Agroppi, difficile trovare un ex così tanto legato al Toro
01/02/2025 08:32 AM
Carlo Nesti nel suo L’OsservaToro omaggia Aldo Agroppi: “Un precursore che indossava sempre la maglia granata”
Se guardate il volto di Aldo, il 26 marzo 1972, dopo avere segnato il gol del 2-1, nel derby, c’è qualcosa di speciale, prima ancora della felicità. Mentre corre verso la panchina di Giagnoni, inseguito dai compagni, lo stato d’animo, che prende il sopravvento, è l’incredulità: “Ma cosa ho fatto? Stiamo battendo la Juve! Stiamo vincendo il campionato!”. Purtroppo, non sarà così, e quando il sogno si avvererà, Agroppi si sarà appena congedato dal Toro-squadra, come Cereser, e come Ferrini, il vice-Radice.
Lui era figlio di un’epoca, che non esiste più, in cui i giocatori erano i primi tifosi del club, nel quale militavano: amore puro. Un fiore, il suo, sbocciato fra le lacrime, la domenica dell’esordio, una settimana dopo la scomparsa di Meroni. Aldo, per me, è stato giocatore, opinionista, e persino compagno in campo, nella Nazionale Rai, contro la Nazionale Cantanti, davanti agli 83 mila spettatori dell’Olimpico di Roma. Credo sia difficile trovare un “ex”, rimasto tanto legato al Toro. Sicuramente lo sono molti altri, da Fossati a Pulici, ma in lui, oltre alla passione, c’era una “rabbia dentro”, perché quel maledetto scudetto, nel suo caso, non era arrivato. Lo si percepiva spesso, malinconicamente, quando parlava di calcio, inaugurando la serie di chi, dopo il ritiro, si affermava davanti alle telecamere. Un precursore, che indossava sempre una maglia, sotto la camicia… ovviamente, una maglia granata.