IL NAPOLI RIDIMENSIONA IL PROGETTO.
Ieri alle 04:35 AM
IL NAPOLI RIDIMENSIONA IL PROGETTO. (di Massimiliano Fantasia). E adesso cosa vorranno farci credere? A cosa si appelleranno per cercare di ridimensionare quello che abbiamo visto tutti?Diranno forse che alla fine, sono solo 3 le sconfitte ,continueranno a battere sul fatto che siamo solo all inizio di un progetto e che bisogna avere pazienza,dopo tutto in campionato è la prima volta che veniamo battuti. Il bello del calcio è spesso pure il suo aspetto più triste,si guarda avanti senza cercare di capire,ci si appella agli episodi,al fatto che l avversario è stato il più forte ma non si cerca di vedere dove e perché.Intanto c’è sempre un’altra partita all’orizzonte, così il clima che subito sembra farsi incandescente, in un attimo viene ridimensionato,e con tutta probabilità si sciogliera’come neve al sole.
Tutto può cambiare da un momento all’altro. Tutto tranne la Juventus, che al Maradona era chiamata ad una prova di carattere ma ancora una volta ha tirato fuori esattamente quello che sappiamo un po tutti e che in qualche modo ci si aspettava ,confermando tutti i limiti di una Juve che non appena aggredita dall avversario tende a sparire,quando la pressione si fa insostenibile è preda dei propri errori mostrando il peggio di sé .Nel secondo tempo i ritmi si sono fatti esasperati, il Napoli ridisegnato nell’ intervallo da Conte ha cominciato ad aggredire e la Juve si è ritrovata con l’essere schiacciata dalla pressione dei partenopei,riscoprendosi fragile insicura , incapace di reagire non all’ altezza rispecchiandosi in pieno nel suo allenatore ,che ancora una volta ha dimostrato di non essere pronto per guidare una squadra come la Juventus.
Napoli-Juventus è un altro simbolo di questa stagione
E’ crollato il mito degli imbattuti. Ed è crollata pure la certezza che questa squadra, alla fine, una reazione la potesse avere ovunque. Su ogni campo. Si dirà,ha rimontato una sconfitta certa a San Siro. Ma quella era una Juve che paradossalmente aveva più certezze, soprattutto perché più incosciente. Non doveva fare i conti con una situazione di classifica complicata, con i punti pesanti il doppio, con le incertezze sommate alle prestazioni maldestre degli uomini più importanti. Koopmeiners su tutti.
Il Napoli ha vinto conoscendo esattamente i punti deboli della Juve. L’ha schiacciata, messa all’angolo, suonandola di santa ragione e poi dando il colpo di grazia quando i bianconeri erano stremati, alle corde. E’ una strategia vecchia quanto il calcio, ché quasi verrebbe da dire che non c’è nulla realmente da inventare, da una parte la resistenza, dall’altra l’assedio. Da una parte però una squadra che non sa resistere, dall’altra invece una mole di gioco ben fatta.
La prima sconfitta stagionale non poteva essere più simbolica, più forte nell’impatto e perciò più emblematica, metà stagione è passata tra mille “se”, tra tanti “ma”, tra infiniti “vediamo”. Ora è anche il tempo delle responsabilità. E dei bilanci. Si può essere soddisfatti di una Juventus a metà? A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane, scriveva Calvino. Ma c’è dell’altro. Dev’esserci dell’altro.nnn
Napoli-Juventus è un altro simbolo di questa stagione
E’ crollato il mito degli imbattuti. Ed è crollata pure la certezza che questa squadra, alla fine, una reazione la potesse avere ovunque. Su ogni campo. Si dirà,ha rimontato una sconfitta certa a San Siro. Ma quella era una Juve che paradossalmente aveva più certezze, soprattutto perché più incosciente. Non doveva fare i conti con una situazione di classifica complicata, con i punti pesanti il doppio, con le incertezze sommate alle prestazioni maldestre degli uomini più importanti. Koopmeiners su tutti.
Il Napoli ha vinto conoscendo esattamente i punti deboli della Juve. L’ha schiacciata, messa all’angolo, suonandola di santa ragione e poi dando il colpo di grazia quando i bianconeri erano stremati, alle corde. E’ una strategia vecchia quanto il calcio, ché quasi verrebbe da dire che non c’è nulla realmente da inventare, da una parte la resistenza, dall’altra l’assedio. Da una parte però una squadra che non sa resistere, dall’altra invece una mole di gioco ben fatta.
La prima sconfitta stagionale non poteva essere più simbolica, più forte nell’impatto e perciò più emblematica, metà stagione è passata tra mille “se”, tra tanti “ma”, tra infiniti “vediamo”. Ora è anche il tempo delle responsabilità. E dei bilanci. Si può essere soddisfatti di una Juventus a metà? A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane, scriveva Calvino. Ma c’è dell’altro. Dev’esserci dell’altro.nnn
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