha determinato diverse situazioni di superiorità numerica in zona palla. Radrezza ha gestito molti palloni in impostazione, alternando la ricerca degli esterni, alla costruzione con Parigini, alla palla profonda su Molina, che costantemente raddoppiato dalla difesa abruzzese è riuscito a rendersi pericoloso solo in una circostanza. Il risultato è stato quello di una SPAL molto pericolosa, che ha creato una mezza dozzina tra occasioni da rete e calci d’angolo. Peccato che la partita fosse già abbondantemente compromessa.
L’espulsione di Fiordaliso al 52′ per doppia ammonizione non ha fatto perdere pericolosità agli uomini di Baldini, che anzi hanno trovato un buon assetto con il 3-3-3 e con il subentrato Karlsson, in due minuti, hanno pareggiato la partita (bravo a portare pressione sulla prima rete, e determinato nel colpo di testa del pareggio). Purtroppo una manciata di minuti dopo, una ripartenza esterna del Pineto con un velleitario pallone buttato in area porta Nador a compiere un intervento giusto nella lettura ma goffo tecnicamente, che genera l’autogol che chiude la partita, nonostante la SPAL abbia avuto ancora un altro paio di occasioni per pareggiare.
Cosa ha funzionato:
* Con buona volontà possiamo si può ancora una volta parlare di una buona reazione, di un buon atteggiamento, di buoni sviluppi offensivi. Ma sempre a partita già compromessa e non è un particolare secondario.
* Karlsson sembrava l’attaccante più in difficoltà, quasi irrecuperabile nel fisico e nella testa, ma la doppietta realizzata in due minuti in una prestazione globalmente positiva è finalmente un segnale di presenza forte di uno dei giocatori che più è mancato in questa stagione.
Cosa non ha funzionato:
* La fase difensiva della SPAL, soprattutto negli avvii di partita, non appartiene al calcio professionistico. Gli errori di posizionamento e le scelte individuali ricalcano quelli che si possono vedere ogni domenica sui campi di provincia.
* Baldini nella conferenza stampa dopo gara ha parlato a lungo del problema mentale della squadra, tema sul quale proponiamo due riflessioni. Dei giocatori che prendono con costanza gol alla prima occasione offensiva degli avversari sono davvero vittime della paura o sono semplicemente mancanti della determinazione necessaria per impedire agli avversari di essere pericolosi? Se il problema è di tipo mentale (fattore già evidenziato da Dossena, ora sostenuto da Baldini), sarebbe interessante sapere se in questi mesi gli staff tecnici siano stati affiancati da un mental coach che potesse aiutare il gruppo ad aumentare la determinazione, consapevolezza e fiducia, perché se così non fosse allora sarebbe stata una grave mancanza.
In una giornata nella quale, a parte il Milan Futuro, tutti guadagnano punti sulla SPAL, ciò che Baldini porta con sé dalla trasferta abruzzese è ancora una volta un grande carico di amarezza e di confusione. Questa è una squadra debolissima in difesa e che fa le sue prestazioni migliori solo quando il risultato è compromesso. Non ha un singolo portiere che si possa ritenere affidabile, non ha sufficienti elementi dotati di personalità tale da sopportare i momenti difficili, non ha un’identità stabile.
Quella di domenica 30 marzo sarà, da un certo punto di vista, la partita della stagione: al Paolo Mazza sarà ospite il Legnago e la SPAL dovrà obbligatoriamente vincere, perché la retrocessione diretta fuori dal calcio professionistico dista solo quattro punti. Come si è visto non contano i moduli, gli uomini, o le caratteristiche tecniche, ma sarà fondamentale la voglia di vincere, la determinazione a porre fine a questo insensato spettacolo di impietosa caduta.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.