Juve-Milan, Conceicao: "Sono responsabile per il 2° tempo"

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Intervistato ai microfoni di DAZN nel post match della partita di Serie A contro la Juventus, ha parlato l’allenatore del Milan, Sergio Conceicao. Di seguito le sue risposte alle domande poste dallo studio.

Perché un Milan così spento nel secondo tempo?

“Nel primo tempo è stata una partita equilibrata e avevamo avuto più occasioni della Juve. Il secondo tempo è cambiato. La Juve ha avuto più voglia di vincere e fame. Quando è così e manca l’aggressività, in due situazioni abbiamo preso due gol e potevamo prenderne anche un altro all’inizio perché vogliamo giocare in area con la pressione dell’avversario. Sono cose che non capisco. Sono io il responsabile come allenatore, comunque il primo passo per vincere una partita è volerlo fare”.

Il Milan non ha voluto vincere fino in fondo?

“No, quello che dico io è che non vengo con le scuse della stanchezza o che manca benzina. Che benzina? Siamo a gennaio… i giocatori hanno tutto per recuperare ogni tre giorni dalle partite precedenti. Secondo me dobbiamo avere a casa il frigo vuoto per avere più fame”.

Quanto sei preoccupato o stimolato per risolvere i cali ripetitivi del Milan come quello del secondo tempo, dando il senso di non riuscire ad aggredire e di passività?

“Io ho avuto delle piccole squadre quando ho cominciato ad allenare tredici anni fa. Ho avuto sempre delle squadre che a livello tecnico non erano un granché, ma avevano una fame e una voglia incredibili. Perché la vita è così: dobbiamo avere degli obiettivi, crescere, anche se siamo arrivati al Milan. Anzi, ancora di più, perché dobbiamo continuare ad avere successo, fame e voglia di alimentare i propri obiettivi personali di ognuno di noi, arrivando a fine carriera essendo orgoglioso di quello che abbiamo fatto.

Quello che vedo non è nuovo. Lo sentivo prima perché ho assistito a tutte le partite del Milan. Lo vedo un po’ così. Sono io che devo cambiare l’atteggiamento e la mentalità dei giocatori. Il responsabile sono io perché sono l’allenatore. Mi prendo le responsabilità di questa sconfitta perché non sono stato bravo all’intervallo di evitare il calo nel secondo tempo. Per me, se arriviamo davanti alla porta e sbagliamo un gol, se l’avversario è stato bravo va bene, ma quando ci mancano altre cose è difficile. Sono io come allenatore che devo cambiare questa situazione”.

Sono i giocatori con maggiore esperienza e leadership come Theo e Leao a dover dare qualcosa in più?

“Non possiamo andare sempre sui giocatori con più esperienza. Gli altri, dentro il lavoro di ognuno, hanno la loro responsabilità. E’ giusto dire questo. Non dobbiamo mettere tutto il peso sulle spalle di Leao, Theo e Mike. Non è neanche giusto, perché gli altri non si possono nascondere. Il calcio è anche la vita, perché se io decido che un giocatore di diciassette anni è uguale a uno di trentacinque, allora anche le responsabilità di ognuno, del lavoro e nello spogliatoio sono uguali. Ho giocato anche io per venticinque anni e so che nei momenti di maggiore difficoltà escono quelli che hanno maggiore esperienza e più maturità. Però nessuno si deve nascondere.

Dobbiamo parlare negli occhi e vedere cosa possiamo fare di più, io per prima come allenatore, per cambiare questa situazione. Perché non è una dove siamo una squadra che tecnicamente non ha i livelli delle altre grandi squadre in Italia. Non è che fisicamente non possiamo non arrivare a un momento importante con tutti i giocatori al top. Non è che a livello di organizzazione non possiamo arrivare a essere una bella squadra. Dopo c’è l’altra parte, che è la cosa più importante, che se non hai la base, cioè la voglia e la fame di vincere una partita e ogni duello come se quello fosse decisivo nella partita. Qua manca questo. Io mi prendo la responsabilità di cambiare questa situazione”.

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