Il Napoli guarda con fiducia al mercato, ma senza mettere in discussione il "progetto"
Ieri alle 10:51 AM
E' inevitabile che dopo una settimana abbondante di mercato invernale tutto sommato inconsistente, al netto dello scambio di portieri imbastito col Cagliari (Caprile in Sardegna e Scuffet all'ombra del Vesuvio), a Napoli qualcuno cominci a mugugnare. Di Danilo non c'è traccia. Mentre Folorunsho e Zerbin non hanno svuotato i loro armadietti a Castelvolturno, nonostante abbiano da tempo chiuso le valigie. E che dire circa Fazzini o Casadei, due nomi caldi alla base della ipotetica campagna di rafforzamento. Eppure non basta l'immobilismo di Manna per mettere sotto accusa le strategie del diesse partenopeo. I principi che stanno alla base del suo lavoro restano gli stessi di questa estate. Prendere esclusivamente giocatori funzionali alle esigenze di Conte.
Per quanto possa essere difficile da accettare con la squadra in piena lotta per lo scudetto, i margini per ampliare l'organico (e le ambizioni) del Napoli restano risicati. Quindi, l'idea non cambia ed in società evitano di farsi ingolosire da una classifica magari inaspettata. Non ci saranno ribaltoni, ma solo piccoli aggiustamenti. Al momento, il mirino della direzione sportiva inquadra solamente talenti di grande qualità, buoni per gli slot destinati agli under 22, piuttosto che importanti correttivi a breve termine. Ovvero, profili considerati come già pronti: per esempio, Lorenzo Pellegrini. Però, niente più giovani prospetti da valorizzare come Natan, Cajuste e Lindstrøm, tre nomi significativi per capire come si sia speso tanto e male la passata stagione.
Giustamente, un'analisi meno superficiale potrebbe rilevare come nel frattempo l'allenatore salentino sia riuscito a scovare la maniera per sfruttare le risorse interne, trovando nuove soluzioni ai problemi. Rivitalizzando per esempio Juan Jesus, schierato con maggior continuità causa infortunio occorso a Buongiorno. Oppure valorizzando il talento purissimo di Neres. Dando nuova linfa a risorse un po’ dimenticate, tipo Spinazzola o Raspadori. Senza dimenticare la crescita esponenziale con cui ha alimentato le prestazioni di Olivera. Tutte situazioni che dimostrano quanto sia forte l'identità degli azzurri. Nonché come staff tecnico e società abbiano lavorato in accordo tra loro affinché si creasse in pochi mesi una base strutturale coerente con il progetto affidato a Conte.
Insomma, il Napoli ha bisogno in primis di fiducia. Dopo un'annata disastrosa come quella passata, indietro non si può tornare. Nel caso degli azzurri, l'appetito (non) vien mangiando. L'obiettivo resta chiaramente tornare nell'élite europea: cioè una realistica qualificazione alla Champions. Questo, ovviamente, non equivale a buttarsi via, o svendersi. Per cui il fatto che il Psg, uno tra i club più ricchi del mondo, voglia Kvaratskhelia, e pur di convincere De Laurentiis sembra sia disponibile a mettere subito sul piatto della bilancia la tipica super offerta alla quale non si può rinunciare – una cifra importante, qualcuno sussurra addirittura non meno di 80/90 milioni di euro -, non deve spaventare. Perchè non è ancora tempo di derogare dal percorso tracciato a Dimaro.
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