
Juve, la mossa Tudor: senso di appartenenza e praticità

Ieri alle 11:27 AM
L’anno scorso con nove partita a disposizione alla Lazio, Igor Tudor aveva portato in cascina per i biancocelesti ben 18 punti. Una missione simile, se non migliore, gli sarà richiesta per salvare, ma anche tenersi la Juventus. Mancano sole le ultime formalità, quelle che dovrebbero già arrivare in queste ore, per dare finalmente inizio alla nuova vita del croato ne La Vecchia Signora, la terza dopo quella di otto anni da calciatore e quella fugace da vice di Andrea Pirlo di tre stagioni fa. E’ lui la mossa della riparazione adottata dal direttore sportivo Cristiano Giuntoli, lo stesso che, otto mesi prima aveva fermamente puntato su Thiago Motta, accompagnando il suo arrivo da una campagna acquisti faraonica.
Missione Champions: dalla difesa a tre all’attacco “pesante”
Ora, con Tudor, è stata compiuta una sorta di dietrofront. L’allenatore croato già con la sua epopea di 1000 km in auto da Spalato pur di essere subito pronto per la Juve simboleggia un ritorno al senso di appartenenza, a cui aggiungerà probabilmente anche il valore di praticità al fine di giungere ai risultati sperati. Un esempio potrebbe essere il ritorno della difesa a tre, ma anche l’utilizzo di un assetto offensivo più pesante, con nuovamente Dusan Vlahovic al vertice del diamante d’attacco. Senza dimenticare anche una ricollocazione di Teun Koopmeiners, alla ricerca delle alchimie che lo avevano fatto grande all’Atalanta. Tutti passaggi per permettere alla Juve di tenersi la Champions League e, automaticamente, a Tudor di saldare la panchina per la prossima stagione. Leggi anche le parole di Okaka su Tudor <<<
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